FICHI D’INDIA – benefici per tutto il corpo, ma con alcune controindicazioni

Fichi d’India: le origini

I fichi d’India possiedono molte virtù estetiche e terapeutiche, note fin dai tempi più remoti, ma la maggior parte delle persone ne conosce solo una minima parte.

I fichi d’India provengono dell’altopiano del Messico e le popolazioni azteche, che chiamavano questi frutti “nopalli”.

Essi li ritenevano sacri e ricchi di significati simbolici, così come si legge anche nell’antico Codice Mendoza.

Fu Cristoforo Colombo, dopo la scoperta dell’America (1492), ad assegnargli questo nome, in virtù della convinzione di essere giunto nelle Indie.

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In seguito a quest’avvenimento, i fichi d’India giunsero nel Vecchio Continente, dove nel 1768 il botanico scozzese Philip Miller gli attribuì la denominazione ufficiale di Opunzia ficus-indica.

Coltivati soprattutto nelle regioni del bacino Mediterraneo, i fichi d’India si ambientarono in modo ottimale, tanto da iniziare a diffondersi rapidamente, crescendo rigogliosi e integrandosi perfettamente con il paesaggio.

La pianta, tuttavia, trovò il suo habitat ideale in Italia e si stanziò stabilmente in Sicilia, Calabria, Puglia e in Sardegna.

Scientificamente, i fichi d’India (Opunzia Ficus Indica) appartengono alla stessa famiglia dei Cactus, le Cactacee.

Queste sono un insieme di piante succulente definite xerofite, ovvero che abitano in luoghi molto aridi e si nutrono attraverso l’acqua accumulata al loro interno.

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I fichi d’India si caratterizzano per una crescita molto rapida e riescono a diffondersi altrettanto velocemente, più di tutte le altre Cactacee.

Inoltre, trattandosi di piante perenni, durante l’arco dell’anno rigenerano continuamente le proprie foglie (chiamate “pale”), i semi e le callosità delle radici, ma difficilmente vivono più di 30-35 anni.

I fiori fanno la loro comparsa in primavera e durano tutta l’estate, sono ermafroditi, molto appariscenti e di una colorazione variabile dal bianco all’arancione, in base alla specie d’appartenenza.

I frutti dei fichi d’India, invece, possiedono una tipica conformazione “a bacca” e sono ricoperti di spine.

In base al grado di maturazione, questi si distinguono per una polpa succosa e morbida e dal gusto piacevolmente acidulo ma dolce.

Le varietà più diffuse sono sostanzialmente tre e sono riconoscibili dalla colorazione della polpa, che può essere bianca (Muscaredda), gialla (Sulfurea) e rossa (Sanguigna).

Fichi d’India: valori nutrizionali

I frutti dei fichi d’India contengono poche calorie (circa 53 Kcal per 100 grami) e un’alta concentrazione di carboidrati.

Otre all’elevata percentuale acquosa, che rappresenta l’83% del totale, i fichi d’india sono ricchi di fibra insolubile e poveri di proteine, mentre la componente lipidica è pressoché inesistente.

Abbondano, invece, i sali minerali, tra cui potassio, calcio e fosforo, e la vitamina C, seguita dalle vitamine A (retinolo), vitamina B3 (niacina), B1 (tiamina) e B2 (riboflavina).

Contengono, inoltre, piridossina (vitamina B6), beta-carotene, zeaxantina, luteina, indicaxantina e betanina, sostanze note per il loro elevato potere antiossidante.

Fichi d’India: proprietà terapeutiche

Grazie alle molte sostanze presenti non solo nel frutto, ma anche nei semi e nelle foglie, i fichi d’India rappresentano un prodigioso rimedio naturale nella prevenzione e nel trattamento di moltissimi disturbi fisiologici.

Entrando nel dettaglio, esaminiamo ora alcune delle principali proprietà terapeutiche dei fichi d’India e in quali occasioni possono migliorare la nostra salute.

Fame nervosa

Le fibre solubili e insolubili contenute nei fichi d’India sono molto utili per facilitare il passaggio degli alimenti nel tratto intestinale.

Hanno inoltre la capacità di rallentare l’assorbimento degli zuccheri, favorendo in questo modo il senso di sazietà.

Come confermano alcuni recenti studi, inoltre, le mucillagini presenti nel frutto si sono dimostrate ottime nel trattamento della fame nervosa, un problema comune quando si affronta una dieta.

Una volta ingerite, infatti, queste sostanze formano una sorta di gelatina voluminosa che riesce a placare il senso di fame.

Diabete

Nei fichi d’India è presente un elevato contenuto di fibre tra cui le mucillagini, lo xilosio e la pectina.

In particolare, quest’ultime due sostanze, sono coinvolte nell’abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue e potrebbero rivelarsi molto utili in chi soffre di diabete, per evitare picchi glicemici.

Colesterolo

Le fibre alimentari presenti nei fichi d’india possiedono anche un’altra interessante proprietà, ossia quella di abbassare il tasso di colesterolo nel sangue.

A tal proposito, alcune ricerche hanno dimostrando che, consumando 250 grammi di questi frutti per due mesi, il colesterolo “cattivo” si può ridurre in modo significativo.

Cuore

Come sappiamo, livelli eccessivi di colesterolo nel sangue possono ostruire le arterie, ma alcune sostanze, come le fibre contenute nei fichi d’India, sono in grado di abbassarli e preservare il benessere del cuore.

Questo, inoltre, è mantenuto in salute anche se la pressione arteriosa resta entro certi limiti e i fichi d’India si dimostrano efficaci anche in tal senso.

Al loro interno, infatti, si trova sia una grande quantità di potassio, utile per abbassare la pressione sanguigna e rilassare la muscolatura del miocardio, che di betalaine, strettamente collegate al rafforzamento delle pareti dei vasi sanguigni.

Depurante per l’organismo

Una delle proprietà più importanti dei fichi d’India è quella di favorire l’eliminazione dei liquidi e l’espulsione dei calcoli renali.

I minuscoli semi contenuti nella polpa hanno la funzione di pulire le pareti dell’intestino attraverso un meccanismo molto semplice: entrate nel tubo digerente, queste piccole strutture lunghe 2-3 mm, erodono le scorie accumulate e depurano l’intestino, rigenerando anche la flora intestinale.

Stitichezza

I fichi d’India maturi, specialmente quelli essiccati, rappresentano un eccellente rimedio contro la stitichezza, sia per i moltissimi semi presenti al suo interno che per le mucillagini della polpa.

Pertanto, bisogna rassicurare chi finora ha evitato di consumare il frutto per timore di costipazione intestinale perché questa circostanza interessa solo pochi soggetti predisposti che abbiano ingerito un’eccessiva quantità di frutti.

Proprietà astringente

Se i frutti maturi dei fichi d’india sono ideali contro la stipsi, quelli acerbi si possono utilizzare come astringenti per arginare la diarrea in modo naturale ed efficace.

Parassiti intestinali

I fichi d’India, in virtù delle loro proprietà benefiche sull’intestino e a loro effetto lassativo, sono impiegati con buoni risultati anche per debellare i parassiti intestinali.

Questi frutti, infatti, possono facilitare l’espulsione dei parassiti attraverso le feci e ripristinare l’equilibrio intestinale, compromesso da questi ospiti indesiderati.

Gastrite

La presenza di mucillagine all’interno del frutto è in grado di accelerare il processo di rigenerazione della mucosa gastrica, proteggendola e favorendo il processo di guarigione in caso di gastrite.

I fiori, invece, possiedono ottime virtù antispasmodiche e, sotto forma di tisane, sono molto utili per alleviare i crampi addominali.

Fegato

Tra le proprietà terapeutiche dei fichi d’India rientra anche quella di apportare dei grandi benefici alla salute del fegato.

Ciò dipende principalmente all’azione degli antiossidanti contenuti nel frutto che sono in grado di proteggere l’organo dall’aggressione delle sostanze tossiche.

Sistema immunitario

Grazie all’elevata percentuale di vitamina C in essi contenuti, i fichi d’India sono in grado di stimolare e rafforzare il sistema immunitario.

La vitamina C, infatti, oltre ad essere un poderoso antiossidante, stimola la produzione dei globuli bianchi che sono il mezzo di difesa principale del nostro organismo.

I fiori, inoltre, sono ricchi di flavonoidi (quercetina, rutina e kaempferol) che, oltre a svolgere una funzione protettiva a livello epatico, assolvono anche il compito di innalzare le difese immunitarie.

Proprio per tale ragione il consumo di fichi d’India è indicato anche nel trattamento dei mali di stagione e soprattutto della tosse.

Per dare una marcia in più alla memoria

Secondo alcune recenti ricerche, i flavonoidi contenuti nei fichi d’India son utili anche per proteggere il cervello e rinforzare la memoria. per questo motivo si stanno studiando i loro effetti anche su importanti patologie degenerative come l’Alzheimer.

Proprietà disinfettante e antinfiammatoria

I fichi d’India sono conosciuti nella medicina tradizionale messicana come degli ottimi disinfettanti.

Il succo è utile nel trattamento delle infezioni alle vie urinarie e contro il gonfiore addominale, mentre la polpa, applicata localmente, può lenire le infiammazioni della pelle e i fastidi provocati dalle punture d’insetto.

Salute di ossa e denti

Il calcio è uno dei minerali indispensabili per la formazione del tessuto osseo e i fichi d’India ne possiedono in grandi quantità. Non a caso, nel trattamento dell’osteoporosi, spesso ai pazienti è consigliato d’integrare la propria dieta con questi frutti.

Bellezza

Come abbiamo visto, i fichi d’India possiedono tantissime proprietà terapeutiche ma i loro benefici non si limitano al trattamento e alla prevenzione di determinati disturbi.

Il succo concentrato, ad esempio, favorisce il rilascio di sostanze antinfiammatorie che, migliorando la diuresi, riescono a ridurre gli inestetismi della cellulite.

L’estratto dei fiori, invece, ha un’eccellente azione idratante, elasticizzante ed emolliente.

Per quanto riguarda i frutti, questi sono molto utilizzati in cosmesi e dalla loro lavorazione si ricavano molti prodotti di bellezza, tra i quali:

  • saponi
  • creme viso con potere purificante e astringente
  • shampoo specifici per capelli crespi
  • lozioni astringenti per il corpo.

Fichi d’India: quando sono sconsigliati

Nonostante i loro numerosi pregi, esistono alcune condizioni in cui i fichi d’India dovrebbero essere mangiati con moderazione se non del tutto eliminati dalla dieta.

Gravidanza e allattamento

Nei fichi d’India è presente una sostanza, chiamata taurina, che svolge importanti funzioni cellulari, ma compete con l’assimilazione del calcio.

Questo minerale è indispensabile sia per il corretto sviluppo embrionale che per la produzione del latte materno.

Durante la gravidanza e l’allattamento, quindi, andrebbero evitati.

Diabete

Sappiamo che i fichi d’India contengono delle sostanze in grado di controllare l’indice glicemico all’interno del nostro organismo e molti studi confermano la loro utilità in caso di diabete.

E’ pur vero, però, che si tratta di frutti con un elevato contenuto di carboidrati (zuccheri semplici) e in questo caso andrebbero mangiati con moderazione sempre dopo aver chiesto il parere de proprio medico.

Colite

In alcuni casi i fichi d’India potrebbero peggiorare gli episodi di stipsi poiché le mucillagini in esse contenute vanno a formare una sorta di tappo a livello intestinale.

Chi soffre di colite, quindi, dovrebbe astenersi dal consumare questi frutti o mangiarli accompagnandoli con molta acqua, così da migliorare il loro transito nell’intestino ed evitare che si presentino effetti collaterali.

BIBLIOGRAFIA – Per approfondire:

http://obiettivobenessere.tgcom24.it/2010/10/27/il-fico-dindia-brucia-zuccheri-e-grassi-e-calma-la-fame-nervosa/

http://www.cure-naturali.it/fichi-d-india/4492

http://www.elicriso.it/it/come_coltivare/ficodindia/

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Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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