MORBO DI PARKINSON sintomi, diagnosi e terapie a supporto

Morbo di Parkinson: cosa è

Il morbo di Parkinson colpisce le cellule nervose del cervello che producono dopamina.

I sintomi della malattia includono, principalmente, rigidità muscolare, tremori, disturbi del linguaggio e cambiamenti nell’andatura e nell’equilibrio.

Dopo la diagnosi, i trattamenti possono aiutare ad alleviare i sintomi, ma non esiste una cura per combattere totalmente il morbo.

Morbo di Parkinson: i sintomi

I sintomi tradizionali della malattia di Parkinson sono in stretta connessione con la compromissione delle attività motorie volontarie ed involontarie.

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Inizialmente questi sintomi appaiono solo su una parte laterale del corpo.

La sintomatologia infatti risulta essere lieve in una prima fase e successivamente progredisce, aggravandosi, nel corso del tempo.

Alcuni pazienti hanno una sintomatologia più ricca di altri.

Alcuni studi medico-scientifici dimostrano che la comparsa dei primi sintomi del morbo di Parkinson coincide con in momento in cui circa il 70% delle cellule responsabili della produzione di dopamina nel cervello siano già state attaccate.

I sintomi del Parkinson, spesso, differiscono da persona a persona e cambiano con il progredire del morbo.

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Alcuni pazienti hanno una sintomatologia già grave nei primi stadi della malattia, altri invece, con l’avanzare della gravità del morbo.

I sintomi, solitamente, compaiono in soggetti di età compresa tra i 50 ed i 60 anni d’età e si sviluppano molto lentamente, spesso in maniera silente.

I sintomi più comuni del morbo di Parkinson, sono:

  • Tremore: il tremore, sintomo classico della patologia, spesso si verifica ad una mano, ad un braccio o ad una gamba, da un solo lato del corpo. Il tremore è spesso il primo sintomo che notano i pazienti con il morbo di Parkinson, ma non è significante, infatti, ne soffre circa il 30 % dei pazienti affetti. Inizialmente, il tremore può apparire solo ad un braccio o ad una gamba e su un solo lato del corpo e può, anche, influenzare il mento, le labbra e la lingua; col progredire della malattia, invece, può diffondersi in entrambi i lati del corpo. Lo stress psicofisico tende a rendere il tremore molto più evidente, infatti, il sonno ristoratore ed il rilassamento, riducono o interrompono completamente questo sintomo.
  • Rigidità muscolare: un altro sintomo molto comune del morbo di Parkinson è una ridotta oscillazione del braccio, su un lato, quando si cammina, causata da rigidità muscolare, che può colpire, anche, i muscoli delle gambe, del viso,del collo o altre parti del corpo, con stanchezza e dolore perenne.
  • Movimenti lenti e limitati (bradicinesia): ossia, il rallentamento dei movimenti volontari, che potrebbe diventare difficoltosa nel tempo, anche, nel compiere semplici azioni quotidiane; questo sintomo accomunato con la rigidità, può colpire i muscoli della faccia, tanto da imprimere un’espressione rigida involontaria, definita la “maschera di Parkinson“.
  • Difficoltà nella postura e nell’equilibrio: la postura tende a ridursi ad una gobba piegata in avanti, la lunghezza dei passi è ridotta, corta e veloce, cosiddetto episodio di “festinazione”, fino al blocco totale degli arti inferiori; nello stadio intermedio della patologia, tende anche a presentarsi il comune “freezing Parkinson”, ossia, una breve incapacità di muoversi totalmente, che spesso è causa primaria di cadute.

Il morbo di Parkinson può causare molti altri sintomi che non sono legati al movimento.

Questi possono comunque essere invalidanti e variano in base alla gravità con cui si presentano:

  • ansia, poca sicurezza in sè stessi e stress psicofisico
  • confusione e perdita di memoria
  • stipsi
  • depressione
  • difficoltà nella deglutizione e salivazione eccessiva
  • senso dell’olfatto diminuito
  • sudorazione eccessiva
  • disfunzione erettile maschile
  • problemi dermatologici
  • disturbi del linguaggio
  • frequenza urinaria.

Morbo di Parkinson: le cause

La dopamina funziona come messaggero tra due importanti aree cerebrali, la substantia nigra e il corpo striato.

Queste aree cotribuiscono al corretto controllo del movimento.

Il gran numero dei sintomi motori del morbo di Parkinson sono infatti causati da una riduzione di dopamina, per via della degenerazione delle cellule che la producono.

Quando i quantitativi di dopamina sono molto ridotti, il collegamento tra la substantia nigra e lo striato diventa sempre meno efficace, ed i movimenti vengono compromessi.

Maggiore è la perdita di dopamina, peggiori saranno i sintomi motori correlati.

Non è ancora chiaro il motivo per cui le cellule cerebrali che sono responsabili della produzione di dopamina si deteriorino.

Recenti studi genetici e patologici hanno constatato che vari processi cellulari di disfunzione ed infiammazione, accomunati allo stress, possono contribuire all’insorgenza della malattia di Parkinson.

Le ricerche scientifiche degli ultimi anni sono infatti maggiormente indirizzate alla ricerca di legami tra il morbo di Parkinson e la genetica, oltre ad altre cause concomitanti:
  • l’invecchiamento
  • l’inquinamento dell’ambiente
  • il contatto con pesticidi e metalli pesanti e la presenza di radicali liberi.

Da questi studi si stanno fornendo alcune risposte, anche se, ad oggi, gli esperti non conoscono la causa esatta dell’insorgenza del morbo di Parkinson.

Inoltre, ulteriori studi confermano che una tra le cause principali del morbo di Parkinson ci sono fattori genetici ereditari.

Morbo di Parkinson: la diagnosi

E’ importante arrivare ad una diagnosi tempestiva ed accurata del morbo di Parkinson.
Questo consentirà la ricerca tempestiva di trattamenti farmacologici e cure mediche, che possano contrastare la malattia e ne possano curare la sintomatologia.
Tuttavia, ad oggi, non esiste un esame specifico e certo per diagnosticare il morbo di Parkinson.
Nelle prime fasi, in particolare, la diagnosi può essere complicata a causa della similitudine della sintomatologia con altri disturbi del movimento legati ad altre condizioni patologiche.
Per effettuare una diagnosi molto più accurata e dettagliat è bene fare riferiemnto ad un medico specializzato in materie neurologiche e in disturbi delle attività motorie.
Una prima diagnosi del morbo di Parkinson è realizzata sulla base della storia medica della famiglia del paziente.
Questa ricostruzione basata sulle eventuali origini genetiche è accompagnata da un esame neurologico e la ricerca della sintomatologia presente.
Per quanto riguarda la storia dei sintomi e della presenza del morbo di Parkinson nella proprio genealogia, è importante conoscere l’esistenza di familiari che possano avere contratto questa patologia.
Nei casi di fattori genetici preesistenti è bene conoscere anche quaili siano stati i farmaci assunti, oltre a conoscere per il paziente se abbia avuto un’eventuale esposizione a sostanze nocive o abbia subito, in passato, un trauma cranico.
Un test neurologico può includere la valutazione del coordinamento degli arti inferiori e alcune attività motorie che coinvolgono le mani.
Sono state realizzate numerosi modelli per riconoscere nel paziente la sintomatologia del morbo di Parkinson:
  • la scala di Hoehn e Yahr
  • la Unified Disease Rating Scale di Parkinson

Questi sono test usati per misurare la capacità mentale, il comportamento, l’umore, l’attività quotidiana e le funzioni motorie.

Sono test molto utili nella diagnosi iniziale nel morbo di Parkinson, utili anche per escludere altre patologie oltre al monitoraggio della progressione della malattia.

Morbo di Parkinson: i trattamenti

Al momento, non esiste alcun trattamento per la cura definitva del morbo di Parkinson.
Alcune terapie, infatti, sono disponibili solo per ritardare l’insorgenza dei sintomi che colpiscono le attività motorie e per migliorarli, piuttosto che curarne le cause.
La maggior parte delle terapie sono eseguite per provare a rifornire di dopamina le aree del cervello interessate dal morbo di Parkinson, nella speranza di ridurne l’effetto.
Alcune ricerche mediche hanno rivelato che queste terapie farmacologiche possono ritardare l’insorgenza dei sintomi motori  nelle prime fasi della malattia di Parkinson.
Queste terapie agiscono con diversi risultati da paziente a paziente, ritardando, estendendo e migliorando la qualità della vita.
Il trattamento farmacologico più diffuso per il morbo di Parkinson, prevede l’assunzione della levodopa (Sinemet), che viene convertito in dopamina nel cervello.
Questo trattamento tuttavia potrebbe portare a gravi effetti collaterali se somministrato per lunghi periodi.
Il suo utilizzo quindi è spesso utilizzato negli ultimi stadi della malattia.
Nelle precedenti fasi del morbo di Parkinson, il trattamento farmacologico prevede sostanze che cercano di replicare l’azione della dopamina.
Questi farmaci sono agonisti di questa sostanza ed altre che abbassano la degradazione della dopamina:
  • gli inibitori MAO
  • i catecol o-metiltransferasi
  • gli anticolinergici
  • i bloccanti del glutammato

che hanno un’ampia efficacia per alleviare i sintomi gravi a carico del sistema motorio.

Per alcuni pazienti con sintomi gravi ed avanzati alle attività motorie, il trattamento chirurgico potrebbe anche essere un’opzione.
Questa terapia deve essere sempre indicata e valutata da uno specialista.
L’intervento prevede la stimolazione cerebrale profonda (DBS), con l’impianto di una protesi chirurgica atta alla stimolazione di quelle aree cerebrali coinvolte nelle attività motorie.
Morbo di Parkison
Mohamed Alì e Michael J. Fox due esempi di come combattere il Parkinson
Un trattamento alternativo, di recente scoperta, è quello dell’uso di cellule che producono dopamina derivante da cellule staminali.
In aggiunta al trattamento farmacologico e chirirgico, il cambiamento dello stile quotidiano di vita generale, il riposo, l’esercizio fisico e la logopedia, possono essere metodi molto utili a contrastare il Parkinson.
Per approfondire:
http://www.parkinson.it/morbo-di-parkinson.html
https://www.fondazionefatebenefratelli.it/ricerca/pagine-per-i-pazienti/schede-patologie/425-malattia-di-parkinson
https://www.gondola-parkinson.com/it/morbo-di-parkinson/
https://it.wikipedia.org/wiki/Dopamina

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Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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