NEUROMA DI MORTON : la malattia dei tacchi alti

Neuroma di Morton: definizione e scoperta

Per comprendere in che cosa consiste il neuroma di Morton è necessario fare un cenno all’anatomia del piede.

Essa infatti è una parte del corpo complessa, composta da ventotto ossa, muscoli e tendini, che permettono al corpo una straordinaria capacità di movimento e di adattabilità a tutte le superfici.

La parte del piede interessata dal neuroma di Morton è l’avampiede, composto principalmente da falangi e metatarsi.

Il neuroma di Morton è una patologia che colpisce il nervo che attraversa la pianta del piede e che si irradia alle dita.

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Il dolore viene avvertito soprattutto tra terzo e quarto dito.

In alcuni casi questa sindrome può provocare la sofferenza di più nervi del piede, con effetti compressivi parecchio fastidiosi e invalidanti.

La scoperta del neuroma si deve al medico pistoiese Filippo Civinini, ma la patologia prende il nome dal Dott. Morton, perché è colui che l’ha studiata e descritta più dettagliatamente nel lontano 1876.

Cause

Le cause che possono condurre a questa dolenzia dell’avampiede sono le più svariate.

Alcune sono riconducibili a patologie specifiche del piede:

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  • alluce valgo o rigido;
  • piede cavo;
  • piede piatto valgo;
  • artrosi;
  • artrite reumatoide;
  • tensione dei legamenti inferiore alla norma (lassità legamentosa).

Altre invece possono essere legate a problematiche più generali, non riconducibili al piede, ma a parti specifiche del corpo, come uno scompenso posturale della schiena o degli arti inferiori o disturbi neurologici.

Anche calzature strette o con tacchi troppo alti, la pratica di un’attività sportiva che genera un sovraccarico eccessivo in sede metatarsale, microtraumi ripetuti o traumi preesistenti, possono essere alla base del neuroma di Morton.

neuroma di morton piede
Il neuroma di Morton è una patologia che colpisce il nervo che attraversa la pianta del piede e che si irradia alle dita, causando dolore

Fattori di rischio

Il neuroma di Morton, come anticipato, può avere, tra le cause che lo generano, l’uso di calzature scorrette.

Non è un caso che i tre quarti dei soggetti affetti da questa sindrome siano donne. Raramente infatti il neuroma colpisce uomini o ragazze, sono piuttosto le ultra quarantenni le più soggette.

La ragione non è difficile da comprendere. Scarpe alla moda con punte strette o tacchi vertiginosi, vengono indossate da molte donne per anni e anni, perché simbolo di femminilità e sensualità, senza rendersi conto delle ripercussioni che possono avere sulla salute.

Queste calzature infatti costringono il piede in una posizione innaturale poiché provocano una erronea distribuzione del peso corporeo a carico dell’avampiede.

I nervi della zona plantare, in questo modo, risultano compressi continuamente, tanto che prima di degenerare nel neuroma di Morton, non è infrequente che si manifestino fibrosi marcate e degenerazione della guaina mielinica.

Sintomi

Quanto ai sintomi, non è così facile individuare immediatamente questa sindrome, poiché segni esteriori come gonfiore o tumefazione dei tessuti interessati sono molto rari.

Il sintomo più tipico è piuttosto un bruciore intenso all’avampiede, che può espandersi verso le dita e il dorso, una specie di scarica elettrica che somiglia a una puntura.

In genere il dolore si acuisce non appena si indossano le scarpe, tanto che il paziente sente subito l’esigenza di toglierle.

Non è infrequente che a questi sintomi si sommi una sensazione d’intorpidimento e scarsa sensibilità alle dita.

Va da sé che chi soffre di questa condizione presenterà difficoltà a deambulare e quindi a svolgere le normali attività quotidiane.

neuroma di morton tacco
Spesso il neuroma di Morton è causato da calzature femminili con tacco alto e punta stretta che costringono il piede in una posizione innaturale

Diagnosi

In presenza dei sintomi sovra descritti è opportuno rivolgersi a un medico specializzato in ortopedia, in quanto dotato della conoscenza e della strumentazione diagnostica specifica.

In genere il primo approccio diagnostico consiste in una visita manuale del piede.

Il neuroma di Morton solitamente viene identificato, quando alla palpazione il medico avverte una massa o sente un “click” tra il terzo e il quarto metatarso (test di Mulder).

Questa manovra serve per causare volutamente il dolore tipico della sindrome e quindi identificarlo.

Pare opportuno tuttavia effettuare anche una diagnosi per esclusione per verificare la presenza di altre possibili cause come microfratture o un difetto posturale.

Per escludere l’inesistenza di fratture, rotture ossee o artriti, si rende necessario un esame radiografico.

Contrariamente a quello che si può pensare, la risonanza magnetica e l’esame ecografico non si rivelano utili e necessari a diagnosticare questa condizione dei nervi plantari.

Dopo tutti questi accertamenti, se l’ortopedico non è ancora sicuro della diagnosi può procedere iniettando un anestetico, poiché se il dolore scompare di lì a poco, il sospetto sulla presenza del neuroma di Morton è confermato.

Cure

Il primo approccio terapeutico al neuroma di Morton è piuttosto morbido.

Trattandosi di un problema che scaturisce da un’eccessiva pressione sull’avampiede il medico fornisce indicazioni sul tipo di calzatura più idonea, prescrivendo in aiuto una soletta che ammortizza e bilancia le zone di scarico del piede.

Questi accorgimenti servono per permettere ai metatarsi di allontanarsi tra loro, riducendo così la pressione sui nervi.

Esistono anche dispositivi medici (ortesi) più mirati: plantari personalizzati o separatori, che una volta indossati sollevano e allargano i metatarsi, facendo diminuire la pressione sul nervo, tra le dita interessate.

Può accadere che questi rimedi meccanici non siano sufficienti a risolvere il problema.

In questo caso si può sottoporre il paziente a un ciclo d’infiltrazioni localizzate a base di cortisone, che servono a ridurre la presenza del liquido interstiziale del nervo, generando una rapida sensazione di sollievo.

Questo approccio terapeutico graduale può essere eseguito contestualmente, ossia abbinando tutti i rimedi sovra descritti.

Nella stragrande maggioranza dei casi in cui i pazienti presentano sintomatologie dolorose importanti, un trattamento che include calzature ortopediche, plantare su misura, anti-infiammatori orali e iniezioni di cortisone si rivela la soluzione più efficace.

Trattamento chirurgico

L’intervento chirurgico, praticato in endoscopia, ha inizio anestetizzando localmente la parte.

Dopo aver praticato una piccola incisione sul dorso del piede, una seconda viene effettuata nello spazio tra le dita coinvolte, per raggiungere il nervo posto tra i due metatarsi interessati, per favorire l’ingresso della cannula.

Una terza incisione sul plantare, infine, si rivela necessaria per fare uscire la sonda.

L’intervento, di semplice esecuzione, mira a recidere la porzione di nervo colpita dal neuroma e a far scomparire in breve tempo i sintomi dolorosi.

neuroma di morton chirurgia
Il neuroma di Morton può essere trattato chirurgicamente, in endoscopia

Decorso postoperatorio

L’eliminazione chirurgica della parte di nervo affetto da neuroma di Morton non compromette nel modo più assoluto la funzionalità del piede.

In alcuni casi può permanere una leggera sensazione d’insensibilità nella zona, ma nulla di più.

Rarissimi inoltre sono i rischi d’infezione o di ricomparsa dei sintomi dolorosi.

Una possibile complicanza, del tutto trascurabile può essere la comparsa di un ispessimento (callo), facilmente risolvibile con una semplice pedicure.

Dopo l’intervento è comunque necessario avere qualche accortezza e seguire le indicazioni del medico, se si desidera recuperare pienamente il controllo e l’efficienza del piede.

L’ortopedico consiglia in genere di non sovraccaricare il piede per una settimana dopo l’intervento, d’indossare una calzatura sportiva comoda e dotata di plantare ortopedico e di attendere almeno quaranta giorni prima di riprendere qualsiasi attività.

Alcolizzazione

L’alcolizzazione, a differenza della pratica chirurgica di resezione, persegue l’obiettivo di provocare la morte del nervo responsabile, tramite un’iniezione a base di alcool e anestetico locale.

Questa procedura, più recente e meno invasiva, rappresenta una valida alternativa terapeutica e presenta diversi vantaggi.

Prima di tutto, il paziente ha un decorso post operatorio più rapido, le percentuali di successo sono superiori rispetto ai metodi tradizionali, non c’è il rischio di perdere sensibilità alle dita dei piedi e in caso di esito negativo è possibile ricorrere ad altre tecniche.

Crioterapia

La procedura in assoluto meno invasiva, che però non garantisce risultati nel lungo termine, è la crioterapia, o congelamento.

Questa tecnica sottopone i tessuti colpiti dal neuroma a temperature inferiori a 100 gradi sotto lo zero.

Il freddo, anestetizzando la parte dolorante, riesce a interferire sulla trasmissione del dolore.

Prevenzione

E’ piuttosto evidente che il neuroma di Morton non insorge dall’oggi al domani.

Infatti, a meno che, a monte, non esistano cause mediche o difetti anatomici gravi a carico del piede, è possibile fare qualcosa per prevenirlo.

Uno stile di vita sano e piccole astuzie, da mettere in atto quotidianamente, possono fare molto per preservare il benessere dei piedi.

Prima di tutto, non è detto che non esistano calzature capaci di coniugare comfort ed eleganza.

Una scarpa infatti può essere femminile anche con un tacco più basso, magari attorno ai cinque centimetri, meglio ancora con una punta arrotondata, che non costringa troppo il piede.

Un’altra buona regola da rispettare, soprattutto se si pratica sport, è di dedicare dieci minuti tutti i giorni o comunque dopo ogni sessione di allenamento, allo stretching.

Gli esercizi per allungare muscoli, nervi e tendini del piede sono moltissimi e molto efficaci.

Si possono, ad esempio sollevare gradualmente e lentamente i talloni fino a portare tutto il peso del corpo sulla punta delle dita, tornare nella posizione di partenza, con tutta la pianta poggiata a terra e ricominciare daccapo spostando di nuovo il peso sui talloni.

Un secondo esercizio, molto facile e piacevole, prevede di posizionare il piede su una pallina da tennis, esercitare una certa pressione sulla stessa, mentre la si fa roteare sotto tutta la pianta.

Anche un energico e prolungato massaggio plantare, premendo energicamente le dita sotto il piede, dalle falangi al tallone si rivela un vero toccasana per togliere pressione ai nervi e donare sollievo.

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Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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