CPK ALTO : significato cause e cure

La CPK, nota anche come creatinfosfochinasi, è un enzima a cui a volte si fa riferimento come creatinchinasi (e per questo lo si abbrevia come CK): viene prodotto in vari tessuti dell’organismo, e serve a produrre energia.

La creatinfosfochinasi (Cpk) interviene nel meccanismo energetico associato alla creatina, è presente nei muscoli (tipo MM), nel cuore (tipo MB) e nel cervello (tipo BB).

Nel sangue non è rilevabile la forma BB, mentre è rilevabile quella MM (fino a 50 mU/ml) e quella MB (fino a 10 mU/ml).

CPK che cos’è

L’enzima CPK gestisce la produzione di energia a livello del cuore, del cervello e dei muscoli striati, che sono quelli che controlliamo volontariamente.

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In generale, escludendo gravi patologie come l’infarto o le malattie polmonari di cui parleremo più avanti,  il Cpk alto può indicare il grado di affaticamento muscolare: quando il suo valore, che raggiunge il massimo quindici ore dopo lo sforzo, è superiore a 300mU/ml di sangue, è opportuno prendersi qualche giorno di riposo.

Per esempio, se ci si strappa il muscolo di una gamba mentre si corre, o semplicemente se ci si lesiona il muscolo del cuore per colpa di un infarto, le cellule muscolari o le cellule cardiache che hanno subìto un danno rilasciano la CPK: nel giro di quattro o sei ore dall’evento si può rilevare un incremento dell’attività di questo enzima, che raggiunge il valore massimo dopo circa 15 ore e infine, in tre o quattro giorni torna normale.

Come dicevamo, esistono tre forme differenti di CPK :

  • CK-MM che riguarda il cuore e i muscoli scheletrici
  • CK-BB che riguarda il cervello
  • CK-MB che riguarda il cuore.

La muscolatura rappresenta la fonte più importante di CPK nel flusso ematico (MM); viceversa, nel sangue è praticamente inesistente la CPK che arriva dal cervello (BB).

CPK muscoli
CPK muscoli

CPK i valori

I valori normali di CPK sono espressi in Unità per Litro U/L e variano a seconda delle metodiche utilizzate e della temperatura alla quale viene effettuato il dosaggio, per cui si preferisce indicare un valore di Cpk alto in base a quante volte il valore osservato è superiore al limite massimo normale.

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In un uomo, i valori di CPK dovrebbero essere compresi tra le 52 e le 336 unità per litro di sangue, mentre in una donna i valori di riferimento dovrebbero andare da un minimo di 38 a un massimo di 176 unità.

Di solito i valori nelle femmine sono il 50% di quelli osservati nei maschi. I neonati presentano livelli elevati di Cpk totale, probabilmente legati allo stress fisiologico del parto. Questo dato va tenuto presente nella diagnosi di patologia muscolare, nei primi sei mesi di vita

Per quel che riguarda le isoforme, la CK-MM oscilla tra il 95 e il 100%, la CK-MB è inferiore al 3% e la CK-BB oscilla tra lo 0 e l’1%.

CPK alto : cause e significato

Le cause di CPK alto nel sangue possono essere di due tipi : parafisiologiche (le più comuni) o patologiche.

Cause parafisiologiche di Cpk alto

  •  Temperatura esterna
  •  Sforzi fisici
  •  Attività sportive
  •  Iniezioni intramuscolari
  •  Traumi muscolari
  •  Interventi chirurgici
  •  Alterazioni del rachide
  •  Provenienza da Paesi equatoriali

Condizioni patologiche associate a Cpk alto

  • Alterata funzione della tiroide
  • Trattamento con statine
  • Squlibri ellettrolitici
  • Predisposizione all’ipertermia maligna
  • Malattie neuromuscolari
  • infarto miocardico acuto

E’ bene ricordare però che prima di parlare di Cpk alto, è necessario avere conferma del dato, ripetendo il dosaggio per almeno tre volte, a distanza di un mese l’una dall’altra.

Per esempio, nei soggetti che soffrono di distrofia muscolare, e in particolare nelle persone che hanno a che fare con la forma di Duchenne, si rilevano livelli di CPK fino a 50 volte più alti dei valori normali. In generale, comunque, qualsiasi tipo di patologia che interessi la muscolatura fa registrare dei valori più elevati della media.

La fonte principale di CK-MB è, come abbiamo visto, il cuore: si è in presenza di un danno cardiaco, quindi, se si rileva un livello alto di questa forma, che può essere dovuto a un trauma cardiaco o a una miocardite.

Valori alti di CPK possono essere interpretati in modi diversi. Possono essere la conseguenza di problematiche molto differenti tra di loro-  Per esempio, di:

  • infarto cardiaco
  • infarto polmonare
  • convulsioni
  • abuso di alcol
  • ipokaliemia
  • defibrillazione
  • iniezioni intramuscolo
  • infiammazioni muscolari
  • dermatomiosite
  • delirium tremens
  • distrofia muscolare
  • trauma cranico
  •  un evento cerebrovascolare
  • uno shock elettrico
  • un intervento chirurgico.

Chiaramente, questo elenco non è esaustivo, e alla base di valori di CPK più elevati del consueto possono esserci ragioni differenti, fermo restando che non è detto che una variazione di lieve entità rispetto agli intervalli di riferimento debba avere per forza un significato clinico.

Da ricordare infine che l’aumento dei valori di CPK rilevato nel sangue è variabile: da due-tre volte il valore massimo normale, come può verificarsi in corso di miopatie congenite, fino a cinquanta-cento volte, come si osserva nelle diverse forme di distrofia muscolare,

CPK valori bassi

Nel caso in cui si riscontrino nell’organismo dei valori bassi di CPK è opportuno indagarne il prima possibile le cause potenziali. Si può trattare infatti di:

  • una massa muscolare carente
  • un danno epatico
  • problemi a livello di assorbimento

Anche il morbo di Addison e una gravidanza possono spiegare dei livelli di questo enzima più bassi rispetto alla norma.

CPK l’esame

L’esame della CPK può essere influenzato da diversi fattori: come abbiamo detto, un aumento potrebbe essere determinato dal consumo eccessivo di alcol, mentre valori ridotti possono derivare da una gravidanza allo stato iniziale.

A incidere verso un aumento del livello di questo enzima può essere qualunque tipo di trauma muscolare, sia che esso derivi da un incidente stradale, sia che esso sia provocato dall’abitudine a praticare sport di contatto (ma anche altri eventi come un’ustione, la puntura di una vespa o di un altro insetto, delle convulsioni o un intervento chirurgico hanno un’influenza diretta in tal senso). Un aumento transitorio si evidenzia dopo aver svolto un’attività fisica molto intensa o dopo aver subito un’iniezione intramuscolare.

Infine, va tenuto presente che i valori possono essere più alti della norma nelle persone che hanno una massa muscolare consistente e nei soggetti che stanno assumendo dei medicinali particolari come le statine, a cui si ricorre per diminuire il colesterolo.

Le statine, come la lovastatina, la rosuvastatina, la fluvastatina, la simvastatina e l’atorvastatina possono dare origine a effetti collaterali sotto forma di dolori alla muscolatura molto intensi. A volte tali dolori peggiorano fino a provocare la robdomiolisi, che si caratterizza per un incremento marcato della CPK ed è addirittura potenzialmente fatale. Proprio per questo motivo è necessario che ai pazienti che presentano fattori di rischio per la rabdomiolisi le statine siano prescritte con la massima attenzione.

CPK  e rabdomiolisi

Quando si parla di rabdomiolisi si fa riferimento a una patologia per la quale le cellule del muscolo scheletrico si rompono e rilasciano delle sostanze presenti nella muscolatura all’interno del sangue.

La rabdomiolisi può essere provocata da una richiesta energetica troppo elevata: per esempio, un’ischemia o un’attività contrattile intensa dovuta a una situazione di ipotermia o di ipertermia. Anche varie infezioni, i disturbi metabolici, le convulsioni, le distrofie muscolari e l’assunzione di determinati farmaci possono avere un effetto in tal senso.

Sono molti i medicinali che sono in grado di far scaturire una rabdomiolisi: per esempio tramite la rigidità continua del muscolo o la miotossicità, ma anche in seguito a una ischemia circolatoria. In altre circostanze, alla base della rabdomiolisi c’è semplicemente un danno muscolare diretto, derivante da uno shock elettrico o, più frequentemente, da un trauma.

CPK e statine

Prima di iniziare un trattamento a base di statine, è indispensabile misurare il livello della CPK – che poi andrà sempre tenuto sotto controllo – nel caso in cui si sia in presenza di problemi al fegato, di ipotiroidismo, di episodi precedenti di disturbi muscolari, di problemi ai reni o di una abitudine all’abuso di alcol. Il trattamento non va iniziato se si riscontra che il livello di CPK è almeno cinque volte più alto rispetto alla norma.

CPK e distrofia muscolare

La distrofia muscolare è una patologia: o, meglio, un insieme di patologie (proprio per questo motivo, sarebbe più opportuno parlare di distrofie muscolari, al plurale) che riguardano l’apparato neurologico e muscolare e hanno carattere degenerativo.

Queste malattie hanno origine genetica e provocano una progressiva atrofia della muscolatura scheletrica; la distrofia muscolare di Becker e la distrofia muscolare di Duchenne sono tra le forme più diffuse, ma non bisogna dimenticare le numerose forme intermedie, con un decorso del disturbo che varia di caso in caso.

Chi soffre di distrofia muscolare ha un livello di CPK molto più alto rispetto ai soggetti sani: le persone ammalate fanno fatica a camminare e sono poco attive; l’ingrossamento dei muscoli e in particolare dei polpacci è uno dei segni più evidenti della malattia, che al tempo stesso è caratterizzata da arti flaccidi e ipotonici che con il passare del tempo tendono a contrarsi (in quanto i muscoli agonisti e antagonisti non riescono a bilanciarsi tra di loro).

CPK quando va misurato

L’esame della CPK viene richiesto nel momento in cui una persona sperimenta i sintomi tipici di un attacco di cuore, e cioè la sensazione di morte imminente, la nausea e i conati di vomito, l’astenia, la sudorazione fredda e soprattutto un dolore inizialmente localizzato in mezzo al petto che con il tempo si può diffondere in direzione della spalla sinistra (a volte anche verso i polsi, i gomiti e la mandibola). L’esame, che è necessario anche se si soffre di dolori muscolari o se si ha a che fare con una notevole perdita di forza, non richiede alcun tipo di preparazione.

CPK e attività fisica

Abbiamo accennato al fatto che i livelli alti di CPK possono essere la conseguenza di una patologia, anche seria, ma ciò non vuol dire che ci si debba allarmare nel caso in cui le analisi del sangue mostrino un incremento dell’enzima. Infatti, una CPK maggiore del solito può essere connessa a situazioni quasi banali, come il caldo, una botta subìta giocando a calcetto, e così via.

A proposito di calcetto, nella maggior parte dei casi in cui l’incremento di CPK non deriva da una condizione patologica la responsabilità di questa variazione dei valori va individuata nello svolgimento di un’attività fisica, non per forza troppo intensa. Può sembrare strano dirlo, ma l’attività fisica comporta sempre un danno muscolare: e, come si è visto, la CPK aumenta proprio in presenza di un danno muscolare. Non ci si deve preoccupare, insomma, se la variazione dei livelli di CPK non si accompagna ad altri sintomi, come per esempio una riduzione costante della massa muscolare, la tendenza ad affaticarsi o una debolezza eccessiva. Si parla, in queste circostanze, di un aumento parafisiologico, e non patologico.

Fonti:
http://emedicine.medscape.com/article/2074023-overview;
http://www.mayomedicallaboratories.com/test-catalog/Clinical+and+Interpretive/8336
http://www.albanesi.it/salute/esami/

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Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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