DITO A SCATTO : sintomi, cause, chirurgia

Dito a scatto: di che cosa si tratta

Dito a scatto è la definizione popolare con cui è conosciuta una patologia della mano dal nome un po’ complicato, ovvero tenosivite stenosante dei flessori delle dita.

Se volessimo spiegare questa condizione clinica a qualcuno che non la conoscesse, dovremmo fargli immaginare un dito che si blocca improvvisamente in posizione flessa fino a quando non si ritrae improvvisamente tornando in posizione neutra.

Ogni dito ha dei tendini flessori che si estendono per tutta la sua lunghezza e gli danno la forza di piegarsi, estendersi e afferrare gli oggetti.

Questi tendini sono avvolti da guaine protettive e quando esse si infiammano si riduce lo spazio disponibile affinché il tendine scivoli attraverso di esse.

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Ha così origine il cosiddetto dito a scatto, che colpisce più frequentemente il pollice o il medio della mano dominante.

A volte a peggiorare la situazione si aggiunge anche la formazione di un nodulo o una piccola protuberanza che riducono maggiormente lo spazio di movimento del tendine.

Questa patologia si presenta più frequentemente nelle donne dopo la menopausa.

Sintomi, diagnosi e prognosi

Il sintomo più comune del dito a scatto è l’incapacità temporanea di raddrizzare un dito.

Quando esso rientra in posizione, a volte da solo, a volte con un’induzione manuale, provoca dolore e una sorta di rumore, come uno scatto da cui appunto la patologia ha tratto il suo nome popolare.

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Altri segni tipici di questa patologia possono essere:

  • insorgenza di una protuberanza tra il dito interessato e il palmo della mano
  • gonfiore
  • peggioramento del fastidio al mattino
  • crepitii del dito quando viene mosso
  • rigidità graduale
  • diminuzione del raggio di movimento.

In genere un esame clinico obiettivo da parte di uno specialista riesce a diagnosticare il dito a scatto senza necessità di indagini radiografiche.

Durante l’esame fisico, il medico chiederà al paziente di aprire e chiudere ripetutamente la mano, controllando le aree di dolore, la fluidità del movimento ed eventuali blocchi.

La prognosi è eccellente; quasi tutti i pazienti guariscono dopo la cura farmacologica o al massimo in rari casi dopo l’intervento chirurgico.

Ad ogni modo, il dito a scatto è una patologia assolutamente risolvibile e non invalidante.

dito a scatto menopausa
La menopausa è un fattore di rischio per l’insorgenza del dito a scatto

Fattori di rischio

Il dito a scatto non ha una causa nota, ma i fattori che gli esperti sospettano possano scatenare la patologia comprendono:

  • lesioni precedenti
  • infiammazioni croniche
  • movimenti ripetitivi o forzati della mano.

A supporto di quest’ultima tesi c’è il fatto che la patologia è in forte crescita in questo particolare periodo storico in cui siamo dipendenti dai cellulari, dai pc e dai video games e quindi sollecitiamo eccessivamente i tendini delle dita.

C’è anche un tipo manifestazione che può colpire i bambini piccoli, il cosiddetto dito a scatto pediatrico che si pensa abbia origini genetiche.

Altri importanti fattori di rischio sono:

  • Sesso; le donne infatti hanno un rischio 6 volte maggiore di andare incontro alla tenosivite stenosante
  • Età; il rischio aumenta per entrambi i sessi dopo i 45 anni
  • Soffrire di artrite reumatoide, gotta o diabete
  • Svolgere mansioni che implicano movimenti continui e ripetitivi della mano, ad esempio l’utilizzo delle forbici per le sarte, ma anche lo strumentario di chirurghi infermieri ed endoscopisti.
    In passato i pazienti erano di solito agricoltori e giardinieri che avevano a che fare quotidianamente con la potatura.
  • Il dito a scatto può essere una complicanza dell’intervento al tunnel carpale, specie entro i sei mesi successivi alla operazione chirurgica.

Trattamento

Lo scopo di un’eventuale terapia farmacologica è quello di ridurre l’infiammazione del tendine e della guaina che lo avvolge per consentire i movimenti del dito senza impedimenti.

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene o il naprossene, possono essere in grado di trattare l’infiammazione sottostante che causa la patologia.

Possono trattare anche la sintomatologia dolorosa, ma è improbabile che attenuino il gonfiore che causa il problema.

Inoltre dobbiamo tenere conto del fatto che essi aumentano i rischi di incorrere in gravi problemi cardiovascolari, gastrointestinali e renali, quindi di solito non sono raccomandati come trattamento a lungo termine.

Ultimamente si sta sperimentando con successo una nuova procedura, ovvero l’iniezione locale di cortisone che riduce l’infiammazione al tendine interessato.

I benefici nella riduzione della sintomatologia sono immediati, ma ci sono delle importanti controindicazioni.

Infatti non può essere utilizzata nei pazienti diabetici o con altre patologie infiammatorie in atto.

Inoltre è importante specificare che una discreta percentuale dei pazienti trattati con questa metodologia manifesta un ritorno dei sintomi entro 6 mesi.

Una metodologia non farmacologica ma che possiamo definire conservativa è l’immobilizzazione mediante stecca del dito a scatto interessato per alcune settimane.

Questa semplice pratica risulta risolutiva nelle forme più lievi.

Risulta efficace anche l’applicazione di impacchi di ghiaccio per pochi minuti ma più volte al giorno.

dito a scatto pc
L’utilizzo eccessivo del mouse non aiuta a prevenire l’insorgenza del dito a scatto

DAL NOSTRO FORUM : discussioni su DITO A SCATTO

Chirurgia per il dito a scatto

Se le metodologie di intervento appena citate non dovessero sortire gli effetti terapeutici sperati, il medico valuterà di intervenire chirurgicamente.

Potrà optare per un intervento chiamato release percutaneo o con una tenolisi dei flessori.

Entrambi gli interventi sono quasi sempre effettuati in regime ambulatoriale ma hanno modalità d’esecuzione diverse che cercheremo di spiegare meglio.

Release percutaneo

Il release percutaneo si effettua in ambulatorio con una semplice e blanda anestesia locale a base solitamente di lidocaina e tramite una procedura eco-guidata con l’inserimento di un ago da 16 o 18 gauge a livello della guaina del tendine interessato.

Giunto in loco l’ago, sarà sfruttato per demolire i tessuti restringenti intorno alla guaina.

Poiché non viene eseguita alcuna incisione, il paziente non necessiterà di punti di sutura e potrà tornare in tempi brevi alle sue normali attività.

Questo tipo di intervento sebbene sia molto semplice all’apparenza, è poco utilizzato perché c’è il rischio di danneggiare irreversibilmente i tendini e i nervi specie se eseguito senza guida ecografica.

Tenolisi dei flessori

La terapia chirurgica vera e propria definita tenolisi dei flessori richiede una piccola incisione e si esegue in day hospital in un tempo di circa 30 minuti.

Il chirurgo somministra un anestetico locale e quando esso comincia a fare effetto, fa una piccola incisione nel palmo della mano in corrispondenza e nei pressi del dito interessato.

Localizza quindi la guaina del tendine e la taglia attentamente per creare più spazio di movimento per il tendine stesso.

Prima di concludere la procedura e chiudere la ferita con i punti di sutura, il chirurgo flette ed estende il dito interessato più volte per assicurarsi che il tendine possa muoversi liberamente.

Una volta che l’effetto dell’anestesia si sarà esaurito, il dito dovrebbe essere in grado di muoversi normalmente sin da subito.

Il rischio di complicanze o recidive dopo l’intervento chirurgico è minimo. Circa il 97% dei pazienti ha una risoluzione completa e definitiva dei sintomi dopo la procedura.

Sarà necessario tenere una medicazione a compressione sul sito chirurgico per un paio di giorni e assicurarsi che sia mantenuta asciutta e pulita.

Per quanto riguarda i punti di sutura, essi dovranno essere rimossi dopo 14 giorni circa.

dito a scatto chirurgia
Nei casi più problematici è necessario ricorrere alla chirurgia

Ripresa dopo l’intervento

La mano interessata può essere dolorante e gonfia per alcuni giorni dopo l’intervento e per alleviare i sintomi il medico potrebbe consigliare impacchi di ghiaccio o antidolorifici come l’ibuprofene se necessario.

La maggior parte dei pazienti può tornare al lavoro dopo pochi giorni se svolge ad esempio mansioni di ufficio.

Coloro che hanno mansioni più fisiche o manuali possono necessitare di più tempo, fino a oltre 2 settimane prima di poter tornare al lavoro.

La maggior parte dei dolori derivanti dall’intervento verrà risoltà in poche settimane, anche se potrebbero essere necessari fino a 6 mesi prima che la rigidità e il gonfiore scompaiano completamente.

Il recupero dal dito a scatto può richiedere più tempo se sono state trattate più dita.

Alcuni pazienti possono beneficiare di una terapia riabilitativa dopo l’intervento chirurgico per ricondizionare e ricostruire la forza nella mano.

Il piano di recupero ovviamente deve essere studiato dal medico a seconda delle peculiarità del singolo paziente.

Le complicazioni di questo intervento contro il dito a scatto sono rare e improbabili, ma sono comunque possibili:

  • eventuali rotture del tendine
  • infezioni (trattabili e facilmente risolvibili con l’uso degli antibiotici)
  • rigidità del dito momentanea dovuta alla paura di effettuare movimenti dopo l’operazione
  • recidive, che seppur rarissime possono presentarsi anche dopo molti anni.

Consigli

Dobbiamo cercare di evitare videogiochi e pc e mettere a riposo le dita per almeno 4 settimane se si dovesse presentare qualche sintomo doloroso che faccia presagire l’insorgere del dito a scatto.

Esercizi defaticanti e di stretching andrebbero fatti ogni sera da chi passa troppo tempo a scrivere al cellulare o al pc o dai giovani sempre attaccati ai videogames.

Alcuni video tutorial che spiegano come effettuarli sono disponibili gratuitamente sul web.

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Davide P.
Giornalista professionista, da 20 anni opera sul web. Ha lavorato nelle maggiori realtà internet del Paese ricoprendo ruoli di elevata responsabilità. Attualmente opera come consulente editoriale per progetti digitali nazionali e internazionali

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