La Tachipirina è un farmaco che viene utilizzato per abbassare la febbre e come antidolorifico: il suo principio attivo è il paracetamolo, che agisce come antipiretico e come analgesico.
Ecco perché questo medicinale è raccomandato per il trattamento dei sintomi degli stati dolorosi – a prescindere dalla loro origine – di entità modesta e lieve, oltre che, come detto, degli stati febbrili.
TACHIPIRINA : quale formato scegliere?
Recandosi in farmacia, è facile rendersi conto che sono numerosi i formati di Tachipirina a disposizione:
- il granulato per soluzione orale da 500 e da 1000 mg;
- le compresse da 500 e da 1000 mg;
- il granulato orosolubile da 1000 mg;
- le compresse flashtab da 250 e da 500 mg; le compresse effervescenti da 1000 mg;
- lo sciroppo da 120 mg;
- le supposte da 500 e da 1000 mg;
- la soluzione per infusione da 10 mg
Al di là della soluzione per infusione, che viene usata unicamente in ospedale, tutti gli altri formati possono essere acquistati senza prescrizione medica.
Ciò non vuol dire che la Tachipirina sia un medicinale che può essere assunto come e quando si vuole, senza prestare attenzione alle dosi; tutt’altro: la dose massima di paracetamolo – e quindi di Tachipirina – che può essere assunta ogni giorno non deve essere superiore ai 3000 mg (quindi, nel caso di compresse effervescenti da 1000 mg di paracetamolo, non più di tre al giorno, e cioè una ogni otto ore).
TACHIPIRINA : come si assume?
Fermo restando il limite di 3000 mg che non dovrebbe essere superato, i medici suggeriscono di suddividere la dose complessiva di Tachipirina che si è intenzionati ad assumere in non meno di 3 assunzioni distribuite lungo la giornata; volendo, si può arrivare fino a 6 assunzioni giornaliere, a un intervello di almeno 4 ore l’una dall’altra.
Chiaramente, le modalità di assunzione e la via di somministrazione cambiano in base al tipo di formato con cui si ha a che fare. In linea di massima, non c’è bisogno di consultare il proprio medico prima di prendere la Tachipirina: ovviamente, tale consulto diventa fondamentale nel caso in cui l’assunzione di paracetamolo non dia i risultati sperati dopo pochi giorni.
La TACHIPIRINA va bene per tutti?
A livello generale, la Tachipirina può essere presa da chiunque, purché la si consideri per un trattamento a breve termine, a prescindere dal tipo di dolore da affrontare, per un periodo di tempo che non deve mai superare i cinque giorni.
Come abbiamo detto, se non si vedono risultati apprezzabili e il paracetamolo non si dimostra efficace, è necessario rivolgersi al proprio medico. La Tachipirina contiene il sorbitolo e il sodio: questo vuol dire che deve essere assunta con attenzione da chi ha problemi di intolleranza al fruttosio (un disturbo piuttosto raro, a dir la verità) e da chi sta seguendo una dieta povera di sodio.
Inoltre, anche i soggetti che hanno problemi ai reni e al fegato dovrebbero chiedere consiglio al proprio medico prima di assumere il paracetamolo, limitandone comunque le dosi.
Le donne incinte possono assumere la TACHIPIRINA?
Per le donne in stato di gravidanza, così come per le donne che allattano, la Tachipirina non dà problemi: in questi casi, ad ogni modo, la prudenza e le precauzioni non sono mai troppe, ed è sempre preferibile abbinare l’assunzione del paracetamolo a un controllo medico.
La correlazione tra Tachipirina e gravidanza, in pratica, è innocua, visto che questo medicinale non può provocare malattie congenite di alcun genere né aborti. Non è mai stato dimostrato scientificamente, almeno fino a questo momento, che il ricorso al paracetamolo possa provocare un aumento del rischio di aborto spontaneo (sempre che si rispettino le dosi raccomandate).
Molti medici, d’altro canto, ritengono addirittura che la Tachipirina sia l’analgesico migliore che possa essere assunto da una donna in dolce attesa. Vale la pena di mettere in evidenza l’assenza di rischi anche per il cervello del bambino in fase di sviluppo.
Per quel che riguarda l’allattamento, nel latte materno entra in minima parte il paracetamolo che la mamma ha assunto prendendo la Tachipirina, ma non ci sono rischi; d’altra parte, se la mamma ha preso un medicinale, vuol dire che probabilmente è vittima di una sindrome influenzale che potrebbe essere trasmessa al piccolo per un contatto ravvicinato, ma ovviamente non per colpa del farmaco.
La TACHIPIRINA incide sulla fertilità?
Conosciuti gli effetti della Tachipirina dal punto di vista delle donne, è utile esaminare l’azione del paracetamolo anche dal punto di vista degli uomini.
Non ci sono rischi nemmeno in questo senso: gli studi condotti fino a questo momento non hanno evidenziato problemi di fertilità correlati all’assunzione di paracetamolo prima del concepimento. Questo farmaco, quindi, non mette in alcun modo in pericolo i feti e i bambini: può essere assunto senza problemi dall’uomo perché non è pericoloso per la gravidanza.
Quali farmaci interferiscono con la TACHIPIRINA?
Se si assume la Tachipirina, è bene sapere che il profilo di sicurezza del paracetamolo e la sua azione terapeutica potrebbero essere compromessi nel caso di assunzione contemporanea di antibiotici.
Anche gli ACE inibitori, i diuretici e l’alcol hanno effetti negativi, in quanto stimolano la tossicità epatica del principio attivo. Infine, occorre fare attenzione agli oppioidi e ai FANS, visto che la loro interazione potrebbe causare un incremento dell’effetto analgesico.
Come funziona la TACHIPIRINA?
La Tachipirina è uno dei farmaci più impiegato per l’automedicazione, visto che può essere comprata senza bisogno di una ricetta o di una prescrizione medica.
Il paracetamolo, che è il principio attivo su cui si basa, agisce come analgesico non steroideo: in sostanza, svolge un’attività terapeutica di tipo selettivo che inibisce due molecole coinvolte nella comparsa della febbre e nella trasmissione del dolore.
La TACHIPIRINA viene assorbita facilmente?
Il metabolismo primario di questo medicinale si verifica a livello del fegato: è qui, infatti, che la Tachipirina è scomposta in sostanze non tossiche attraverso tre principali vie metaboliche.
Senza entrare in dettagli troppo tecnici e specifici, può comunque essere utile sapere che il metabolismo del paracetamolo dipende, in una percentuale compresa tra il 40 e il 60%, dalla cosiddetta glucoronidazione e, in una percentuale compresa tra il 20 e il 40%, dalla sulfo coniugazione (nota anche come sulfazione).
Il resto dipende dalla N-idrossilazione, con un enzima del fegato, il citocromo P450, che metabolizza il principio attivo della Tachipirina dando vita a un metabolita che poi viene coniugato con i gruppi sulfidrili del glutatione.
Al di là di questi paroloni, il succo del discorso è che tutte e tre queste vie metaboliche appena indicate producono sostanze finali che non solo non sono tossiche, ma risultano totalmente inattive, e così possono essere espulse senza problemi dai reni.
Il principale responsabile degli effetti tossici che derivano dall’assunzione di Tachipirina è il metabolita che viene coniugato con i gruppi sulfidrili del glutatione, e si chiama NAPQI.
Quali sono le controindicazioni, gli effetti indesiderati e gli effetti collaterali della TACHIPIRINA?
Il ricorso alla Tachipirina è controindicato solo se si soffre di anemia emolitica di grado elevato, di insufficienza renale o di insufficienza epatica, oltre che – ovviamente – per chi manifesta ipersensibilità nei confronti del paracetamolo o dei suoi eccipienti.
Per quel che riguarda gli effetti collaterali, è bene sottolineare che si tratta di un medicinale molto più sicuro rispetto ad antinfiammatori come i FANS, poiché la mucosa gastrica è in grado di tollerarlo con molta più facilità.
Tra le reazioni più comuni si segnalano:
- diarrea
- aumento delle transaminasi
- dolori addominali
- epatotossicità
- reazioni allergiche di natura cutanea, sotto forma di eritemi o orticaria
In ogni caso gli episodi di questo tipo sono molto rari. Per quanto la Tachipirina non sia pericolosa, comunque, è sempre meglio cercare di assumerne la quantità minima indispensabile e solo per il periodo di tempo strettamente necessario.
I vantaggi della TACHIPIRINA
Sono diversi i vantaggi che la Tachipirina garantisce:
- è un ottimo antipiretico e antianalgesico, con un effetto paragonabile a quello dell’aspirina (che, tuttavia, esercita un’azione antinfiammatoria migliore);
- può essere acquistata senza ricetta medica, e quindi è un farmaco perfetto per l’automedicazione;
- si distingue dall’aspirina e dagli altri FANS perché viene tollerata senza problemi a livello gastrico e non provoca effetti collaterali allo stomaco. Ai dosaggi raccomandati, infatti, le pareti dello stomaco non sono minimamente irritate
- può essere assunta anche in età pediatrica (cosa che non è possibile con l’aspirina).
Riassumendo: a cosa serve la Tachipirina?
La Tachipirina, in conclusione, può essere impiegata per far passare il mal di testa o comunque per alleviarlo, per abbassare la febbre e per lenire molti disturbi secondari.
Nel caso in cui si rispettino le dosi raccomandate, il farmaco è sicuro e può essere assunto senza problemi sia dai bambini che dagli adulti: si ha a che fare con una overdose acuta solo se si superano i 3000 mg al giorno o i 1000 mg per singola dose (ricordando che il consumo contemporaneo di alcol è assolutamente sconsigliato); dall’overdose acuta possono derivare danni al fegato potenzialmente letali.
In linea di massima la Tachipirina può essere ritenuta una valida alternativa rispetto all’aspirina, a maggior ragione per le persone che hanno problemi di stomaco o per tutti coloro che sono in terapia con anticoagulanti.
Qui puoi trovare il bugiardino della Tachipirina estratto dal sito Agenzia Italiana del farmaco
Fonti:
http://www.agenziafarmaco.gov.it/allegati/tachipirina_20012010.pdf;
http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/rea-online-n-56;
http://www.my-personaltrainer.it/farmaci/tachipirina.html
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