INR: cos’è
L’ INR (International Normalized Ratio) è un metodo universale per la valutazione del tempo di protrombina (PT).
Questo è uno specifico esame del sangue che misura quanto tempo impiega il sangue a coagulare.
Un test del tempo della protrombina può essere utilizzato per verificare la presenza di problemi di sanguinamento e/o emorragie ed, anche, per verificare la presenza e la prevenzione di eventuali coaguli di sangue.
- il tempo parziale di tromboplastina (PTT)
- il tempo di coagulazione attivato (aPTT)
utilizzati nel caso in cui, per esempio, si assumono farmaci che fluidificano il sangue, tipo l’eparina.
Questi esami di laboratorio, misurano altri fattori relativi alla coagulazione e possono essere utilizzati per calcolare il tempo di tromboplastina parziale e il tempo di protrombina generica.
Spesso questi esami sono realizzati con la stessa metodologia e allo stesso tempo, per controllare eventuali emorragie in corso che potrebbero verificarsi durante futuri interventi di chirurgia.
INR e Protrombina (PT)
- assunzione di farmaci che fluidificano il sangue;
- bassi livelli di fattori di coagulazione del sangue;
- cambiamenti nell’attività di uno dei qualsiasi fattori di coagulazione;
- assenza di uno dei qualsiasi fattori di coagulazione;
- assunzione di sostanze inibitore, che legate agli enzimi ne diminuiscono l’attività di coagulazione;
- aumento dell’utilizzo dei fattori di coagulazione;
- malattie del fegato, lesioni interne o esterne o trattamenti anticoagulanti.
Tempo di protrombina (PT)
- trovare una causa di sanguinamento anomalo o di lividi;
- controllare gli effetti dell’assunzione di alcuni farmaci che fluidificano il sangue;
- verificare la presenza di bassi livelli di fattori di coagulazione del sangue. Infatti, la mancanza di alcuni fattori responsabili della coagulazione, può causare disturbi emorragici come l’emofilia;
- verificare la presenza di un basso livello di vitamina K.
- la vitamina K è necessaria per la sintesi della protrombina e di altri fattori di coagulazione;
- in caso d’intervento chirurgico, che potrebbe causare eventuali emorragie;
- controllare la funzione epatica, tramite l’esame dei livelli di protrombina insieme ad altri test di funzionalità epatica, come il controllo dell’aspartato aminotransferasi e l’alanina aminotransferasi;
- verificare con quanta rapidità, il corpo, utilizza i suoi fattori di coagulazione per calcolarne il tempo.
INR: metodo di calcolo del tempo di protrombina
Il test INR è, al momento, la migliore approssimazione del tempo di riferimento della protrombina.
INR è sinonimo di un metodo per standardizzare i risultati degli esami ematici relativi al tempo di protrombina.
E’ un indice molto affidabile, quindi, realizzato misurando il tempo che impiega il plasma citrato (con l’aggiunta di citrato di sodio) a coagulare, dopo l’aggiunta di ioni calcio e di tromboplastina.
I valori normali di riferimento variano da 0,9 a 1,2, sia per l’uomo che per la donna, di diverse fasce d’età.
Le varie cause che potrebbero prolungare i tempi dell’ INR sono:
- terapie anticoagulanti con antagonisti della vitamina K
- ipovitaminosi K
- insufficienza epatica grave
- trasfusione di sangue
- coagulazione intravascolare disseminata (CID)
- terapia eparinica ad alto dosaggio.
INR: i valori
- assunzione di farmaci per fluidificare il sangue
- problemi al fegato
- inadeguati livelli di proteine che causano la coagulazione del sangue
- carenza di vitamina K
- altre sostanze contenute nel sangue che ostacolano il lavoro dei fattori di coagulazione
- aumento dei fattori di coagulazione
INR inferiore ai risultati normali, ovvero con valori < 1, significa una coagulazione più veloce che può essere causata da:
- assunzione d’integratori che contengono vitamina K
- alta assunzione di alimenti che contengono la vitamina K, come il fegato, i broccoli, i ceci, il thè verde, i cavoli, le cime di rapa e i semi di soia
- assunzione di farmaci contenenti estrogeni, come ad esempio la pillola anticoncezionale e la terapia ormonale sostitutiva

INR elevato: conseguenze
Un valore elevato di INR, ovvero superiore alla media può comportare:
- formazione di ematomi;
- svenimenti o sensazione di testa leggera;
- infezioni della pelle;
- difficoltà nei prelievi e nelle iniezioni;
- difficoltà nel bloccare un’emorragia;
- mestruazioni molto abbondanti;
- presenza di sangue nelle urine;
- gengive sanguinanti;
- articolazioni gonfie e/o doloranti;
- perdita della vista;
- anemia;
- epistassi (sangue dal naso).
INR basso: conseguenze
Un valore bassodi INR, ovvero inferiore alla media può comportare:
- formazione di trombi;
- problemi di coagulazione.
Per approfondire:
http://www.albanesi.it/salute/esami/inr.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Tempo_di_protrombina#L.27INR_e_la_terapia_anticoagulante_orale_.28T.A.O..29
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