CHIKUNGUNYA : la febbre trasmessa dalle zanzare

Introduzione e caratteristiche della chikungunya

La chikungunya rappresenta una malattia con origine virale, questo perché viene trasmessa all’uomo mediante la puntura di una particolare tipologia di zanzara infetta.

Essa presenta sintomi come ad esempio la febbre acuta e dolori molto intensi sia alle articolazioni sia ai muscoli e talvolta può manifestare conseguenze come:

  • eruzioni cutanee
  • nausea
  • mal di testa
  • significativo affaticamento.

L’infezione avviene a causa di un virus che si diffuse per la prima volta negli Anni ’50 in Tanzania e che ha creato epidemie in varie zone sia del continente africano sia di quello asiatico.

I primi casi autoctoni in Europa si sono verificati solo di recente, nello specifico nel 2007.

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Il virus chikungunya rappresenta un agente infettivo con un solo filamento e risulta sensibile all’essiccamento, al sapone e ai disinfettanti.

Le zanzare che portano questa infezione sono spesso coinvolte anche nella trasmissione di malattie come ad esempio la febbre gialla.

Bisogna dire che purtroppo non esiste un farmaco in grado di curare questa malattia nello specifico.

Si possono però seguire dei trattamenti capaci di controllarne i sintomi e mettere in campo alcune prevenzioni utili a evitare il contagio.

Fatte queste premesse, esaminiamo di seguito proprio le modalità di contagio, i sintomi che si avvertono, come trattare la malattia e le possibili azioni di prevenzione attuabili.

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Chikungunya febbre
Tra i sintomi della Chikungunya vi è un forte e improvviso innalzamento della febbre

Come avviene il contagio di questa malattia

Come detto in precedenza, la trasmissione della chikungunya si concretizza tramite la puntura di una zanzara infetta, con le epidemie sostenute tramite la trasmissione dall’uomo alla zanzara per poi tornare nuovamente all’uomo.

A seguito della puntura, la malattia si manifesta per la prima volto dopo un arco di tempo compreso fra i 4 e gli 8 giorni.

Il tempo di incubazione può avere una durata fra i 2 e i 12 giorni.

Il rischio che un soggetto infettato possa trasmettere questa forma di virus a una zanzara è maggiore nel periodo più acuto, rappresentato dai primi giorni fino ad arrivare al sesto.

La chikungunya non si trasmette da uomo a uomo, tranne nel caso di contatto diretto con il sangue infetto della persona contagiata.

Per quanto attiene alla trasmissione dalla madre al feto, in caso di donna incinta, ci sono dei dati che testimoniano come questo sia probabile quando la madre possiede il virus al momento del parto.

La trasmissione della chikungunya non risulta avvenire tramite la somministrazione del latte materno.

Chikungunya eruzioni
Tra i sintomi della Chikungunya vi possono essere le eruzioni cutanee

Quali sono i sintomi della chikungunya?

Uno dei sintomi più evidenti che caratterizza questo virus è la comparsa improvvisa di febbre elevata, con temperature di solito superiori a 39 gradi.

A essa si aggiungono spesso dolore degli arti o rigidità, con la conseguenza di un forte indebolimento fisico del paziente.

Altri sintomi tipici di questa malattia riguardano:

  • dolori muscolari
  • affaticamento
  • vomito
  • eruzioni cutanee.

Quest’ultime in particolare possono risultare assai pruriginose, presentando delle lesioni cutanee piatte e in rilievo, che si mostrano sulle estremità e sul tronco, ma possono raggiungere anche i piedi, le mani e il viso.

Tale malattia nel complesso dura di solito un periodo che va da un minimo di pochi giorni fino ad un massimo di una settimana e in molti casi il dolore che si prova è debilitante.

Una percentuale significativa di persone viene colpita da chikungunya in forma asintomatica, ossia non manifesta i sintomi prima descritti e per questo risulta più difficile individuarla.

Guarigione

La guarigione di un paziente avviene in molti casi in modo spontaneo dopo un lasso di tempo compreso fra i 7 e 10 giorni dall’infezione iniziale.

Alcuni evidenziano un affaticamento che può durare perfino varie settimane, con complicanze che in situazioni estreme possono durare perfino mesi.

Queste ultime, seppur rare, tendono a colpire i neonati o gli anziani (ossia chi ha un’età superiore ai 65 anni), così come chi è affetto da altre malattie croniche, come diabete o patologie cardiache.

In ogni caso non si tratta di una malattia che può essere fatale, i decessi ad essa legati sono davvero molto rari e comunque legati a casi di età avanzata o alla presenza di patologie gravissime in concomitanza con questa.

Infine, non bisogna dimenticare che anche le donne in gravidanza possono essere infettate in ogni momento.

Esistono situazioni (davvero molto rare) in cui si verifica un aborto spontaneo a seguito di un’infezione di questo tipo.

Chikungunya dolori
Tra i sintomi della Chikungunya vi possono essere forti dolori articolari

Come avviene il trattamento di questa malattia

Come accennato in apertura non ci sono farmaci antivirali per combattere la malattia, ma si può ricorrere alla terapia.

Il suo scopo è quello di controllare e rendere meno forti e dolorosi i sintomi, inclusa la sofferenza causata agli arti.

Tale trattamento viene consigliato una volta che è diagnosticamente escluso che ci siano condizioni più preoccupanti, come ad esempio la presenza di ulteriori infezioni batteriche.

All’interno della terapia possono essere incluse l’assunzione copiosa di fluidi, l’utilizzo di analgesici volti a far scendere la febbre e il riposo.

In alternativa il dolore può essere attenuato mediante l’uso di ibuprofene, del paracetamolo, di naprossene ed altri farmaci appositi.

Si esclude da questo campo l’aspirina, che può causare degli sgradevoli effetti collaterali.

Oltre a trattare la malattia ci sono alcune accortezze da prendere nei comportamenti, da parte di chi è stato infettato, come restare al chiuso e in zone protette da una zanzariera.

Come attuare una giusta prevenzione

Al momento non esistono un vaccino commerciale o un prodotto farmaceutico in grado di prevenire questa malattia.

Banalmente, la migliore prevenzione è quella di evitare la puntura di una zanzara infetta.

Ciò è possibile mediante la riduzione di tutto ciò che permette la riproduzione dei trasportatori della malattia.

Si pensi ad esempio ai contenitori colmi d’acqua usate nelle zone in cui l’infezione è presente e che entrano in contatto con interi villaggi.

Quindi anche intraprendere un viaggio nelle zone endemiche è un rischio da non correre, in particolare per le donne in gravidanza o che soffrono di malattie croniche.

I viaggiatori possono comunque proteggersi dalle punture di zanzare infettate utilizzando alcuni rimedi tipo i classici repellenti per insetti da applicare sulla pelle scoperta.

In ogni caso, prima di usare tali prodotti, le donne in gravidanza dovrebbero avere un parere favorevole dal proprio medico di riferimento.

La prevenzione passa anche attraverso l’uso di un abbigliamento adeguato.

In tal senso è giusto indossare camicie con maniche lunghe e pantaloni lunghi, utilizzando possibilmente colori chiari, in modo da non lasciare scoperte potenziali parti del corpo soggette a punture di zanzara ed evitare di attrarle (cosa che fanno i colori scuri).

Anche applicare le classiche zanzariere sulle finestre e sulle porte del luogo in cui si soggiorna è un’altra buona idea.

Inoltre, per renderle ancor più efficaci si possono applicare delle sostanze repellenti su di esse.

Un’altra misura da prendere consiste nel prevenire la formazione di pozze con acqua stagnante, perché le zanzare infette tendono a riprodursi proprio in piccoli ristagni d’acqua.

Infine, laddove possibile o necessario si possono usare dei prodotti chimici utili per la lotta contro le zanzare.

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Davide P.
Giornalista professionista, da 20 anni opera sul web. Ha lavorato nelle maggiori realtà internet del Paese ricoprendo ruoli di elevata responsabilità. Attualmente opera come consulente editoriale per progetti digitali nazionali e internazionali

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