La leishmaniosi è una malattia che solitamente colpisce gli animali, ma può interessare anche gli esseri umani.
Diversamente da quanto si possa immaginare, essa non viene trasmessa all’uomo dal cane, ma sempre da un insetto appartenente alla categoria dei flebotomi (comunemente noti come pappataci o mosche del deserto).
Il medesimo insetto, in altri termini, può infettare sia gli animali sia gli esseri umani.
Scopriamo insieme i sintomi, le cause e la cura della leishmaniosi.
Leishmaniosi: di cosa si tratta
La leishmaniosi rientra nella categoria delle antropo-zoonosi, ovvero le patologie che colpiscono sia gli animali che gli uomini.
La variante umana è una patologia determinata dai protozoi parassiti di tipo Leishmania, che si diffondono attraverso il morso dei flebotomi vettori (o pappataci).
Sono insetti dalle dimensioni inferiori a quelle di una zanzara e che, come quest’ultima, si nutrono del sangue degli esseri umani e degli animali.
I pappataci agiscono per lo più nelle ore serali e non producono rumori.
La leishmaniosi può essere distinta in tre principali categorie:
- cutanea, che causa lacerazioni alla pelle;
- viscerale (nota anche come kala-azar), che attacca gli organi interni, come, ad esempio, il fegato e la milza e che, in taluni casi, può rivelarsi fatale;
- mucocutanea (nota anche come bottone di Bahia), che causa gravi ulcerazioni delle mucose del naso, della bocca e della gola.
Questa patologia, lo ricordiamo, è particolarmente diffusa nei Paesi tropicali e subtropicali del continente africano, dell’America centrale e meridionale, dell’Asia e di alcune aree del Mediterraneo.
In Italia casi di leishamniosi umana sono stati rilevati per lo più nelle aree rurali e sub-appenniniche fino a un’altezza di 500 o 600 metri, sulla fascia costiera del Tirreno e nelle isole maggiori e minori: i casi annui sono tra i 30 e i 50.
Va detto poi che in alcune zone dell’Abruzzo, della Calabria e della Sardegna si sono registrati casi della sola forma cutanea della leishmaniosi.
Leishmaniosi: le cause
Come già detto nel precedente paragrafo, questa patologia parassitaria è determinata dai morsi dei flebotomi infetti, ovvero quegli insetti che hanno succhiato il sangue di soggetti a loro volta colpiti da leishmaniosi.
In taluni casi la trasmissione può avvenire anche in seguito a emotrasfusioni, a causa di sangue o aghi infetti, oppure per trasmissione materno-fetale (si tratta, tuttavia, di una eventualità piuttosto rara).
Leishmaniosi: i principali sintomi
I sintomi della leishmaniosi umana cutanea sono i seguenti:
- ferite della cute che possono trasformarsi in vere e proprie ulcere (paragonabili a quelle della lebbra lepromatosa); tali lesioni possono estendersi col progredire dell’infezione
- linfonodi gonfi
I sintomi della leishmaniosi umana viscerale, invece, sono i seguenti:
- aumento volumetrico della milza
- aumento volumetrico del fegato
- stati febbrili
- calo del peso ponderale
- riduzione dei globuli rossi
- calo dei globuli bianchi
- riduzione delle piastrine
- linfonodi gonfi
I fattori di rischio per la leishmaniosi umana
Uno dei principali fattori di rischio è senza ombra di dubbio un viaggio in una delle aree geografiche in cui questa patologia è particolarmente diffusa.
A tal proposito ricordiamo che si è esposti maggiormente al morso dei flebotomi nelle aree rurali; tuttavia ciò non significa che i centri urbani debbano essere considerati un luogo sicuro.
Categorie particolarmente a rischio, naturalmente, sono le seguenti:
- campeggiatori
- escursionisti
- turisti dediti al trekking
- tutti i soggetti che svolgono attività outdoor nelle aree crepuscolari
Leishmaniosi: il trattamento
La leishmaniosi cutanea, nella maggior parte dei casi, si risolve in maniera spontanea, ovvero senza che il soggetto si sottoponga a un trattamento terapeutico.
Tuttavia i tempi di guarigione possono essere anche molto lunghi e sul corpo possono rimanere evidenti cicatrici.
La variante mucocutanea prevede il medesimo trattamento della forma cutanea: va detto che è sempre necessario iniziare la cura in maniera tempestiva, in modo tale da evitare che le mucose vengano invase.
La leishmaniosi viscerale, se non trattata adeguatamente, può anche avere esiti nefasti.
Fino a qualche tempo fa la terapia farmacologica d’elezione era a base di antimonio pentavalente somministrato per via muscolare o endovenosa.
Tuttavia, a causa dei numerosi effetti collaterali determinati da questo medicinale, oggi si preferisce ricorrere all’amfotericina B, un antimicotico per uso sistemico.
Va detto ad ogni modo che, allo stato attuale, la leishmaniosi risulta essere un’infezione non facile da curare e che non sempre si riesce a risolverla con un unico approccio.
Il decorso della patologia, inoltre, varia in base alla tempestività della diagnosi e della somministrazione dei farmaci.
Leishmaniosi: è possibile prevenirla?
È piuttosto difficile prevenire la leishmaniosi, in quanto non è disponibile un vaccino ad hoc e, d’altra parte, non è facile individuare la presenza di questi insetti, essendo molto piccoli (sono circa 1/3 di una zanzara) ed essendo del tutto silenziosi.
La lotta ai pappataci si basa sostanzialmente su due tipologie di intervento:
- mettere in atto misure cautelari per evitare le punture dei flebotomi (repellenti, zanzariere, ecc.);
- ridurre il numero degli insetti attraverso l’utilizzo di appositi insetticidi e attività di bonifica nelle aree a rischio.
Qualora si stia progettando un viaggio in un Paese in cui vi è una significativa presenza di flebotomi, è necessario adottare le seguenti precauzioni:
- evitare di stare all’aperto nelle ore crepuscolari e serali;
- limitare le aree del corpo esposte, vestendosi con maglie a maniche lunghe e pantaloni;
- applicare sulla pelle un apposito repellente per insetti;
- prediligere le stanze con l’aria condizionata;
- spruzzare un insetticida in tutte le stanze dell’alloggio;
- se è assente il climatizzatore, è opportuno richiedere stanze con zanzariere alle finestre e una zanzariera agganciata al soffitto per proteggere il letto.
Leishmaniosi: la ricerca medica
La ricerca scientifica al momento sta cercando di mettere a punto un vaccino anti-leishmania a base di antigeni finalizzato a prevenire sia la forma cutanea che quella viscerale.
Ottenere una profilassi ad hoc per questa patologia è assolutamente auspicabile, in quanto è in costante crescita il numero dei soggetti infettati dal parassita di genere Leishmania: l’aumentata incidenza della patologia è dovuta soprattutto ai cambiamenti climatici.
Va detto infine che nei Paesi del Sud Europa (e in particolar modo in Spagna, in Francia e in Italia) le co-infezioni HIV-Leishmania hanno registrato un significativo aumento con impatto sanitario.
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