Testato esame del sangue che trova il tumore 4 anni prima che si manifesti

Da oggi è possibile scoprire 5 dei tumori più comuni e difficili da trattare con quattro anni di anticipo rispetto a quanto è possibile fare oggi, attraverso l’analisi del sangue.

Lo sostiene uno studio pubblicato oggi su Nature Communications, coordinato dall’Università della California di San Diego e condotto insieme a diverse università cinesi. Il nuovo test sperimentale che si chiama PanSeer riconosce precocemente nel 91% dei casi, i tumori di stomaco, esofago, colon retto, polmoni e fegato in persone senza sintomi, e in futuro potrebbe entrare nella routine delle analisi di controllo

Lo riportano in Italia i quotidiani La Repubblica, Il sole24ore, e l’Agenzia Ansa

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I risultati preliminari mostrano che PanSeer rileva cinque tipi comuni di cancro nell’88% dei pazienti post-diagnosi con una specificità del 96%. E dimostrano anche che PanSeer rileva il cancro nel 95% di individui asintomatici a cui poi è stata fatta una diagnosi di cancro.

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Il nuovo sistema, ancora lungi dal poter essere impiegato nella pratica clinica, si aggiunge ad altri promettenti test che sono in fase di sviluppo o validazione. Nello specifico, PanSeer sembra poter identificare i tumori di stomaco, esofago, colon retto, polmoni e fegato con un’affidabilità media del 91%. Va sottolineato, però, che per confermare queste potenzialità sarà necessario attendere i risultati dello studio su larga scala.

L’idea: cercare la firma del tumore nel Dna circolante

Come altre biopsie liquide, il sistema rileva dei “segnali” nel Dna già associati ai tumori: si tratta di metilazioni, cioè modifiche chimiche (la sequenza delle “lettere” resta la stessa, ma cambia la struttura) in grado di modulare l’espressione dei geni. PanSeer ha analizzato il Dna tumorale circolante metilato (ctmDNA), interrogando oltre 12 mila schemi di metilazione e utilizzando, tra gli altri, i dati del Cancer Genome Atlas.

Lo studio

Non si tratta certamente, rilevano i ricercatori, di ‘indovinare’ se una persona si ammalerà: il test va a cercare segnali, estremamente precoci, di un cambiamento in atto nel modo in cui si replica il Dna. La tecnica ricerca nel sangue le firme della metilazione, ossia del processo che in condizioni normali accompagna la replicazione del Dna, ma che in presenza di tumori può subire delle alterazioni.

La tecnica è stata messa alla prova su 605 individui asintomatici, a 191 dei quali in seguito è stato diagnosticato un tumore. A questi test si sono aggiunti quelli condotti su 223 persone con tumore e su 200 tessuti tumorali. Il risultato è stato incoraggiante perché ha dimostrato di poter fare una diagnosi per cinque forme diffuse di tumore.

Lo studio (Taizhou Longitudinal Study), guidato da Kun Zhang, coinvolge circa 120 mila persone, arruolate tra il 2008 e il 2018. All’inizio sono stati raccolti i campioni di sangue di tutti i partecipanti, che sono stati monitorati nell’arco dei dieci anni. Oltre 1.300 campioni sono stati usati in modo casuale per “allenare” il test. “Ogni partecipante – ha spiegato Zhang – ha donato il sangue per la ricerca durante tutto il decennio, sottoponendosi a regolari controlli medici. Sono stati ottenuti circa 1,6 milioni di campioni. In caso di diagnosi positiva al cancro abbiamo confrontato il sangue fino a quattro anni prima della comparsa dei sintomi”.

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Il concetto è quello di ricercare “segnali” comuni sulle persone che poi si sono effettivamente ammalate anche a 4 anni di distanza dai prelievi.

I risultati

Quelli presentati oggi sono i risultati preliminari, basati sull’analisi del sangue di 605 persone, di cui 191 hanno avuto una diagnosi di cancro allo stomaco, all’esofago, al colon-retto, ai polmoni o al fegato nei 4 anni successivi al prelievo. Gli scienziati hanno anche analizzato il sangue di altre 223 persone già diagnosticate, di 200 tumori primari e campioni di tessuto sano.

Secondo i dati riportati, la tecnica è stata in grado di identificare l’88% di questi tumori nelle persone già diagnosticate, con una specificità (la capacità di non dare falsi negativi) del 96%. Nelle persone asintomatiche, il tumore è stato osservato nel 95% di chi ha ricevuto solo in seguito la diagnosi, dimostrando in questo modo che è possibile individuare un cancro fino a 4 anni prima rispetto a quando viene scoperto oggi.

È improbabile – sottolinea  Zhang – che il test predica lo sviluppo futuro di tumori; più probabilmente identifica tumori in fase di crescita ma che sono asintomatici e non rilevabili dalle metodiche di screening attuali. 

Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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