PACEMAKER : uso, funzioni, precauzioni

Che cos’è un pacemaker. Informazioni generali

A volte ci può essere capitato di sentir parlare o di essere coinvolti in discorsi su problemi cardiaci e impianto di pacemaker.

Sono oltre tre milioni in Italia i pazienti che hanno subìto l’impianto di un pacemaker, con una procedura divenuta ormai semplice e sicura con una bassissima percentuale di complicazioni.

Chi ha il pacemaker al giorno d’oggi vive una vita assolutamente normale, lavora e vive la propria quotidianità come una persona sana e può fare sport.

I moderni dispositivi si adattano e si plasmano in base alle necessità e allo stile di vita dei singoli pazienti.

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La parola, di origine anglosassone, si può tradurre con “segna-ritmo”: è proprio questo il compito fondamentale di questo presidio, di cui parleremo meglio successivamente.

Si tratta di un piccolo presidio che va posizionato nel torace del paziente tramite un delicato intervento di cardiochirurgia.

Esso ha il compito di controllare le pericolose anomalie nella frequenza e nel ritmo cardiaco (ovvero le aritmie).

Quando e perché viene impiantato un pacemaker?

Partiamo dalle origini del problema, ovvero dal cuore, una macchina perfetta che batte all’interno del nostro petto e che funziona più o meno come un impianto di conduzione elettrica.

Questo sistema di conduzione ha il suo “interruttore” sulla sommità del cuore, in quello che è chiamato nodo senoatriale.

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Da questo punto ogni battito cardiaco, come un segnale elettrico, si diffonde per tutto l’organo cominciando dalle due camere superiori, gli atri, e terminando in quelle inferiori (ventricoli), per poi ricominciare.

Il battito cardiaco non è nient’altro che la somma delle contrazioni di queste camere che pompano il sangue in tutto il nostro corpo.

Quando ci sono delle anomalie nella trasmissione dei segnali elettrici parliamo di aritmia.

A seconda della tipologia di errore di conduzione possiamo avere come risultato che il cuore batta troppo lentamente, troppo velocemente o in maniera del tutto irregolare.

pacemaker impianto
Sono oltre tre milioni in Italia i pazienti che hanno subìto l’impianto di un pacemaker, con una procedura divenuta ormai semplice e sicura

Bradiaritmia

Parliamo di bradiaritmie quando ci troviamo di fronte ad anomalie del ritmo cardiaco che causano un battito patologicamente lento.

La maggior parte delle bradiaritmie è dovuta a bradicardia sinusale o ad arresto cardiaco.

La bradicardia sinusale si verifica invece quando il battito è troppo lento perché ci sono dei rallentamenti nella conduzione elettrica del cuore.

Occorre però precisare che alcune persone possono avere un battito cardiaco lento a causa di una buona salute cardiovascolare dovuta all’allenamento.

In tutti gli altri casi, la bradicardia sinusale è una condizione anormale che richiede l’intervento medico.

Tachiaritmia ed extrasistole

La tachiaritmia invece è caratterizzata da una frequenza altissima di battiti che supera i 90 o addirittura 100 al minuto ed è correlata a profondo senso d’angoscia e oppressione al petto.

Poi abbiamo anche le extrasistole che si presentano quando lo stimolo elettrico origina in luoghi diversi da quello naturale e portano irregolarità nella conduzione, nel ritmo e nella frequenza dei battiti.

Arresto cardiaco

Per completare la nostra carrellata di patologie che richiedono l’impianto di un pacemaker non possiamo non citare la più importante e grave ovvero l’arresto cardiaco.

Il termine arresto cardiaco indica in linea generale un’interruzione nel sistema di conduzione del cuore, ma ne esistono vari tipi classificati in base a:

  • posizione, ossia dove nel sistema di conduzione si verifica il blocco
  • grado di severità, cioè se l’arresto è lieve e quindi causa solo una conduzione ritardata oppure grave, se l’interruzione nel sistema di conduzione è totale.

Tutti questi episodi creano problemi a tutto il nostro organismo.

Oltre alla sintomatologia importante che comprende sensazione di svenimento o sincope, fame d’aria e fiato corto, si rischia un danno sistemico che può portare alla morte.

pacemaker aritmia
Il pacemaker viene impiantato per regolarizzare le anomalie del battito cardiaco

DAL NOSTRO FORUM : discussioni su PACEMAKER

Funzione del pacemaker

Il pacemaker controlla tutto ciò che causa queste anomalie di conduzione che sfuggono al controllo del nostro cuore e quindi:

  • blocca le aritmie
  • accelera il battito cardiaco quando è troppo lento (bradicardia)
  • placa il battito cardiaco quando è troppo veloce (tachicardia).

Inoltre, in caso di necessità, ha il compito di guidare e coordinare l’attività elettrica tra ventricoli.

Lo fa effettuando un reset nella sincronia dei battiti ed evitando così l’insufficienza cardiaca (in quest’ultimo caso si parla di pacemaker CRT).

I dispositivi ultra moderni che vengono utilizzati offrono inoltre importanti informazioni al cardiologo.

Egli può monitorare non solo ritmo e conduzione elettrica, ma anche la temperatura del sangue e il numero dei respiri al minuto (frequenza respiratoria).

Queste nuove funzioni sono importanti per migliorare lo stile di vita dei pazienti, in quanto fanno sì che l’azione del pacemaker si modifichi adeguando la frequenza cardiaca all’attività fisica del paziente.

Un pacemaker può essere anche provvisorio e quindi rimosso dopo il tempo necessario per accertarsi che, con opportuna terapia farmacologica, il disturbo aritmico scompaia.

Oppure può essere usato in tutte le situazioni di problematiche momentanee come rallentamenti dovuti a sovradosaggio di farmaci, infarti o interventi di cardiochirurgia.

Parliamo di pacemaker dal punto di vista tecnico

Ogni pacemaker è formato da una piccola scatola in metallo sottile chiamata generatore di impulsi, al cui interno è contenuto un mini processore.

Questo permette al cardiologo di programmare e impostare la frequenza dei battiti e vari altri parametri.

Poi ci sono dei cavi che trasportano gli impulsi dal generatore al muscolo cardiaco.

Esistono pacemaker a una, due o tre camere.

  • I pacemaker a camera singola hanno un cavo per trasportare gli impulsi da e verso l’atrio destro o il ventricolo destro.
  • I pacemaker a due camere hanno due conduttori, uno sull’atrio destro e uno sul ventricolo destro, in modo tale da consentire un ritmo cardiaco che somigli il più possibile a quello fisiologico.
  • Quelli a camera tripla hanno in genere una derivazione sull’atrio destro, una sul ventricolo destro e una per stimolare quello sinistro.

Quest’ultima tipologia a tre camere è utilizzata in particolare su pazienti che soffrono di un indebolimento grave del cuore che provoca insufficienza cardiaca severa.

Tutti i pacemaker appena descritti “risincronizzano” i ventricoli e possono migliorare l’efficienza della contrazione del cuore.

Tra le varie tipologie di dispositivi esistenti abbiamo già citato i pacemaker temporanei.

Essi sono destinati ad un uso a breve termine durante il ricovero o perché ci si aspetta che l’aritmia sia temporanea e alla fine si risolva.

Come terza ipotesi, possono essere utilizzati perché si rende necessario un trattamento d’urgenza fino a quando un pacemaker permanente non possa essere posizionato.

Il generatore di impulsi di un pacemaker temporaneo si trova all’esterno del corpo e può essere fissato alla pelle o al letto del paziente, che viene monitorato per evitare complicazioni.

I pacemaker permanenti invece sono destinati solo all’uso a lungo termine in pazienti con patologie cardiache croniche o ricorrenti come bradiaritmia o tachiaritmia.

pacemaker sport
L’impianto di un pacemaker è compatibile con la pratica sportiva

Informazioni aggiuntive importanti

Sebbene i pacemaker moderni vadano incontro a meno problemi rispetto ai loro predecessori, occorre prestare attenzione alle interferenze elettromagnetiche.

L’utilizzo e il contatto con elettrodomestici di uso comune come forno a microonde, radio, televisione non creano alcun problema.

Lo stesso vale per pc, dispositivi wireless e cellulari.

Per quanto riguarda invece gli antifurti a onde elettromagnetiche presenti nei luoghi pubblici e i metal detector, si consiglia di non sostare in prossimità di essi in quanto sono stati registrati casi di leggere interferenze clinicamente rilevanti.

Bisogna sempre far presente di essere portatori di pacemaker e in caso sia necessario essere sottoposti a una perquisizione fisica manuale al posto di quella automatizzata.

Alcuni tipi di interventi e procedure mediche e chirurgiche come l’uso dell’elettrobisturi o di elettrostimolatori sono sconsigliate perché potenzialmente deleterie.

Per quanto riguarda la risonanza magnetica, mentre un tempo era vietata oggi è possibile effettuarla se si ha impiantato un dispositivo di ultima generazione con tecnologia “MRI safe”.

Esso è compatibile con questo tipo di esame e non crea alcun problema al pacemaker e di conseguenza al paziente.

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Davide P.
Giornalista professionista, da 20 anni opera sul web. Ha lavorato nelle maggiori realtà internet del Paese ricoprendo ruoli di elevata responsabilità. Attualmente opera come consulente editoriale per progetti digitali nazionali e internazionali

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