COLONSCOPIA: preparazione, dieta e tecnica

La colonscopia è un esame che si utilizza per visualizzare dall’interno del lume intestinale le pareti del colon.

Questa tecnica endoscopica si attua per diagnosticare anomalie dei tessuti e per evidenziare la presenza di polipi, ulcere o tumori al colon-retto.

Attraverso la colonscopia è possibile anche rimuovere eventualmente dei piccoli polipi in fase iniziale che vengono scoperti durante la visita.

L’esame viene effettuato a scopo di screening per i pazienti che hanno un’elevata familiarità con la patologia del cancro al colon e può essere effettuato come test di prevenzione anche chi ha superato i 50 anni d’età.

Colonscopia: preparazione

La colonscopia è una metodica abbastanza delicata che per essere effettuata correttamente necessita di una fase preparatoria.

Questa fase è fondamentale per permettere il completo svuotamento del colon da residui fecali e favorire la visibilità del suo interno.

La procedura da effettuare è la seguente:

  • Evitare di consumare alimenti ricchi di fibre come frutta, verdura e cereali da almeno 4 giorni prima dell’esame;
  • Evitare di consumare latticini;
  • Il giorno prima di sottoporsi alla colonscopia bisogna seguire un’alimentazione totalmente liquida.
  • Sempre il giorno precedente è necessario anche bere grandi quantità di acqua e, con l’aiuto di lassativi, depurare completamente l’intestino. Infine, si procederà con un clistere per un’ulteriore pulizia;
  • Sospendere eventuali farmaci utilizzati normalmente, come gli anticoagulanti e i farmaci contenenti ferro.

Qualora il paziente non effettui nella maniera più corretta e precisa possibile questa procedura, il medico potrebbe decidere di rimandare la colonscopia.

Se, infatti, il colon non è perfettamente pulito, non sarà possibile evidenziare la presenza di eventuali anomalie delle mucose e il risultato verrebbe falsato.

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Colonscopia-dolorosa
La colonscopia può essere dolorosa e accompagnata da rare conseguenze negative

Colonscopia: come si effettua

La colonscopia è un esame abbastanza invasivo e, in alcuni casi può essere anche doloroso. Per questo motivo, a volte è possibile somministrare dei farmaci sedativi per calamare il paziente.

Inoltre, possono essere somministrati anche farmaci antispastici per favorire la distensione della muscolatura intestinale e, dunque, velocizzare e rendere meno dolorosa la procedura.

La tecnica si esegue facendo distendere il paziente su un lettino ed inserendo uno strumento, il colonscopio, all’interno del colon tramite l’orifizio anale.

Per favorire l’inserimento del colonscopio, il colon viene dilatato grazie all’immissione di aria al suo interno. Questa fase può risultare talvolta dolorosa.

A questo punto, si passa all’inserimento dell’apposito strumento nell’ano e lo si fa scivolare lentamente all’interno, lungo il colon.

Il colonscopio è costituito da una minuscola sonda munita di microcamera posizionata all’apice di un’asta flessibile. Quando questa sonda viene inserita nel colon, registra e trasmette in diretta tutto ciò che si trova intorno ad essa.

Le immagini rilevate durante la colonscopia vengono visualizzate su uno schermo in diretta e possono essere analizzate attentamente dal gastroenterologo. L’intera procedura dura all’incirca 45 minuti.

colonscopia-robotica
Per una corretta effettuazione della colonscopia, il colon deve essere vuoto e pulito

Tipologie di colonscopia

La colonscopia si suddivide in altre sottocategorie, a seconda della porzione del colon che viene indagata. Possiamo infatti distinguere:

  • La rettoscopia: l’indagine diagnostica viene così definita quando il tratto interessato all’esame è il retto, ovvero la parte finale del colon che sfocia poi verso l’esterno;
  • La rettosigmoidoscopia: in questo caso si esaminano sia il retto sia il sigma, ovvero la porzione immediatamente prima del retto;
  • La colonscopia sinistra: in questo caso si risale con la sonda lungo tutto il tratto del colon discendente;
  • La pancolonscopia: l’esame prevede l’indagine di tutto il colon;
  • La Pancolon-ileoscopia: questo esame viene effettuato per controllare eventuali infiammazioni anche a livello dell’ultimo tratto dell’intestino tenue, ovvero l’ileo, per verificare la presenza di alcune infammazioni croniche dell’apparato gastro-intestinale, come il morbo di Crohn.

L’importanza della colonscopia sta nel fatto che essa serve per effettuare una diagnosi precoce di tumore al colon-retto.

Inoltre, attraverso questa tecnica è possibile anche procedere alla rimozione di piccoli polipetti contestualmente all’indagine diagnostica stessa ed effettuare successivamente una biopsia del tessuto rimosso.

Alternative alla colonscopia

Oltre alla classica colonscopia, esistono altre tecniche alternative che possono essere utilzzate per effettuare una diagnosi di cancro al colon-retto. Queste sono:

  • Colonscopia virtuale: si tratta di una tecnica abbastanza recente che costituisce un’ottima alternativa a quella tradizionale.
    E’ una tecnica per immagini che utilizza l’irradiazione con i raggi X ed un computer che elabora le immagini in 3D del colon.
    Attraverso il monitor, il medico può visualizzare l’interno del colon in maniera virtuale proprio come se stesse effettuando una colonscopia tradizionale, ma senza l’inserimento di sonde all’interno del corpo del paziente.
    Questa metodica non riesce a individuare lesioni cancerose di piccole dimensioni inferiori a 3 mm.
    Inoltre, in presenza di piccoli polipi, sarà impossibile procedere con la rimozione degli stessi e il paziente dovrà poi essere sottoposto successivamente all’asportazione chirurgica.
  • Colonscopia robotica: questo tipo di colonscopia, come dice il nome stesso, si avvale di una strumentazione di tipo robotico dotata di sistemi in grado di viaggiare in maniera autonoma all’interno dell’intestino.
    Si tratta di un esame meno invasivo rispetto a quello classico, ma anche in questo caso vi è l’introduzione di una sonda all’interno dell’ano, che questa volta però non è legata ad un’asta flessibile ma è isolata ed è in grado di muoversi all’interno del colon grazie al collegamento con un comando esterno.
colonscopia-anestesia
Nel caso di colonscopia particolarmente problematica, il paziente può anche essere sedato

Cancro al colon-retto

Grazie alla colonscopia è possibile diagnosticare precocemente il cancro al colon-retto. Si tratta del tipo di tumore in assoluto più diffuso nel nostro Paese ed è per questo che la tecnica colonscopica assume un’importanza fondamentale nella prevenzione.

Questo genere di cancro si sviluppa quasi sempre a partire da piccoli polipi adenomatosi che proliferano negli anni andando incontro a trasformazione neoplastica.

La trasformazione, normalmente, avviene abbastanza lentamente e porta dopo circa 7-10 anni alla formazione della massa tumorale vera e propria.

Con lo screening per il tumore al colon è possibile identificare in maniera precoce la presenza di eventuali polipi al loro stadio iniziale e rimuoverli .

I polipi che si sviluppano nel colon solitamente sono sintomatici, in quanto tendono a sanguinare determinando la presenza di sangue occulto nelle feci.

Se la ricerca del sangue occulto nelle feci dà un esito positivo, si procede con l’esame più accurato e invasivo.

Si tratta della retto-colonscopia che può dare conferma di eventuali lesioni cancerose o polipi presenti nel tratto finale del colon.

Secondo le linee guida, la colonscopia deve essere effettuata ogni 5 anni nei pazienti a rischio, ovvero quelli che hanno una certa familiarità con la patologia e che quindi hanno una maggiore tendenza a sviluppare il cancro al colon.

Inoltre è consigliata anche dopo i 50 anni, con frequenza decennale, per un normale controllo preventivo.

Complicanze della colonscopia

La colonscopia è una tecnica a bassissimo rischio che prevede una percentuale di pericolosità quasi nulla.

Tuttavia, in alcuni casi possono verificarsi delle complicanze, tra queste abbiamo:

  • Sanguinamento, in particolare in seguito ad una polipectomia per l’asportazione di eventuali polipi riscontrati durante l’esame diagnostico;
  • Perforazione dell’intestino. Si tratta di un evento rarissimo che potrebbe verificarsi a causa di contrazioni impreviste dell’intestino che ne determinano la perforazione da parte del colonscopio;
  • Crisi cardiovascolari in seguito all’assunzione dei farmaci previsti per l’esame.

La colonscopia non è indicata in caso di:

  • Presenza di diverticoli, in quanto l’utilizzo del colonscopio potrebbe perforare le ernie presenti a livello del colon, determinando emorragie;
  • Dopo un intervento chirurgico al colon. In questi casi, infatti, il colon si trova in uno stato infiammatorio che potrebbe favorirne la perforazione;
  • In caso di patologie cardiovascolari pregresse. Se il soggetto è stato colpito in passato da infarto del miocardio, potrebbero insorgere anomalie cardiache durante l’esecuzione dell’esame.
Davide P.
Giornalista professionista, da 20 anni opera sul web. Ha lavorato nelle maggiori realtà internet del Paese ricoprendo ruoli di elevata responsabilità. Attualmente opera come consulente editoriale per progetti digitali nazionali e internazionali

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