TACHICARDIA : ecco perché il cuore batte velocemente. Sintomi, cause e cure

La tachicardia si riferisce ad una patologia del cuore in cui la frequenza cardiaca a riposo (FC), cioè senza particolari attività in corso, supera i 100 battiti al minuto.
Questa condizione può essere più o meno pericolosa, a seconda della causa per cui si presenta. In generale, la frequenza cardiaca a riposo in un adulto batte tra i 60 e i 100 battiti al minuto, e quando un individuo presenta episodi di tachicardia, il ritmo del cuore batte, significativamente, molto più veloce.
Le frequenze cardiache sono controllate da impulsi elettrici che vengono inviati tramite i tessuti del cuore e quando il cuore produce segnali elettrici rapidi, si presenta la tachicardia: il cuore batte troppo rapidamente, pompa sangue in maniera meno efficiente e l’afflusso di sangue al resto del corpo, viene ridotto.

Tipologia di tachicardia

Possiamo identificare tre diversi tipi di tachicardia:

  1. Tachicardia sopraventricolare: quando si origina al di sopra del ventricolo cardiaco;
  2. Tachicardia ventricolare: quando si presenta un’alterazione del ritmo cardiaco  al di sotto del ventricolo cardiaco;
  3. Tachicardia sinusale: quando le frequenze cardiache del ritmo sinusale (il battito imposto al cuore dal nodo seno atriale) aumentano, ma ciò non è allarmante.
La tachicardia sopraventricolare è quella che colpisce le persone che fumano, assumono alcool e sostanze eccitanti, in eccesso; in alcuni casi è legata agli attacchi di cuore ed è più comune nelle donne e nei bambini.
La tachicardia di tipo ventricolare, invece, è legata a disturbi cardiaci più gravi, come la mancanza di ossigeno, condizione chiamata sarcoidosi, e provoca il rigonfiamento della pelle e di altri tessuti del corpo .

TACHICARDIA : i sintomi

Quando il cuore batte più velocemente, i muscoli del cuore (miocardio) hanno bisogno di più ossigeno, e se questa condizione persiste, le cellule del miocardio potrebbero degenerare, portando così ad un attacco cardiaco (infarto del miocardio).

Alcuni pazienti con tachicardia possono non avere sintomi e, nemmeno, complicazioni, tuttavia, questa patologia aumenta significativamente il rischio di ictus, di arresto cardiaco improvviso e può portare, persino,alla morte.

I sintomi più comuni della TACHICARDIA sono:

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  • frequenza cardiaca accelerata (tachicardia)
  • dolore al petto (angina): dolore o fastidio al petto che si verifica quando il cuore non riceve abbastanza flusso sanguigno
  • confusione
  • vertigini
  • bassa pressione sanguigna (ipotensione)
  • palpitazioni: sensazione di battito irregolare
  • respiro corto e affannoso
  • improvvisa debolezza
  • svenimento (sincope)
  • dispnea

Non è insolito per alcuni pazienti con tachicardia avere tutti i sintomi, quasi in contemporanea, e la patologia, generalmente, si diagnostica con sicurezza tramite un esame fisico.

TACHICARDIA : le cause

La tachicardia è, generalmente, causata da un’anomalia degli impulsi elettrici che controllano la normale azione di pompaggio del nostro cuore, quindi, l’irregolarità della velocità del battito cardiaco.

Le possibili cause di tachicardia, possono derivare da situazioni, condizioni e/o altre patologie in corso:
  • Reazioni particolari a determinati farmaci
  • Causa congenita, quindi, presente alla nascita
  • Anomalie nel percorso degli impulsi elettrici nel cuore
  • Anomalie congenite del cuore
  • Consumo eccessivo di alcool
  • Consumo di cocaina e altre droghe eccitanti
  • Squilibrio elettrolitico
  • Scarsa irrorazione sanguigna e danni ai tessuti cardiaci, compresa la malattia coronarica per eccellenza (arteriosclerosi)
  • Disfunzioni della valvola cardiaca
  • Insufficienza cardiaca
  • Malattia del muscolo cardiaco (cardiomiopatia)
  • Tumori o infezioni, nei casi più gravi
  • Ipertensione
  • Ipertiroidismo, iperattività della ghiandola tiroide
  • Fumo
  • Alcune malattie polmonari
A volte, non è possibile identificare la causa esatta della tachicardia.

Fattori di rischio che comportano la tachicardia

I fattori di rischio che, nella maggior parte dei casi, comportano la tachicardia sono più gravi se il paziente ha già una condizione dannosa del tessuto cardiaco in corso e mette a dura prova il cuore. I seguenti fattori sono legati ad una maggiore probabilità di contrarre episodi di tachicardia:
  • Età: le persone con età superiore ai 60 anni hanno un rischio significativamente più elevato di contrarre la tachicardia rispetto ad individui più giovani
  • L’ansia
  • Il consumo di grandi quantità di alcool regolarmente
  • Il consumo di grandi quantità di caffeina e altre bevande eccitanti
  • La genetica: le persone che hanno familiari con tachicardia o altri disturbi del ritmo cardiaco hanno un rischio maggiore di sviluppare questa patologia
  • Malattie del cuore
  • L’ipertensione, ovvero la pressione alta
  • Lo stress mentale e fisico
  • Il fumo di sigaretta, ridotto o eccessivo
  • L’uso di droghe, ridotto o eccessivo
tachicardia
Tachicardia

TACHICARDIA : la diagnosi

Non vi sono prove certe, per capire se si ha la tachicardia, se non effettuando degli esami tramite lo studio della storia clinica del paziente, esami fisici, analisi di laboratorio e tanti altri. Vediamo attraverso quali esami è possibile diagnosticarla.
  • Elettrocardiogramma: mostra l’attività elettrica del cuore e gli elettrodi posizionati sulla pelle del paziente, servono per misurare gli impulsi elettrici emessi dal cuore; questo test mostrerà, anche, qualsiasi altra patologia cardiaca precedente che potrebbe aver contribuito ad avere casi di tachicardia.
  • Ecocardiogramma: questo esame consiste in un tipo di ricerca tramite ultrasuoni, che con il rimbalzo dei suoni delle strutture dell’apparato cardio-circolatorio, riproducono su schermo un’immagine in movimento del cuore;  questo può aiutare nella ricerca di eventuali anomalie strutturali congenite o che potrebbero essere cause fondamentali della tachicardia.
  • Analisi del sangue: aiutano a determinare se, i problemi alla tiroide o altre sostanze, possono essere fattori che contribuiscono alla tachicardia del paziente.
  • Holter: il paziente indossa un dispositivo portatile che registra tutti i battiti cardiaci durante una giornata intera; questo apparecchio si indossa sotto i vestiti e registra le informazioni dell’attività elettrica del cuore, senza creare problemi alle normali attività quotidiane, per massimo due giorni.
  • Prove di resistenza: vengono praticati alcuni esercizi ginnici (cyclette, stretching o altri) o, se non è possibile vista la gravità della situazione, vengono somministrati dei farmaci per l’aumento della frequenza cardiaca; durante queste prove di resistenza, vengono registrate le frequenze cardiache e s’individuano eventuali anomalie.
  • Test elettrofisiologici: vengono introdotti dei cateteri, dopo la somministrazione di un anestetico locale, che vengono spinti verso il cuore; è un esame abbastanza invasivo, indolore, che permette di identificare aritmie e le cause del ritmo cardiaco irregolare.
  • Radiografia del torace: le immagini a raggi x aiutano il medico nel controllo dello stato del cuore e dei polmoni del paziente; inoltre, potrebbero essere rilevate anche altre condizioni che causano la tachicardia.
  • Tilt Table Test (HUTT): recentemente è divenuto uno tra i test più attendibili, dove il paziente viene fatto stendere su un lettino che vine inclinato a 60 gradi e, quindi, viene controllata la pressione sanguigna e il ritmo e la frequenza cardiaca, per circa tre quarti d’ora, seguendo il protocollo di Westminster.

TACHICARDIA: le complicazioni

Il rischio di avere delle complicanze dipende da diversi fattori, tra cui:
  • la gravità della patologia
  • il tipo di tachicardia
  • la frequenza degli episodi di tachicardia
  • la durata della tachicardia
  • la presenza di altre condizioni cardiache
 Le complicanze più comuni sono:
  • coaguli di sangue, che umentano significativamente il rischio di infarto o ictus;
  • insufficienza cardiaca, che avviene quando il cuore non pompa il sangue in nel corpo, in modo efficiente;
  • svenimenti;
  • morte improvvisa, in genere legata alla tachicardia ventricolare.

TACHICARDIA: il possibile trattamento 

Le opzioni di trattamento variano, a seconda di ciò che ha causato la tachicardia, l’età del paziente, la sua salute in generale e di altri fattori. Lo scopo dei trattamenti è quello di affrontare ed eliminare la causa della patologia. I trattamenti più comuni sono:

  • manovre vagali: il nervo vagale aiuta a regolare il battito cardiaco, questo trattamento può avvenire tramite l’assunzione di farmaci o di  vere e proprie manovre che interessano questo nervo, tramite la stimolazione dei bulbi oculari o della carotide, dell’applicazione di ghiaccio sul viso o la respirazione forzata a glottide chiusa;
  • trattamento farmacologico: di farmaci antiaritmici, che possono essere somministrati per via orale o tramite iniezione per ripristinare il normale battito cardiaco;
  • cardioverter: piccoli strumenti elettrici che sono in grado di bloccare sul nascere, eventuali, aritmie e quindi, di ripristinare la regolare frequenza cardiaca;
  • defribillatore: utilizzato nei casi più gravi di aritmia, che genera scariche elettriche tramite delle piaste in metallo in grado, nella maggior parte dei casi, di ripristinare il normale battito cardiaco e di evitare casi di decesso da arresto cardiaco.

TACHICARDIA : consigli per attenuare i sintomi

Di regola, se si soffre di tachicardia, il trattamento farmacologico è la terapia più efficace per combattere il disturbo; non è escluso, però, che il cambiamento di alcuni lati del proprio stile di vita quotidiano, possano attenuarne gli effetti. Ecco quali sono:

  • evitare fumo, alcool e sostanze eccitanti: maggiori fattori di causa e peggioramento della tachicardia;
  • imparare a controllare la respirazione: può insegnare a controllare il respiro e aiuta a ridurre i sintomi più gravi;
  • praticare esercizi di rilassamento: gli esercizi di rilassamento sono un ottimo sostegno terapeutico per la prevenzione e la cura della tachicardia;
  • evitare situazioni stressanti: spesso eventi traumatici e di evidente stress, possono portare al peggioramento della patologia, quindi meglio evitarne il più possibile.

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Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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