Artemisia: cos’è
L‘ artemisia, anche conosciuta come Assenzio vulgaris o Amarella, è un genere di piante angiosperme dall’aspetto arbustivo, originarie dell’Europa ma presenti anche in gran parte del mondo.
Nella medicina tradizionale cinese, l’artemisia è da secoli impiegata nel trattamento di moltissimi disturbi e conosciuta per le sue eccezionali virtù, che le hanno valso il sopranome di “erba magica”.
L’ artemisia è una pianta erbacea sempreverde e semi-sempreverde, che appartiene alla famiglia delle Asteraceae.
Dal punto di vista morfologico, la pianta presenta una spessa radice legnosa da cui nascono i fusti di colore rossiccio, che ramificandosi verso l’alto, possono raggiungere un’altezza di circa due metri.
Le foglie di artemisia, invece, sono verdi e dalla parvenza simile a quelle della felce, ma caratterizzate da un sottile strato di peluria bianca.
La fioritura avviene durante il periodo estivo e i suoi fiori sono formati da una pannocchia molto evidente caratterizzata da una moltitudine di piccoli capolini di colore giallo oro e della grandezza di circa 2mm.
Una particolarità dell’artemisia è il suo forte odore aromatico che ricorda molto da vicino quello dell’assenzio.
Artemisia: già conosciuta nel passato
Ai tempi dell’Antica Grecia, l’ artemisia era spesso utilizzata durante le cerimonie sacrificali e offerta in dono agli dei come richiesta per un buon raccolto.
Nella mitologia greca, infatti, la pianta era considerata il simbolo della donna e della fertilità.
L’ artemisia, dunque, era considerata sacra e veniva spesso associata alla dea Artemide (da cui il nome del vegetale), divinità protettrice delle donne e, in particolare, delle gestanti.
La pianta, inoltre, è anche detta assenzio maggiore, in quanto da essa viene ancora oggi estratto l’assenzio, una sostanza dalle proprietà toniche e digestive.
Dall’ artemisia si otteneva anche un distillato dalle proprietà allucinogene, per lungo tempo fu utilizzato dagli artisti, che fu successivamente bandito per via dell’assuefazione che procurava.
A testimonianza dei suoi effetti, tutt’oggi è possibile ammirare presso il Musée d’Orsay a Parigi un famoso dipinto di Edgar Degas, intitolato “L’Absinthe” (L’Assenzio) del 1876, in cui l’artista mette in risalto l’effetto di stordimento provocato da tale liquore.
In diversi usi e tradizioni popolari, invece, si attribuivano all’ artemisia anche proprietà antiepilettiche ed era conosciuta come “scaccia diavoli”.
Nella medicina tradizionale orientale, invece, l’ artemisia è da sempre impiegata per la preparazione di una particolare medicina, la moxa (che in italiano è possibile tradurre come “erba che brucia“).
Questo farmaco si ottiene sminuzzando la pianta fino a ottenerne un composto lanoso, con cui si creano dei coni o delle palline da appoggiare su zone specifiche della pelle e fatti poi bruciare (ecco spiegata l’origine del nome).
Artemisia: proprietà chimiche
Come abbiamo accennato in precedenza, l’ artemisia possiede diverse proprietà terapeutiche.
Queste sono concentrate principalmente nella radice, nelle foglie e nelle sommità fiorite.
Questi elementi, infatti, presentano un’interessante composizione chimica:
- carburi (come l’azulene);
- terpeni (come canfora, cineolo, borneolo, eucaliptolo, vulgarolo), lattoni sesquiterpenici e tuioni (presenti nell’olio essenziale);
- flavonoidi;
- inulina (uno zucchero semplice presente in alcune specie di piante);
- oligoelementi (calcio, fosforo, iodio, magnesio, potassio, zinco e zolfo);
- resine;
- sostanze amare, tra cui la cosiddetta “artemisinina”;
- tannini (particolari molecole presenti soprattutto nella corteccia di alcuni vegetali).
Artemisia: i benefici
L’ artemisia possiede numerose proprietà benefiche, attribuite principalmente all’estratto acquoso e all’olio essenziale ricavati dalla pianta.
In particolare, l’ artemisia è utile in caso di:
- affezioni bronchiali e infiammazione delle vie aeree in generale: è comunemente impiegata per fluidificare il catarro e come espettorante in caso di tosse grassa;
- amenorrea (mancanza di mestruazioni) e dismenorrea (mestruazioni dolorose): l’ artemisia, infatti, è nota per le sue proprietà emmenagoghe, giacché stimolando la circolazione sanguigna nell’utero e nell’area pelvica, favorisce le contrazioni uterine;
- dispepsia: gli estratti di artemisia sono un buon rimedio per i disturbi digestivi e intestinali, e in particolar modo nel trattamento di diarrea cronica, coliche, senso di gonfiore addominale, flatulenza e dolori viscerali;
- dolori muscolari e articolari: grazie alla sua attività analgesica, l’ artemisia può alleviare i sintomi dolorosi, compresi gli spasmi addominali;
- insonnia e stress: utile come calmante naturale per via delle sue buone proprietà sedative;
- infezioni urinarie;
- ritenzione idrica: favorisce la diuresi, riduce il gonfiore e anche l’ipertensione arteriosa.
L’ artemisia, inoltre, è conosciuta come:
- anoressizzante: stimolando la secrezione dei succhi gastrici, è in grado di favorire l’appetito;
- antibatterico: impedisce lo sviluppo di microrganismi e blocca la riproduzione dei batteri;
- antidepressivo: funge da inibitore delle monoammino ossidasi (MAO), quel gruppo di enzimi che distruggono le catecolamine del “buon umore” (serotonina, adrenalina e dopamina);
- antinfiammatorio: è utilizzata con successo in caso di sfoghi cutanei e dermatiti;
- antifungino: interferisce con l’azione delle cellule fungine;
- diuretico: contrasta efficacemente la ritenzione idrica;
- tonico dell’apparato digerente: ristabilisce la contrattilità delle fibre muscolari dell’intestino e dello stomaco;
- vermifugo e antiparassitario: riesce a debellare i vermi e i parassiti intestinali in genere.
Nella medicina tradizionale cinese, invece, esistono molte testimonianze sull’impiego dell’infuso di artemisia per la cura dell’influenza e soprattutto come efficace soluzione contro la febbre malarica.
Questa sua proprietà ha catturato l’attenzione di molti studiosi, soprattutto quando negli ani ’70 fu rinvenuto un antico erbario del 300 d.C.
Al suo interno, infatti, veniva descritto in maniera molto dettagliato il processo necessario per realizzare un farmaco in grado di contrastare il sintomo tipico della malaria.
In seguito a studi più approfonditi, si è scoperto che il succo fresco della pianta (menzionato nell’antico testo come ingrediente del medicinale) contiene uno dei principi attivi più potenti dell’ artemisia, l’artemisinina.
Artemisia: cura della malaria
Utilizzata in Africa e in Asia per combattere la malaria, l’artemisinina è una molecola contenuta nell’ artemisia e classificata tra i farmaci antimalarici.
Scoperta nel 1972 dalla farmacista cinese Tu Youyou (in seguito insignita del Premio Nobel per la medicina nel 2015), l’artemisinina è in grado di reagire alle elevate concentrazioni di ferro presenti nel parassita della malaria.
Nel momento in cui la sostanza entra in contatto con il ferro, reagisce chimicamente liberando radicali liberi.
Questi vanno ad aggredire le membrane cellulari, disgregandole e annientando il parassita presente nella singola cellula.
Artemisia: cura del cancro ?
questo tema è particolarmente sensibile ed è necessario dare corrette informazioni, soprattutto verificate in merito.
Abbiamo deciso per questo di riportare per intero il comunicato dell’istituto di tumori di Milano pubblicato a questo link

Artemisia: come si utilizza
L’ artemisia può essere utilizzata a scopo terapeutico in molti modi e di seguito vi proponiamo, in via puramente indicativa, alcune delle preparazioni più comuni a base di questa pianta.
- Le foglie essiccate sono spesso impiegate nei decotti per attenuare gli spasmi muscolari: si lasciano in infusione circa 20 g di foglie in un litro di acqua calda e dopo 15 minuti si filtrano con un colino. Nelle donne che soffrono di disturbi del ciclo mestruale (amenorrea o dismenorrea), si consiglia di iniziare il trattamento circa 10 giorni prima della mestruazione.
- Per uso esterno, le compresse di artemisia si rivelano molto efficaci nel trattamento delle ferite.
- L’olio essenziale, invece, è indicato come rimedio in caso di dolori muscolari o reumatismi.
- Dall’estratto fluido di artemisia è possibile ricavare un eccellente sciroppo, utile non solo per la tosse ma anche come tonico e stimolante dell’apparato digerente. Per preparalo serviranno solo 5 grammi di estratto fluido e 90 grammi di sciroppo di glucosio. Per un’azione ottimale si consiglia di assumerne 2-3 cucchiaini al giorno.
Artemisia: controindicazioni
In persone in buono stato di salute generale, l’ artemisia non presenta particolari controindicazioni.
E’ invece sconsigliato il suo utilizzo in presenza di:
- ulcera gastrica e duodenale
- epilessia
- nei bambini in genere
- nei soggetti allergici a una o più componenti dell’ artemisia,
- in gravidanza (aumento del rischio di aborto spontaneo) e durante il periodo di allattamento.
In questi casi, gli effetti secondari dell’ artemisia potrebbero dare origine a:
- vomito
- diarrea
- nausea
- reazioni allergiche (“pollinosi”)
- crampi addominali.
Ad oggi, tuttavia, non sono stati riscontrati effetti tossici della pianta sull’organismo umano o casi di sovradosaggio.
Per approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Artemisia
https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/20116-artemisia-proprieta-tutta-verita
https://www.naturelab.it/blog/artemisia-o-amarella-o-assenzio-selvatico/
http://www.ancusimorari.org/PaginePiante/ArtemisiaVulgaris.htm