Le vertigini o vertigine o capogiro, sono un disturbo dell’equilibrio. Possono essere spesso accompagnate da nausea, vomito, tachicardia e sudorazione.
Si tratta di un disturbo che provoca instabilità e perdita di equilibrio. Dà difficoltà di deambulazione e sensazione di avere intorno a sé oggetti che oscillano nello spazio.
Le vertigini non sono una malattia, bensì un sintomo. Possono rappresentare un campanello d’allarme per patologie o alterazioni a carico di:
- orecchio
- cervello
- colonna vertebrale, in particolare a livello cervicale.
Per tale ragione, quando si presentano vertigini o capogiri, soprattutto se in maniera piuttosto frequente, i sintomi non vanno trascurati ma indagati a fondo.
In alcuni casi, le vertigini possono essere addirittura invalidanti e compromettere la quotidianità del soggetto che ne soffre.
Equilibrio e vertigini
Il sistema dell’equilibrio è un meccanismo biologico molto complesso e delicato che ci permette di:
- Coordinare i movimenti del capo e del corpo;
- Mantenere una corretta postura corporea sia in condizioni statiche che dinamiche;
- Informarci costantemente sulla posizione e sui movimenti del capo e del corpo nello spazio.
Questo sistema è il frutto di un’azione sinergica tra un insieme di organi di senso. Essi, tramite specifici recettori percepiscono lo stimolo dall’ambiente esterno, ed i centri superiori ai quali questi organi inviano gli stimoli.
Il sistema nervoso centrale, a sua volta, elabora lo stimolo percepito e, attraverso le terminazioni nervose, lo invia a livello periferico per la coordinazione e la percezione dei movimenti del corpo.
Il mantenimento di un buon equilibrio senza vertigini, dunque, dipende dall’integrazione degli stimoli raccolti dall’ambiente esterno, attraverso gli organi percettivi, con i dati elaborati a livello del sistema nervoso centrale.
In particolare, gli organi sensoriali coinvolti nel meccanismo dell’equilibrio sono:
- Visivo, ottico-cinetico; la vista è uno dei principali sensi che ci permette di analizzare l’ambiente circostante e di muoverci nello spazio in maniera coordinata;
- Tattile; è caratterizzato dalla presenza di una serie di recettori, detti barocettori, posizionati sulla pianta del piede. Essi sono in grado di rilevare le variazioni di pressione esercitate dal corpo sul suolo;
- Cinestetico, osteo-mio-articolare; questo organo sensoriale è caratterizzato da una serie di recettori detti propiocettori posti su tendini, ossa e muscoli, in grado di rilevare la posizione del corpo.
- Vestibolare; è l’organo situato nell’orecchio interno, tra il labirinto osseo e quello membranoso. Nell’organo vestibolare si trovano dei microcristalli di ossalato di calcio, gli otoliti, che spostandosi durante i movimenti della testa attivano una serie di recettori chiamati meccanocettori. Questi, a loro volta, inviando il segnale al sistema nervoso centrale, regolano il movimento.
Quando gli stimoli provenienti dall’esterno non sono percepiti dai recettori in maniera corretta, oppure le informazioni che giungono a livello del sistema nervoso centrale vengono distorte, nascono le vertigini.
Si hanno quindi disturbi dell’equilibrio associati a capogiri, sbandamenti, difficoltà visive ed uditive, sudorazione, tachicardia, nausea e vomito.
Tipologie di vertigini e cause
Esistono diverse tipologie di vertigini che possono essere:
- Centrali, quando sono dovute ad alterazioni a carico dell’encefalo. Questo tipo di vertigini ha un esordio lieve, non è molto frequente e, solitamente, non è accompagnato da altri disturbi. Le vertigini centrali provocano una sensazione di disequilibrio ed oscillazione laterale.
- Periferiche, quando sono causate da un anomalo funzionamento dell’orecchio interno, quindi da una disfunzione dell’apparato vestibolare. In questo caso, le vertigini si manifestano con molta più violenza e hanno una frequenza elevata. Esse sono, inoltre, accompagnate da fastidiosi sintomi accessori come vomito e nausea, e provocano nel paziente la sensazione di girare nel vuoto.
Le vertigini periferiche si dividono a loro volta in base alla possibili cause scatenanti in:
- Vertigine parossistica posizionale benigna; si tratta della più comune forma di vertigini. Essa è causata da un anomalo funzionamento degli otoliti che si staccano dalla loro sede e si immettono all’interno dei canali semicircolari presenti nell’organo vestibolare. Questo tipo di vertigini dura pochi secondi ed è spesso accompagnato da nausea. Può essere avvertito in seguito a movimenti violenti del capo ed è più frequente tra i soggetti anziani. Raramente la vertigine parossistica posizionale benigna può apparire anche in seguito a traumi della testa o dell’orecchio, a lunghi periodi di immobilità, ad interventi chirurgici oppure dopo un’infezione.
- Labirintite; l’infezione della parte più interna dell’orecchio, il labirinto, può determinare l’insorgenza di vertigini periferiche. La labirintite può essere causata sia da infezioni virali che batteriche, oppure può insorgere in seguito a traumi cranici o allergie.
- Sindrome di Ménière; questa sindrome è causata dall’accumulo di liquidi all’interno dell’apparato vestibolare che determina danni alla coclea e al labirinto con innalzamento della pressione interna ed alterazione della trasmissione del segnale nervoso. Tutti questi eventi determinano la comparsa di vertigini frequenti e lunghe, accompagnate spesso da nausea, e la fastidiosa percezione di rumori (acufeni). Queste vertigini, che si ripetono nel corso degli anni, danneggiano in maniera definitiva e continuativa gli organi interni dell’orecchio provocando a lungo andare una perdita uditiva.
- Neuronite vestibolare; oltre alle infiammazioni del labirinto, anche un’infiammazione delle connessioni nervose presenti all’interno dell’apparato vestibolare può inficiare sul corretto funzionamento dei meccanismi che regolano l’equilibrio. Questo tipo di infezione può essere dovuta all’azione di virus patogeni e provoca vertigini acute accompagnate da vomito e, talvolta, nistagmo, ovvero movimenti involontari dell’occhio.
- Assunzione di farmaci; alcuni farmaci contengono sostanze in grado di provocare la comparsa di vertigini.
Le vertigini centrali possono essere secondarie ad altre patologie, tra le quali troviamo:
- Emicrania
- Ictus
- Tumori cerebrali
- Naurinoma acustico
- Sclerosi multipla.
Diagnosi di vertigini
La diagnosi di vertigini è una procedura complessa che si attua a diversi livelli. Si parte da semplici questionari che analizzano la storia familiare del paziente, fino ad arrivare ad indagini approfondite.
Dopo una prima valutazione anamnestica, dunque, si procede con controlli clinici di primo livello:
- Visita otorinolaringoiatrica; con indagine endoscopica delle vie aeree superiori
- Visita audiologica; con esame audiometrico ed impedenziometrico.
Se i controlli di base non rilevano alcuna anomalia si procede con controlli di secondo livello:
- Esame della funzione vestibolare;
- Ecografie ed ecodoppler;
- Esami ematochimici;
- Consulenze neurologiche;
- Consulenze psicologiche;
- Visita ortopedica;
- Consulto cardiologico;
- Visita oculistica;
- Consulto endocrinologo.
Terapia per le vertigini
Le vertigini, come accennato in precedenza, rappresentano il sintomo di patologie più o meno importanti sia a livello periferico, sia di patologie che compromettono l’equilibrio agendo direttamente con alterazioni a livello encefalico.
Pertanto, non esiste una terapia univoca e specifica per il trattamento delle vertigini, ma questa dipenderà soprattutto dalla patologia che genera il disturbo e dalla tipologia di vertigini.
L’approccio terapeutico, in questi casi, può essere:
- Trattamento psicologico: questo tipo di approccio risulta essere fondamentale nella terapia contro le vertigini. Questo disturbo, infatti, in alcuni casi può essere invalidante per il paziente andando a contribuire in maniera negativa sulla sua qualità della vita.
Vertigini ripetute e frequenti possono determinare sconforto e creare disagio a livello psicologico dando vita ad un circolo vizioso nel quale l’emotività gioca un ruolo cruciale, contribuendo all’incremento delle manifestazioni sintomatiche. - Trattamento farmacologico: questo tipo di trattamento viene utilizzato soprattutto nelle forme più acute. I farmaci che hanno il ruolo di inibire l’insorgenza di sintomi accessori alle vertigini, come vomito, nausea, tachicardia e sudorazione vengono definiti farmaci sintomatici.
Altri trattamenti più specifici, invece, sono volti alla cura della patologia scatenante il sintomo. Nel caso di infezioni batteriche, come per l’otite ad esempio, si procede alla somministrazione di antibiotici.
L’uso di antivirali viene invece consigliato per il trattamento di infezioni da parte di virus patogeni, come nel caso di labirintiti virali o neuronite vestibolare.
Gli antinfiammatori aiutano a contrastare le infiammazioni della cervicale, spesso alla base di sintomatologia caratterizzata da vertigini. - Trattamento chirurgico: il trattamento chirurgico viene effettuato solo in alcuni casi specifici, come ad esempio nel caso di fistole labirintiche, malattia di Ménière e neurinoma del nervo acustico.
- Trattamento vestibolare: questo approccio, che prende anche il nome di training vestibolare, è indicato per il trattamento di vertigini di tipo cronico. Esso aiuta ad instaurare un meccanismo di adattamento del sistema nervoso centrale per compensare eventuali anomalie di funzionamento del labirinto dovute ad alterazioni morfologiche delle strutture interne dell’orecchio.
Esistono numerosi esercizi che possono essere effettuati con il trattamento vestibolare e che aiutano il paziente a migliorare abbastanza rapidamente i disturbi dell’equilibrio e le vertigini ad essi associate.
Consigli in caso di vertigini
Durante un attacco acuto di vertigini per limitare il più possibile i sintomi è consigliabile seguire dei piccoli accorgimenti:
- Sdraiarsi su una superficie comoda (letto o divano);
- Spegnere la luce e chiudere gli occhi;
- Allontanarsi da luoghi rumorosi, quindi trovare un posto silenzioso in cui appartarsi.
Spesso, le vertigini più comuni sono dovute a situazioni di stress ed ansia. In questi casi, è consigliabile l’utilizzo di tisane rilassanti, ad esempio a base di melissa e lavanda.
Anche la pratica di massaggi plantari, esercizi posturali e tecniche di chinesiologia possono essere d’aiuto per limitare i sintomi delle vertigini.
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