SFIGMOMANOMETRO : come funziona, qual è il migliore

Ognuno di noi sa quanto è importante controllare la propria salute e cercare di mantenere quest’ultima in buono stato il più a lungo possibile.

Tra i controlli più importanti che si possono effettuare, non si può non ricordare la misurazione della pressione arteriosa, che si effettua tramite sfigmomanometro.

Se troppo bassa o troppo alta può esporre a serie patologie o addirittura mettere a repentaglio la vita.

Misurare la pressione arteriosa è infatti una buona abitudine che tutti dovrebbero assumere.

Una volta la pressione la si misurava solo dal medico o in ospedale, al massimo presso le farmacie.

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Oggi, con nuove apparecchiature disponibili sul mercato, quest’operazione è diventata “casalinga”, alla portata, cioè, anche di coloro che non possiedono conoscenze mediche approfondite.

Tralasciando il discorso sui misuratori di pressione elettronici, qui porteremo avanti un focus sulla tecnica di misurazione manuale, che avviene attraverso sfigmomanometro.

Ma che cos’è uno sfigmomanometro, a che cosa serve e, soprattutto, esistono dei buoni sfigmomanometri in vendita utili alla misurazione casalinga?

sfigmomanometro digitale
L’uso dello sfigmomanometro manuale è stato via via sostituito dall’uso di quello digitale

Che cos’è uno sfigmomanometro e in quante tipologie si può trovare

Uno sfigmomanometro è uno strumento biomedicale che serve per la misurazione della pressione arteriosa.

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È stato il primo strumento in assoluto ad essere deputato a tale funzione.

Noto anche con i nomi sfigmometro o sfigmoscopio, lo sfigmomanometro può essere distinto in due tipologie principali:

  • manuale
  • elettronico.

A sua volta, lo sfigmomanometro manuale può essere:

  • a mercurio (con colonna, che funziona tenendo conto di una particolare unità di misura: il millimetro di mercurio mmHg)
  • aneroide (senza colonnina di mercurio ma con indicatore a cronometro).

La sua funzione principale è quella di rilevare due tipi di pressione:

  • diastolica (minima)
  • sistolica (massima).

A differenza dei misuratori di pressione elettronici, lo sfigmomanometro classico o manuale richiede un minimo di competenza e la conoscenza delle giuste regole d’uso.

L’utilizzo degli sfigmomanometri manuali è andato calando in questi ultimi anni, a favore di quelli elettronici, tuttavia c’è ancora chi li preferisce perché restano più attendibili e precisi.

Un po’ di storia e curiosità su questa apparecchiatura

Il nome sfigmomanometro deriva dai termini greci sphygmòs (pulsazione), manòs (raro) e mètron (misura).

Dalle stesse parole deriva anche il termine sfigmometro. Incerta e controversa è la storia della sua invenzione.

Secondo alcuni, il padre di questa apparecchiatura sarebbe il chimico napoletano Pietro Pulli, vissuto tra la fine del ‘700 e la prima metà dell’800.

Secondo altri, invece, sarebbe stato l’austriaco Samuel Siegfried Karl Ritter von Basch alla fine dell’800 ad inventare il misuratore di pressione a mercurio.

Quale che sia la vera paternità dello sfigmomanometro, è un fatto che esso fu perfezionato da un italiano: il medico Scipione Riva Ricci.

Egli, nei primi anni del ventesimo secolo concepì la versione più comoda di questo strumento, con l’adozione del bracciale pneumatico.

sfigmomanometro manuale
Molti medici continuano a preferire lo sfigmomanometro manuale a quello digitale

Come si utilizza uno sfigmomanometro -1 

Prima di capire come si utilizza uno sfigmomanometro, vediamo di cosa è composto.

Quello elettronico consta di un semplice manicotto o bracciale a strappo su cui è attaccato il misuratore elettronico che agisce in totale autonomia: basta solo premere un pulsante.

Lo sfigmomanometro manuale, invece, è composto da un bracciale di gomma con apertura a strappo in velcro, collegato da un lato con una pompetta, dall’altro con una colonnina di mercurio o un rilevatore di misure molto simile ad un cronometro.

Dal momento che questo tipo di sfigmomanometro si basa sul metodo di auscultazione brachiale, collegato al bracciale di velcro, vi dovrà essere anche la piastra di uno stetoscopio.

È importante che la piastra sia posizionata di pochissimo sopra il gomito, verso l’interno del braccio, e sotto la fascia/bracciale con chiusura a strappo.

La fascia, a sua volta, non dovrà essere troppo larga né troppo stretta, onde evitare falsificazioni dei risultati che possono dar vita anche a terapie scorrette.

Come si utilizza uno sfigmomanometro -2

Una volta chiusa la fascia si comincerà a premere la pompetta collegata all’estremità del filo: in questo modo, con la compressione dell’aria, si comprimeranno anche i dotti sanguigni.

La pompetta dovrà essere premuta più volte fino ad azzerare la percezione del battito cardiaco.

A questo punto si può cominciare a rilasciare aria, decomprimendo gradualmente la pressione tramite la valvolina al lato della pompetta, e prestare attenzione al primo rumore udito.

Questo sarà infatti il valore corrispondente della pressione massima (sistolica).

Di seguito, si può continuare a rilasciare aria: quando non si udirà più alcun rumore nello stetoscopio, occorrerà segnare tale dato come pressione minima (diastolica).

Perché una misurazione della pressione arteriosa attraverso sfigmomanometro aneroide risulti efficace, occorre che il paziente sia seduto (o disteso) da qualche minuto, senza indumenti che comprimano il braccio e con quest’ultimo sollevato all’altezza del cuore.

Come si leggono i risultati?

Esistono dei valori standard fissati dalla medicina classica, che possono darci un orientamento sui giusti valori della pressione arteriosa.

Quando la pressione diastolica (minima) è inferiore ad 80 e la sistolica (massima) è più bassa di 120, allora ci troviamo di fronte a valori ottimali.

Quando i valori sono inferiori a questi, possiamo parlare di ipotensione (pressione bassa), che diventa pericolosa quando si attesta sui 50/33 mm/Hg.

La pressione più alta del normale può invece essere classificata in più stadi:

  • pre-ipertensione se la sistolica è compresa tra 120 e 139 e la diastolica tra 80 e 89;
  • ipertensione al primo stadio, se la sistolica si attesta tra 140 e 159 e la diastolica tra 90 e 99;
  • ipertensione al secondo stadio, se la sistolica è maggiore di 160 e la diastolica sopra 180.

Quando la pressione sistolica è sopra 180 e la diastolica è maggiore di 110 la situazione può diventare grave, poiché si tratta di una crisi ipertensiva, da risolvere al pronto soccorso.

sfigmomanometro ipertensione
Lo sfigmomanometro è utile per accorgersi in tempo di eventuali anomalie della pressione arteriosa

Qual è il miglior sfigmomanometro sul mercato: i prezzi

Come per tutti i prodotti sul mercato, anche per gli sfigmomanometri la scelta è molto ampia e può accontentare tutte le esigenze: dal prezzo alle prestazioni.

Ricordiamo che gli strumenti più costosi giustificano il loro prezzo con una manutenzione migliore e la mancanza di necessità di tarare lo sfigmomanometro manuale ogni anno.

Con poco più di 20 euro si può acquistare uno strumento basic (come il Ca-Mi, modello P-50), che ha ottenuto buone recensioni da parte dei consumatori non medici sui maggiori siti di e-commerce.

Il GIMA 33351 di Ekra, con i suoi 1.800 euro di prezzo, è invece uno strumento integrato con misurazione elettronica oscillometrica.

Un ottimo compromesso, dato dalle buone recensioni di chi ha utilizzato l’apparecchiatura e dal prezzo abbordabile, può venire dal GIMA 32688 (Perfect aneroide), sempre prodotto dalla tedesca Ekra.

Ciò che viene apprezzato di più di questo prodotto è la garanzia che si tratti di uno strumento altamente professionale ed affidabile.

Chi sceglie uno sfigmomanometro manuale cerca infatti proprio queste qualità, che invece nei misuratori di pressione elettronici non sempre vengono garantite.

Unica pecca delle apparecchiature manuali potrebbe consistere, infine, nella non facilissima lettura da parte dei presbiti, dal momento che la scala graduata ha numeri molto piccoli.

Qual è il miglior sfigmomanometro sul mercato: i più venduti

Passando dal parametro prezzo a quello delle maggiori vendite, lo sfigmomanometro manuale più venduto è senz’altro il modello GIMA 32698 di Ekra, Switch 2.0.

Con circa 50 euro si possono ottenere tutte le migliori caratteristiche di un misuratore di pressione aneroide:

  • leggerezza
  • facilità d’uso, anche con una mano
  • adattabilità sia per destrimani sia per mancini
  • valvola in ottone molto sensibile con la possibilità di discesa di pochissimi mmHg per volta.

Davvero non è difficile trovare lo strumento che meglio si adatta alle esigenze di tutti: da una particolare tipologia di pazienti ai medici, fino a chi desidera tenere sotto controllo la propria pressione arteriosa quotidianamente.

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Davide P.
Giornalista professionista, da 20 anni opera sul web. Ha lavorato nelle maggiori realtà internet del Paese ricoprendo ruoli di elevata responsabilità. Attualmente opera come consulente editoriale per progetti digitali nazionali e internazionali

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