VERME SOLITARIO : un ospite sgradito da cacciare

Verme solitario: definizione

La taenia solium, chiamata volgarmente verme solitario, appartiene ai Cestodi, una classe dei Platelminti, parassiti dalla forma piatta.

Il loro corpo è composto da proglottidi, ciascuno dei quali, una volta giunto a maturità, essendo dotato di organi sessuali femminili e maschili, genera larve di tenia.

Per comprendere la forma anellare del corpo di questo verme solitario è sufficiente fare riferimento all’origine del nome.

Il termine taenia infatti deriva dal vocabolo greco tainia, ovvero striscia, nastro o benda.

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La testa di questo animale si chiama scolice e può essere munita di ventose e uncini, che utilizza per attaccarsi alle pareti dell’intestino, da cui prende nutrimento.

Questi organismi ermafroditi, privi di apparato circolatorio e con sistema digerente mancante o privo di ano, si alimentano infatti assorbendo per osmosi le sostanze già digerite dal corpo infestato.

In questo modo il verme solitario cresce e si riproduce all’interno dell’ospite, provocando una parassitosi, ovvero un’infestazione da vermi (parassitologia umana).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso la taenia solium nelle oltre 200 tipologie di zoonosi (malattie che l’animale trasmette all’uomo) identificate sinora.

Queste le ragioni dei controlli, messi in atto dagli organismi preposti, sulle carni degli animali (suini e bovini) che ne sono i maggiori portatori (principali malattie animali).

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verme solitario testa
La testa del verme solitario può essere munita di ventose e uncini, che utilizza per attaccarsi alle pareti dell’intestino

Tipologie di tenia 

Premesso che nella maggior parte dei casi l’uomo è l’ospite definitivo del verme solitario, solo alcune tipologie di tenie, tra le centinaia esistenti, presentano un interesse scientifico per la salute dell’uomo:

  • taenia solium o “tenia del maiale”, è così definita perché la carne dei suini è il mezzo principale di trasmissione del parassita. Lunga mediamente due o tre metri, in casi eccezionali può raggiungere gli otto;
  • saginata o “tenia del bovino”, che può raggiungere i ventidue metri di lunghezza, colpisce i bovini, le cui carni, come per la tenia solium, costituiscono per l’essere umano il veicolo di contagio prediletto;
  • taenia asiatica: attacca sia i maiali sia i bovini (anche se in percentuali più ridotte) e anche questa è trasmissibile all’uomo per via alimentare. Lunga mediamente quattro o cinque metri, può misurarne fino a otto.

Come si contrae

L’uomo viene infestato dal verme solitario principalmente attraverso l’ingestione delle uova o delle larve di tenia.

Questo fenomeno si verifica tramite il consumo di carne di maiale o di bovino contaminate e non adeguatamente cotte.

Trattasi in genere di carni provenienti da Paesi con norme igienico-sanitarie carenti o non conformi agli standard dei Paesi industrializzati.

La tenia però può essere introdotta nell’organismo anche attraverso il consumo di pesce, frutta e verdura o acqua infestate o tramite il contatto con la biancheria, le lenzuola, il vomito e le feci del soggetto che ne è affetto.

Ciclo vitale del verme solitario

Come premesso, l’essere umano viene infettato dalla tenia per mezzo della carne suina o bovina contenenti le larve o cisticerchi, che attaccandosi alle pareti dell’intestino si nutrono delle sostanze digerite dallo stomaco.

Nel giro di due mesi le larve diventano adulte, generano le proglottidi e queste, una volta gravide, si staccano dalla tenia e si dirigono verso l’ano, dove vengono eliminate tramite le feci.

Può tuttavia accadere che le proglottidi tornino nello stomaco e in questo caso si verifica un’auto-infestazione.

Può anche succedere che le uova ingerite tramite il consumo di carne infetta da uova embrionate, si schiudano nello stomaco, rilascino oncosfere e queste, tramite la circolazione sanguigna, raggiungano l’encefalo, il fegato o altri organi interni, sfociando in una neurocisticercosi, che può essere fatale per il corpo ospitante.

Sintomi dell’infestazione

Non è semplice individuare un’infestazione da taenia solium nell’organismo umano, perché i primi “sintomi” si manifestano a distanza di mesi dalla presenza del parassita adulto.

I primi segnali in genere si presentano a carico dell’intestino e dello stomaco:

  • nausea;
  • vomito;
  • alternanza di diarrea e stitichezza;
  • fame che sembra non placarsi neppure ingerendo grandi quantità di cibo;
  • stato di stanchezza e debolezza imputabili allo scarso apporto di sostanze nutritive, di cui si ciba la tenia.
verme solitario sintomi
I primi segnali di infestazione da verme solitario si presentano a carico dell’intestino e dello stomaco

Diagnosi del verme solitario nell’organismo umano

Nel momento in cui si avvertono i sintomi tipici, è opportuno rivolgersi al proprio medico che, dopo aver ripercorso lo storico del paziente, prescrive in genere una coltura delle feci, ossia un esame al microscopio.

Attraverso una anamnesi approfondita è possibile individuare i comportamenti errati di natura alimentare e igienica, mentre i risultati dell’esame delle feci sono fondamentali per appurare o meno la presenza di uova di tenia nell’intestino.

Una prima autovalutazione può essere fatta anche dal paziente, osservando i propri escrementi.

La presenza di filamenti di colore giallo è il primo indizio di un’infestazione intestinale, che rende opportuno un rapido approccio farmacologico.

Neurocisticercosi

Il verme solitario può essere all’origine di un’ulteriore complicanza a carico dell’encefalo, chiamata neurocisticercosi.

Questa patologia è causata dall’ingestione delle larve.

La malattia può essere sia asintomatica che sintomatica.

In questo secondo caso il soggetto manifesta uno stato confusionale generalizzato, cefalea persistente, disturbi dell’equilibrio, problemi alla vista e perfino epilessia.

La neurocisticercosi è una patologia complessa, che richiede una diagnosi molto approfondita.

Gli esami diagnostici come la Tac, la risonanza magnetica, il neuroimaging e i test sierologici sono in grado di evidenziare problemi a carico del sistema nervoso centrale.

In alcuni casi la patologia può aggravarsi fino a sfociare in meningite, idrocefalo, paraplegia e morte (infezione da taenia solium e cisticercosi).

Come si cura: farmaci

La terapia farmacologica per curare un soggetto affetto da verme solitario mira all’espulsione del parassita dall’organismo ospite tramite le feci.

Per questo al farmaco principale vengono abbinati spesso dei lassativi.

Solo nel caso in cui la terapia farmacologica non dovesse risultare efficace, sarebbe necessario procede all’asportazione chirurgica del verme solitario.

I farmaci più utilizzati per la cura delle tenie sono:

  • Praziquantel: è un preparato da somministrarsi per via orale, che indebolisce il verme, provocandogli spasmi e alterazioni morfologiche.
    Di solito il praziquantel è ben tollerato, anche se non si possono escludere effetti indesiderati come disturbi gastrointestinali, nausea, debolezza generalizzata ed eruzioni cutanee caratterizzate da rossore e prurito.
  • Niclosamide: anche questo medicinale deve essere assunto per bocca e come il praziquantel ha lo scopo di agevolare l’espulsione della tenia tramite la defecazione.
    Probabilmente è il farmaco più utilizzato, anche grazie a effetti indesiderati del tutto trascurabili a carico di stomaco e intestino.
  • Albendazolo: questo farmaco impedisce alla tenia di utilizzare il glucosio presente nell’intestino dell’ospite.
    Eventuali conseguenze negative dell’albendazolo possono tradursi in un leggero stato febbrile, disturbi gastrointestinali, riduzione dei globuli bianchi, problemi di coagulazione del sangue e mal di testa (farmaci per curare l’infestazione da tenia).

Rimedi naturali

Diversi sono i rimedi naturali a cui ricorrere per fornire un supporto alle terapie farmacologiche contro la tenia.

In passato ad esempio l’assenzio era molto utilizzato nella cura di questa parassitosi, perché considerato un ottimo calmante per lo stomaco, capace di favorire il recupero dell’appetito e delle forze da parte del paziente.

Altre sostanze efficaci contro i parassiti intestinali, da utilizzare sotto indicazione di uno specialista, sono anche l’aglio, la cipolla, le carote, i semi di zucca, il mallo di noce, i chiodi di garofano, i semi di lino, l’anice, lo zenzero e la curcuma.

Non è tuttavia consigliabile procedere all’automedicazione in caso di tenia, perché le complicanze possono essere gravi e in alcuni casi fatali.

verme solitario igiene
Per prevenire l’infestazione è bene detergere sempre con cura le mani

Come prevenire l’infestazione da verme solitario

La forma di prevenzione più efficace contro la tenia è indubbiamente uno stile di vita sano.

Un consumo consapevole dei cibi, e in particolare di quelli che costituiscono i principali veicoli di trasmissione dei parassiti intestinali, è il primo aspetto a cui prestare attenzione.

E’ opportuno infatti evitare l’acquisto di carne macellata artigianalmente o proveniente da Paesi in cui le norme igieniche alimentari non ne garantiscono la salubrità.

Anche i metodi di conservazione hanno la loro importanza.

Grazie alla surgelazione della carne a temperature attorno ai 10 gradi sotto zero e per minimo una settimana, il rischio di essere infestati dal parassita si annulla.

Altre regole igieniche e alimentari importanti sono:

  • lavare accuratamente frutta e verdura con disinfettanti e acqua bollente;
  • cuocere correttamente carne e pesce;
  • detergere sempre con cura le mani, soprattutto se si viene a contatto con gli animali ospiti della tenia;
  • mantenere sempre l’intestino perfettamente pulito e funzionante;
  • assumere cibi ricchi di fibre (pane e pasta integrale, verdure e legumi);
  • fare una regolare attività fisica.

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Alessandro Gennarihttps://www.linkedin.com/in/alessandro-gennari/
Giornalista, in rete dalla fine degli anni 90. Mi piace mangiare e bere bene, adoro fare sport. Attualmente sono impegnato in una delle realtà editoriali maggiori del Paese e seguo per passione questo progetto che per me rappresenta un momento di studio e di sperimentazione digital

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