Mononucleosi : la malattia del bacio

Che cosa è la mononucleosi? Quali sono i sintomi e le terapie? In questo articolo cercheremo di rispondere alle più comuni domande sulla malattia del bacio.

Che cosa è

La mononucleosi, anche detta malattia del bacio o febbre ghiandolare, è una patologia infettiva acuta e contagiosa causata dal virus di Epstein-Barr (EBV) che si trasmette prevalentemente attraverso la saliva. Per via del suo decorso, a volte asintomatico e altre caratterizzato da sintomi che coinvolgono la gola, la mononucleosi viene spesso confusa con una semplice sindrome influenzale.

Il nome della malattia è dovuto alla caratteristica presenza nel sangue, in livelli nettamente superiori alla norma, di linfociti e monociti, ovvero cellule mononucleate normali, e di cellule mononucleate specifiche.

Chi colpisce 

Come già detto all’origine della mononucleosi c’è il virus Epstein-Barr che si propaga attraverso la saliva, la tosse e l’espettorato. Di conseguenza, data l’abitudine al bacio tra i più giovani, non c’è dubbio che gli adolescenti e i giovani adulti siano più esposti al rischio di contrarre la mononucleosi sintomatica.

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Generalmente la fascia più colpita è quella dei 10-35 anni, mentre gli anziani ne soffrono raramente, se non altro perché immunizzati. La maggior parte delle persone passa, infatti, la mononucleosi in giovane età senza nemmeno saperlo. Seppure limitatamente rispetto agli adolescenti, la malattia non risparmia neanche i bambini piccoli che, presentando solitamente meno sintomi, vengono curati per altri disturbi tipici della loro età, senza che la malattia gli venga effettivamente diagnosticata.

Mononucleosi
La mononucleosi è chiamata malattia del bacio perché si trasmette attraverso la saliva

E’ contagiosa? 

Si pensa che circa il 90% degli adulti abbia contratto la mononucleosi nel corso della vita, in alcuni casi senza nemmeno rendersene conto. Essendo una patologia che viene trasmessa prevalentemente attraverso le goccioline di saliva, la mononucleosi è molto contagiosa e per questo è buona norma:

  • evitare l’uso promiscuo di stoviglie, bottiglie, fazzoletti e spazzolini da denti;
  • fare in modo che i bambini più piccoli non condividano i giocattoli che possono essere portati alla bocca;
  • sottrarsi al contatto diretto con soggetti a rischio;
  • non baciare persone infette.

Inoltre appartenendo alla famiglia degli Herpesviridae, come la varicella, il virus Epstein-Barr rimane in circolo nell’organismo anche dopo la guarigione, di conseguenza è possibile che nel tempo il virus si risvegli risultando ancora contagioso.

La durata della contagiosità è piuttosto variabile: se nella maggior parte dei casi il virus viene eliminato in poche settimane, in alcune persone può permanere nella saliva molto più a lungo, anche parecchi mesi, quindi possiamo affermare che un soggetto è contagioso fino a quando le immunoglobuline M (IgM) sono positive. La positività indica, infatti, che l’infezione è in atto e che il virus è ancora in circolo nell’organismo.

Il periodo di incubazione è invece compreso tra le 2 e le 6 settimane.

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I sintomi

I sintomi più comuni della mononucleosi sono:

  • affaticamento;
  • senso di malessere generalizzato;
  • linfadenopatia, ovvero l’ingrossamento dei linfonodi a livello di collo, ascelle e inguine;
  • febbre;
  • mal di gola;
  • gonfiore alle tonsille che presentano un pus biancastro molto simile alle placche batteriche;
  • mal di testa;
  • ingrossamento della milza;
  • eruzione cutanea.

I sintomi come la febbre e il mal di gola scompaiono quasi completamente nel giro di due settimane, mentre il senso di debolezza, la linfadenopatia e l’ingrossamento della milza possono durare molto più a lungo, soprattutto se la malattia viene contratta da adulti. In questo caso le manifestazioni possono essere, infatti, particolarmente severe e prolungate.

In altri casi la mononucleosi può essere addirittura asintomatica, tanto che è possibile superare l’infezione senza lamentare sintomi significativi.

Complicazioni

Le complicanze della mononucleosi possono essere più gravi della malattia stessa. Tra le più frequenti rientrano:

  • la rottura della milza dovuta a un suo eccessivo ingrossamento che può provocare un dolore lancinante e improvviso all’altezza del fianco sinistro. In tal caso è opportuno correre al pronto soccorso poiché potrebbe essere necessario un intervento chirurgico;
  • la sovrainfezione batterica faringo-tonsillare che può essere gestita con una breve cura antibiotica;
  • l’infiammazione al fegato e l’itterizia, ovvero la colorazione giallastra della pelle e della parte bianca degli occhi dovuta a un problema epatico.

La mononucleosi può causare anche altre complicazioni meno frequenti, ma per nulla trascurabili come:

  • gravi problemi respiratori conseguenti a un eccessivo rigonfiamento delle tonsille;
  • l’infiammazione del muscolo cardiaco (miocardite);
  • la carenza di piastrine (piastrinopenia);
  • la riduzione dei globuli rossi e dell’emoglobina che determinano l’anemia;
  • alcuni problemi a carico del sistema nervoso come la meningite a liquor limpido e l’encefalite;
  • la sindrome da stanchezza cronica conseguente a un’intensa debolezza nella fase acuta della malattia.

Inoltre la mononucleosi può portare complicazioni gravissime nei pazienti con sistema immunitario compromesso come, ad esempio, i trapiantati recenti o i malati di AIDS.

Diagnosi

Il primo passo da compiere per diagnosticare la mononucleosi è sottoporsi a una visita di controllo, durante la quale il proprio medico curante verificherà l’eventuale ingrossamento di linfonodi, tonsille, fegato e milza. Quando dalla visita emerge un sospetto di mononucleosi il medico procede solitamente con la prescrizione di:

  • un esame del sangue per dosare gli indici di infezione, la transaminasi e la bilirubina;
  • un esame degli anticorpi specifici del virus Epstein-Barr con il dosaggio delle IgM, che segnalano l’infezione in atto, e delle IgG che segnalano invece se la malattia è stata contratta in passato.

Altri esami del sangue che potrebbero suggerire come possibilità la mononucleosi, senza però confermarla, sono quelli indirizzati al controllo del numero e della grandezza dei linfociti.

Cure e terapia

Trattandosi di un’infezione virale gli antibiotici si rivelano inutili per combattere la mononucleosi infettiva, pertanto va detto che non esiste una terapia farmacologica specifica, se non per curare le infezioni secondarie e alleviare alcuni sintomi come, ad esempio, il mal di gola e l’infiammazione delle tonsille.

Più nello specifico possiamo dire che la terapia contro la mononucleosi prevede:

  • un periodo di riposo assoluto a letto;
  • il reintegro dei liquidi persi per prevenire la disidratazione;
  • gargarismi con acqua salata per alleviare il mal di gola;
  • l’assunzione di analgesici da banco, come il paracetamolo o l’ibuprofene, per attenuare dolore e febbre;
  • la totale sospensione dell’attività di fisica per almeno un mese al fine di ridurre il rischio di rottura della milza, ma anche di una ricaduta.

Qualora il mal di gola dovuto alla malattia del bacio fosse connesso a un’infezione da streptococco si rivela invece necessaria una terapia antibiotica per contrastare le infezioni batteriche collegate alla malattia. Si consiglia sempre di evitare l’amoxicillina e altri derivati dalla penicillina che rischiano di sviluppare una reazione cutanea nelle persone affette da mononucleosi.

Infine è bene ricordare che il virus della mononucleosi rimane latente nell’ospite anche dopo la guarigione. In genere occorre circa un anno per ripulire la saliva, ma passato questo periodo l’eliminazione del virus continua in maniera saltuaria per tutta la vita, proprio perché non viene eliminato dall’organismo ma semplicemente confinato all’interno dei linfociti B in uno stato di inattività, in perfetto equilibrio con il sistema immunitario. Tuttavia va detto che, a causa dello stress o di specifiche terapie immunosoppressive che abbassano significativamente le difese immunitarie, l’equilibrio potrebbe rompersi e il virus riattivarsi generando una seconda infezione.

Prevenzione

Partendo dal presupposto che non esiste alcun vaccino in grado di prevenire l’infezione da Epstein-Barr, gli unici modi per scongiurare la malattia sono:

  • evitare di condividere cibo, stoviglie, utensili, asciugamani e giocattoli con chi ha avuto la mononucleosi anche dopo la scomparsa dei sintomi;
  • lavare accuratamente le mani specialmente se si entra in contatto con molte persone o con un soggetto infetto;
  • mantenere pulita la casa e frequentare ambienti sufficientemente igienizzati;
  • evitare di baciare un malato o chi ha passato da poco la mononucleosi;
  • seguire una sana alimentazione con il corretto apporto di vitamine e minerali, fondamentali per una prevenzione antivirale;
  • evitare ambienti affollati e chiusi, soprattutto quando c’è in giro il virus della mononucleosi.

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Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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