UBICHINOLO : la molecola amica del cuore

Coenzima Q10 e ubichinolo: i molteplici benefici per la salute

Il coenzima Q10 e l’ubichinolo sono due integratori estremamente importanti che ancora molti potrebbero non conoscere.

Risa Schulman, Dott.ssa di ricerca, è una biologa ed esperta di alimentazione funzionale che ha trascorso gli ultimi vent’anni a studiare questi e altri integratori.

Io ho unito, per così dire, la mia passione per la fisiologia umana, la fisiologia vegetale e l’ambiente in una carriera ad ampio raggio.

Ho cercato di scoprire il modo in cui i composti vegetali e vari prodotti naturali possono aiutarci a far funzionare al meglio il nostro organismo”, dichiara.

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“Il mio obiettivo è scavare a fondo nella scienza e separare il grano dal loglio… e poi diffondere le mie scoperte, cosicché si conoscano i benefici per la salute, il modo di utilizzarli e cosa è veramente utile.”

Coenzima Q10 vs. ubichinolo

L’ubichinolo è la versione ridotta del coenzima Q10 (CoQ10, altrimenti detto ubichinone).

Di fatto sono la stessa molecola, ma, quando il CoQ10 viene ridotto, acquista due elettroni che lo rendono ciò che definiamo ubichinolo.

Nel nostro corpo questa conversione accade migliaia di volte al secondo all’interno dei mitocondri, il “motore” di ogni cellula, dove viene prodotta l’energia.

“La ragione per cui avviene questa trasformazione tra due forme della stessa molecola è che ciò fa parte del processo che ci aiuta a convertire il cibo in energia”, spiega Risa Schulman.

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“Ciò è molto importante per un funzionamento sano dell’organismo, e ovviamente lo è per tutti i muscoli, in particolare per quello cardiaco, che lavora più di tutti gli altri”.

Inoltre, per convertire il cibo in energia, l’ubichinolo svolge anche una serie di ulteriori funzioni.

Per cominciare l’ubichinolo è un antiossidante liposolubile, cioè svolge la propria attività nella porzione lipidica dell’organismo, come le membrane cellulari.

È uno dei pochissimi antiossidanti liposolubili.

L’ubichinolo è anche l’unico antiossidante liposolubile che di fatto è generato all’interno del nostro organismo e non deve essere ingerito con il cibo.

Perché l’ubichinolo è la scelta migliore per molti

La produzione di ubichinolo inizia fin dalla prima infanzia e continua fino a 25-30 anni. Quando si compiono 30 anni comincia a diminuire.

I giovani sono in grado di usare abbastanza bene gli integratori di CoQ10, ma le persone più adulte sfruttano meglio l’ubichinolo in quanto viene assorbito più facilmente.

Secondo Risa Schulman, alcune persone non possono convertire il CoQ10 in ubichinolo, e hanno bisogno di utilizzare l’ubichinolo per poterne trarre i benefici.

“Se una persona assume un integratore di CoQ10, l’organismo lo convertirà molto velocemente in ubichinolo, perché questa è la forma preferita.

Trasporterà nel sangue quel CoQ10, sotto forma di ubichinolo, fino ai tessuti e ai mitocondri”, ci spiega.

“Ma c’è chi non ha l’enzima che coadiuva la conversione del CoQ10 in ubichinolo.

Ciò potrebbe essere in parte dovuto all’invecchiamento, ma è anche una questione genetica. Esiste una cosa chiamata polimorfismo a singolo nucleotide, o SNP.

C’è un particolare SNP definito NQO1. Quando una persona ha una o due copie di questo SNP, la sua capacità di convertire il CoQ10 è lievemente o, addirittura, fortemente compromessa.

Ciò implica, praticamente, che se questa persona assume un integratore di CoQ10, il suo corpo non può convertirlo in una forma usufruibile.

Queste persone, in modo particolare, possono beneficiare moltissimo dall’assunzione di ubichinolo invece che di ubichinone”.

Le ricerche hanno mostrato che gli ispanici e i cinesi sono particolarmente soggetti a sviluppare tale polimorfismo.

Ci sono anche test genetici che possono identificare la presenza o meno di tale variazione.

La conversione di Coenzima Q10 in ubichinolo accade migliaia di volte al secondo all’interno dei mitocondri

Come rigenerare naturalmente il CoQ10

Le ricerche mostrano, in modo interessante, come si possa migliorare la conversione di CoQ10 in ubichinolo mangiando molte verdure a foglia verde, che sono piene di clorofilla, ed esponendosi alla luce solare.

Una volta che la clorofilla viene consumata, è trasportata nel sangue.

Quando si espone una parte significativa di pelle alla luce del sole, la clorofilla assorbe le radiazioni solari e facilita la conversione di CoQ10 in ubichinolo.

Si può migliorare l’assorbimento di CoQ10 anche assumendo una piccola dose di grassi sani, quali l’olio d’oliva, di cocco o l’avocado.

L’ubichinolo combatte i radicali liberi nei mitocondri

Circa il 90% o più delle specie reattive dell’ossigeno (ROS) del nostro corpo sono prodotte nei mitocondri.

Utilizzando l’analogia dei mitocondri simili a un motore, la combustione (il metabolismo) che avviene al loro interno crea dei gas di scarico, ovvero dei sottoprodotti nocivi.

Una delle funzioni dell’ubichinolo è debellare tali sottoprodotti. Quando l’ubichinolo scarseggia, i sottoprodotti restano in vita e danneggiano la cellula.

L’ubichinolo è particolarmente benefico per la salute del cuore, un marcatore del quale è la proteina C-reattiva.

Quando quest’ultima è elevata, si può discernere un maggiore rischio di sviluppare malattie cardio-vascolari, in quanto è un marcatore di infiammazioni.

Altri due marcatori di infiammazioni sono la gamma-glutammiltransferasi (GGT), che è un marcatore precoce di arresto cardiaco, e la NT-proBNP.

C’è una correlazione anche tra i livelli di questi due marcatori e l’ubichinolo. Quando l’ubichinolo viene integrato, i marcatori diminuiscono e il numero di geni associati si riduce.

Pro di una dieta sana ad alto contenuto di grassi

Durante gli ultimi 15 anni gli scienziati hanno iniziato a riconoscere che le ROS non sono dannose al 100%.

Sono anche delle importanti molecole di segnalazione. Se le sopprimiamo indiscriminatamente, in verità, si possono avere delle complicazioni con la Legge delle Conseguenze Inattese.

Una strategia saggia è semplicemente quella di alimentare il proprio corpo con un carburante più pulito per sopprimere la generazione di ROS in eccesso.

Per continuare sulla scia della metafora dei mitocondri simili a motori, al fine di prevenire l’inquinamento, dobbiamo utilizzare un carburante più ecosostenibile.

Il glucosio è un carburante per natura più “sporco”, che genera molte ROS, mentre i grassi alimentari sani, come i grassi saturi, bruciano in maniera molto più pulita ed efficace.

Infatti, bruciare carboidrati comporta un aumento nella produzione di ROS pari al 30-40%, a differenza di quanto succede per i grassi.

È molto logico che se produciamo meno ROS non c’è bisogno di prestare particolare attenzione all’integrazione di antiossidanti.

“A differenza di come siamo stati abituati a pensare in passato a proposito della teoria dei radicali liberi e dell’invecchiamento, non dobbiamo sopprimerli incessantemente”, prosegue la Dott.ssa.

“Infatti i radicali liberi svolgono di fatto un ruolo positivo fondamentale per l’organismo, in quanto attivano numerose funzioni molto importanti.

Il monossido di azoto, per esempio, ha le proprietà di un radicale libero. È una molecola di segnalazione cruciale, ed è essenziale per la salute delle arterie.

Non ho letto niente di ufficiale sulla possibilità di una soppressione discriminante o non delle specie di ossigeno reattivo nei mitocondri da parte dell’ubichinolo.

Ma ciò che so della biochimica e della bioenergetica al loro interno mi porta a credere che sia qualcosa di più di un processo casuale”.

Evitare i pasti tardivi

Un’altra strategia per ridurre la produzione eccessiva di ROS concerne l’ora dell’ultimo pasto della giornata.

Molti fanno lo sbaglio di mangiare un pasto abbondante prima di andare a dormire.

Rifornire il corpo di carburante in un momento di scarso bisogno porta alla generazione di ROS in eccesso, che deve essere contrastata con gli antiossidanti.

Evitare il cibo almeno tre ore prima o più di mettersi a letto può alleggerire l’organismo prevenendo, anzitutto, la produzione di ROS in eccesso.

In ultimo luogo, un’altra strategia vincente è assicurarsi di non essere sovraccarichi di ferro.

L’emocromatosi è tanto pericolosa quanto una carenza di vitamina D. Gli uomini adulti e le donne non nel periodo della mestruazione sono soggetti ad alto rischio.

Assicuratevi di controllare che il livello di ferritina sia al di sotto degli 80 ng/ml (nanogrammi per millilitro), preferibilmente tra i 40 e i 60 ng/ml.

Se è più alto è necessario che doniate regolarmente il sangue o vi sottoponiate a flebotomie terapeutiche per normalizzare i valori.

ubichinolo cuore
L’ubichinolo ha molteplici benefici sui pazienti affetti da insufficienza cardiaca

Chi assume statine ha urgentemente bisogno di CoQ10

Almeno un americano adulto su 4 sopra i 40 anni, a oggi assume statine per ridurre i livelli di colesterolo.

A breve questo numero dovrebbe giungere a 1 su 3. Le statine funzionano inibendo l’enzima HMG-CoA reduttasi, che è tra i componenti del nostro corpo che stimolano la produzione di colesterolo.

Ma le statine compromettono anche la produzione di CoQ10, e la deplezione che ne risulta può avere delle conseguenze molto gravi.

“Questo è un argomento molto importante,” dichiara Risa Schulman. “Molti di coloro che assumono statine presentano effetti collaterali quali dolori muscolari, stanchezza e perdita di memoria, al punto che utilizzarle diventa un problema.

Le persone non vogliono più assumere statine. Questi sono stati documentati e riconosciuti dal punto di vista medico come effetti reali dovuti all’uso di statine.

Ma di fatto che cosa succede? Le statine funzionano bloccando la produzione di colesterolo da parte dell’organismo.

Tutti noi pensiamo al colesterolo derivante dal regime alimentare… La maggior parte delle persone non sa che il colesterolo non deriva esclusivamente da ciò che mangiamo, ma viene prodotto anche dall’organismo.

Il colesterolo è abbastanza importante per il nostro corpo, perché è uno dei componenti più rilevanti delle membrane cellulari.

È anche il precursore di tutti gli ormoni sessuali. Non è del tutto nocivo, lo è solamente quando se ne forma troppo, e comunque dipende anche dal tipo di colesterolo”.

Ubichinolo e vitamine

Oltre a impedire la produzione di ubichinolo da parte dell’organismo, le statine contrastano anche la conversione della vitamina K1 in vitamina K2, la quale è di importanza cruciale per molte funzioni fisiologiche, compresa la salute del cuore.

La compromissione di questi tre processi, la produzione di colesterolo e di CoQ10, e la conversione della vitamina K1 in vitamina K2, ha effetti negativi sulla produzione di energia e sulla salute cardiovascolare.

Infatti quando i livelli di ubichinolo si riducono, la conversione del cibo in energia diviene meno efficiente, il che porta ad avere meno energia e a manifestare stanchezza e dolori muscolari.

E più continuiamo ad assumere statine, più aumenta la carenza di ubichinolo e più gravi diventano gli effetti collaterali.

Alcuni documenti recentemente pubblicati illustrano nel dettaglio le ripercussioni cardiovascolari delle statine.

Si è riscontrato che di fatto finiscono per causare molti di quegli endpoint clinici che i farmaci promettevano di prevenire. Ma non è tutto!

Le statine compromettono fortemente il metabolismo

Come già detto, una delle strategie più razionali per ridurre la produzione di ROS è bruciare carburante pulito.

In definitiva, una dieta ricca di grassi sani d’alta qualità.

Quando il grasso è metabolizzato, vengono creati dei chetoni, ovvero delle molecole liposolubili che sono facilmente bruciate nei mitocondri senza scatenare la produzione di ROS in eccesso.

I chetoni sono prodotti nel fegato e l’enzima che li produce è lo stesso che genera il colesterolo, ovvero l’HMG-CoA reduttasi.

Dunque, quando assumiamo le statine, diminuiamo fortemente anche la capacità del fegato di produrre chetoni, compromettendo i benefici che potremmo trarre da un combustibile pulito (i grassi).

In breve il metabolismo viene duramente compromesso.

Perfino assumendo vitamina K2 e ubichinolo bisogna da tenere presente che non si può produrre chetoni, perché non si può prendere un integratore di chetoni.

Infine ciò ha anche delle conseguenze cardiovascolari, perché il cuore è il tessuto più denso di mitocondri del nostro corpo.

Se priviamo il tessuto cardiaco del suo carburante, per definizione compromettiamo la salute del sistema cardiovascolare.

ubichinolo colesterolo
La compromissione del processo di produzione di colesterolo e di CoQ10, e la conversione della vitamina K1 in vitamina K2, ha effetti negativi sulla salute cardiovascolare

I benefici dell’ubichinolo sui pazienti affetti da insufficienza cardiaca

L’insufficienza cardiaca è quasi a livelli epidemici. Esiste un disordine fisiologico chiamato disfunzione diastolica, a causa del quale il ventricolo si irrigidisce.

Di conseguenza il cuore non può riempirsi adeguatamente di sangue durante la diastole e la disfunzione finisce per scatenare un’insufficienza cardiaca.

Sfortunatamente molti di coloro che ne soffrono non ne sono a conoscenza.

Nonostante questo possono essere usati alcuni marcatori per individuarla, come la NT-proBNP e la GGT.

“Sono state scritte alcune relazioni a proposito dell’esperienza concreta di alcuni medici con pazienti affetti da insufficienza cardiaca.

I medici avevano somministrato loro CoQ10, ma sono dovuti passare all’ubichinolo per garantire un migliore assorbimento.

In conclusione si è riscontrato un cambiamento di classe funzionale della classificazione NYHA (New York Heart Association), che identifica il livello di gravità dello scompenso cardiaco.

I medici hanno visto ridursi la gravità della patologia e migliorare la frazione di eiezione, che misura quanto il cuore funzioni correttamente nei pazienti.

Questo è uno degli altri fantastici benefici dell’ubichinolo e qualcosa di cui sia i pazienti che i medici dovrebbero essere a conoscenza”, dichiara la Dott.ssa Schulman.

Personalmente penso che tutti i pazienti affetti da insufficienza cardiaca dovrebbero assumere ubichinolo.

Per me non farlo equivale a negligenza medica. Quando parliamo della salute del cuore, un effetto benefico più generale è che l’ubichinolo agisce nel sangue anche come antiossidante.

Esso previene l’ossidazione del colesterolo LDL, contribuendo così a prevenire l’arteriosclerosi.

Questa è un’altra importante funzione dell’ubichinolo a vantaggio della salute cardiaca.

Raccomandazioni sul dosaggio proposto

Le specifiche sul dosaggio varieranno a seconda della situazione e delle necessità individuali, ma si possono dare comunque delle linee guida generali.

Di norma più si è malati, più se ne ha bisogno.

La dose più elevata che la Dott.ssa Schulman ha visto utilizzare in una struttura di ricerca ammontava a 600 milligrammi (mg) e veniva somministrata a persone gravemente ammalate.

Se state compiendo i primi passi con l’ubichinolo, iniziate con 200-300 mg al giorno. Nel giro di tre settimane il plasma di solito si stabilizza a livelli ottimali.

Successivamente potete adottare una dose di mantenimento di 100 mg al giorno, che solitamente è sufficiente per le persone in salute.

Se conducete uno stile di vita attivo, fate molto movimento o siete sotto stress a causa del vostro lavoro o della “vita” in generale, potete aumentare la dose a 200-300 mg al giorno.

Ricordatevi che se prendete le statine DOVETE assumere almeno dai 100 ai 200 mg di ubichinolo o CoQ10 al giorno, o anche di più.

Insufficienza cardiaca

Per contrastare l’insufficienza cardiaca o altre complicazioni cardiovascolari rilevanti potreste aver bisogno di circa 350 mg al giorno o più.

Idealmente dovreste discutere con il vostro medico la dose adeguata alle vostre esigenze.

Il dottore può eseguire un esame del sangue per misurare i livelli di CoQ10, i quali vi diranno se la quantità che assumete è sufficiente o meno.

Il CoQ10 (o l’ubichinolo) è idoneo anche per coloro che soffrono di altre malattie croniche oltre ai disturbi cardiovascolari, come il diabete, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), la stanchezza cronica e l’autismo per esempio.

Idealmente dovreste dividere la dose in due, tre volte al giorno, piuttosto che ingerirla in una sola volta per avere dei livelli sanguigni più elevati.

Tra le altre indicazioni riguardanti il dosaggio presentate dal Dott. Stephen Sinatra (specialista in cardiologia ed illustre esperto nel campo della cardiologia naturale), troviamo:

Ipertensione, 200 mg/gg Atleti di calibro mondiale che necessitano di turnover dell’ATP extra, da 300 a 600 mg/gg Trapianto di cuore o insufficienza cardiaca congestizia, da 300 a 600 mg/gg in dosi separate
Aritmia, 200 mg/gg Atleti ordinari, da 100 a 300 mg/gg Prolasso della valvola mitrale, 400 mg di magnesio e da 100 a 200 mg di ubichinolo

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Davide P.
Giornalista professionista, da 20 anni opera sul web. Ha lavorato nelle maggiori realtà internet del Paese ricoprendo ruoli di elevata responsabilità. Attualmente opera come consulente editoriale per progetti digitali nazionali e internazionali

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