Acidosi Lattica

Che cos’è l’acidosi lattica?

L’acidosi lattica (detta anche iperlattatemia) è una condizione di alterazione del nostro  organismo che deve essere attentamente valutata. Una situazione che si produce a seguito di riduzione del Ph arterioso (con valori inferiori a 7.37) conseguente ad accumulo nel sangue di acido lattico. E’  un accumulo di acidi nel’organismo, nei fluidi e nei tessuti.

Acidosi lattica: quali sintomi presenta?

Il soggetto che è andato in acidosi lattica si presenta iperventilato, con difficoltà di respirazione, con una bassa pressione arteriosa (cosiddetta ipotensione), è tachicardico, avverte disturbi gastrointestinali come alitosi, nausea, vomito, ancora disturbi neurologici come confusione, sonnolenza, letargia e secchezza della pelle. Questi sintomi peggiorano mano mano che l’acidosi lattica peggiora (cioè man mano che ci si allontana in diminuzione da quel valore soglia di 7,37). In casi gravi si può andare incontro a coma lattacidemico. Riconoscere i sintomi è importantissimo per individuare le misure di ripristino.

Quali sono le cause dell’acidosi lattica?

Le cause dell’acidosi lattica possono essere varie ed egualmente significative. Alla base di un’acidosi lattica può esserci un’alimentazione sbilanciata troppo a favore di alimenti acidi come salumi, zuccheri e formaggi e a sfavore di alimenti alcalinizzanti (o basici) come frutta e verdura fresca. Ancora, l’acidosi lattica può essere provocata da patologie importanti come il diabete e l’insufficienza renale o ancora disfunzioni epatiche, avvelenamento da farmaci e persino tumore maligno. Un’altra causa è uno sforzo prolungato, eccessivo, abbondante…uno sforzo che va al di sopra delle nostre possibilità. L’acidosi lattica è molto frequente negli sportivi e in chi fa attività fisica pesante.

Cosa può comportare a lungo andare l’acidosi lattica?

Nel 1996, presso l’Università della California di San Francisco, la dottoressa Lynda Frassetto fece un’importante scoperta. Si rese conto che man mano che si procede con l’età, si va incontro alla perdita di tamponi alcalini,i bicarbonati per intenderci.Una presenza insufficiente di bicarbonati nel nostro sangue impedisce di neutralizzare con efficacia l’azione negativa degli acidi. Quando gli acidi hanno la meglio nell’organismo, si accelera il processo d’invecchiamento. Ed è per questo motivo che intorno ai 45 anni cominciano a insorgere quelle patologie (diabete, ipertensione, etc,) che chiaramente “parlano” di un’incapacità dell’organismo di gestire gli acidi.

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Acidosi lattica
Un aiuto contro l’acidosi lattica può venire dal bicarbonato

Come individuare e misurare l’acidosi lattica?

I valori dell’acidosi lattica possono essere misurati attraverso la valutazione del Ph urinario. In farmacia è possibile acquistare dei kit – semplici da usare – attraverso i quali misurare l’acidità. Il valore normale o soglia è quello compreso tra 6,7 e 7. In presenza di un livello inferiore a 5.0, l’acidosi è importante e va assolutamente trattata con il rigoroso controllo del medico. Oltre al Ph urinario, l’acidosi lattica si diagnostica con un test del gas nel sangue arterioso o con elettroliti sierici (si vede come circolano nel sangue alcune particelle chimiche come sodio, potassio, cloro).

Anche lo stress e la vita sedentaria possono influire negativamente sull’insorgenza di acidosi lattica. Basta una camminata tra i boschi o una passeggiata in bicicletta per migliorare l’apporto di ossigeno e rallentare l’acidosi. Ma anche portare il cane fuori per i suoi bisogni o camminare a piedi è un’ottima scusa per fare movimento fisico.

Quale dieta per contrastare l’acidosi lattica?

L’acidosi lattica può incominciare a essere trattata a tavola. Come abbiamo avuto modo di affermare, l’equilibrio acido – basico è alla base del benessere generale del nostro organismo ed  è quanto questo equilibrio che si altera che incominciano a insorgere i problemi. A tavola bisogna scegliere il giusto equilibrio tra gli alimenti acidificanti e quelli alcalinizzanti. I primi creano acidosi, i secondi la contrastano. Nella categoria degli alimenti acidifcanti troviamo i carboidrati raffinati o integrali (un po’ si salvano alcuni cereali come il miglio, la quinoa, il grano saraceno e l’amaranto) e le proteine, la carne, il pesce. Ancora acidificanti importanti sono gli zuccheri,  i salumi e le carni insaccate, ancora i formaggi e le uova. Anche il caffè è un alimento acidifcante; nella categoria degli alimenti alcalinizzanti troviamo tutti quegli alimenti ricchissimi di sali minerali come il potassio, il magnesio, il calcio e il fosforo. Via libera, dunque, alla frutta e alla verdura fresche e di stagione e provenienti da agricoltura biologica. Via libera a albicocche, meloni, uva, castagne, verdure a foglia larga. Alimenti alcalinizzanti o basici sono anche i limoni che apparentemente sembrano acidi, ma in effetti hanno un potere antiacido. L’acido citrico che contengono i limoni e in generale gli agrumi, in realtà hanno un effetto alcalino.

Acidosi lattica
Acidosi lattica: un aiuto può arrivare dal bicarbonato

Una dieta alcalinica è a basso consumo di carne, zucchero, alcol, proteine trasformate e privilegia frutta e verdura, noci, nocciole, semi, mandorle e legumi…una dieta con notevoli vantaggi nutrizionali dunque che mira a mantenere in equilibrio il Ph.

L’acidosi lattica può essere associata all’impiego di metformina?

La risposta è affermativa. L’acidosi lattica può essere associata all’impiego di metformina, utilizzata nel diabete mellito. E’ una rara complicanza ma il rischio c’è.  Sull’autorevole rivista scientifica Sulla rivista Clinical Endocrinology , è stato pubblicato un articolo che riporta i dati di uno studio in cui è stata valutata la correlazione tra insorgenza di acidosi lattica e trattamento con metformina.A tal proposito, si rimanda alla lettura di alcuni casi clinici studiati e su come il farmaco in questione sia in grado di indurre acidosi lattica  con un pH minore di 7,35.

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Come trattare l’acidosi lattica?

L’ acidosi lattica va trattata allo scopo di ripristinare velocemente l’equilibrio chimico, attraverso una somministrazione di bicarbonato di sodio (alcalinizzante).  Il bicarbonato di sodio viene utilizzato come integratore utile per rallentare l’affaticamento nei casi in cui l’acidosi lattica sia provocata dallo sforzo fisico intenso. In tutti gli altri casi patologici più o meno gravi, l’acidosi lattica va adeguatamente trattata con terapia medica e frmacologica. Ogni terapia, infatti, deve essere diretta a trattare la causa scatenante.

Per approfondire il tema ACIDO LATTICO:

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Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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