VITILIGINE : possibili cause e cure

La vitiligine non è dannosa per la salute.

Non si tratta di un’infezione, non è una sorta di cancro della pelle e indubbiamente non è contagiosa.

In realtà, la quasi totalità delle persone che ne soffrono sono sane, proprio come tutte le altre, ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Vitiligine: un comportamento anomalo dei melanociti

La vitiligine è una patologia che colpisce i melanociti, le cellule della cute, responsabili della produzione di melanina, ossia il pigmento presente negli uomini e negli animali, responsabile del colore della pelle.

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Pertanto la vitiligine determina la comparsa di macchie bianche sulla superficie corporea, chiamate chiazze acromiche o ipocromiche.

Aree simili possono comparire anche sulla retina (la membrana che si trova all’interno del bulbo oculare) e sulle membrane delle mucose (i tessuti interni di rivestimento del naso e della bocca).

Essendo coinvolta la melanina, responsabile anche della colorazione dei capelli e dei peli, talvolta anche questi possono diventare bianchi, se crescono in una zona interessata da vitiligine.

La malattia colpisce entrambi i sessi senza una rilevante predominanza e il suo picco d’incidenza si può stabilire tra i 10 e i 20 anni.

Nei bambini, invece, il suo decorso è generalmente molto rapido.

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I soggetti più a rischio sono quelli che soffrono di problemi alla tiroide (ipo e ipertiroidismo), anemia perniciosa, diabete e alopecia areata.

vitiligine mani
Le parti del corpo colpite più frequentemente sono quelle esposte al sole, come viso, labbra, braccia, mani e piedi

Le diverse forme di vitiligine

La malattia si presenta sotto diverse forme in base alla localizzazione e al numero di chiazze. Per tale ragione potremo avere la vitiligine:

  • generalizzata: le chiazze bianche si estendono in più zone corporee (oltre il 70% del corpo presenta zone prive di melanina);
  • universale: investe quasi tutto il corpo;
  • localizzata: può essere di tipo focale, quando le parti depigmentate riguardano solo pochi punti in una zona circoscritta, o di tipo segmentale, quando le chiazze si estendono solamente in un lato del corpo e in un’area singola (ad esempio un braccio o una gamba).
    Quest’ultima è la forma di vitiligine meno diffusa: nella maggior parte dei casi (circa il 90%) si parla infatti di vitiligine bilaterale;
  • bilaterale: le parti bianche sono disposte su entrambi i lati del corpo in modo simmetrico;
  • perinevica: la depigmentazione della pelle si concentra in particolar modo intorno a uno o a più nei;
  • acrofacciale: le macchie compaiono solamente sul volto e sulle estremità (piedi e/o mani).

Categorie di vitiligine

Nonostante queste differenti manifestazioni, la vitiligine si divide in due grandi categorie: pertanto si parlerà di vitiligine bilaterale e segmentale.

La differenza fra queste due tipologie non interessa solo la quantità e la concentrazione delle chiazze ma anche l’eziologia, il decorso e le patologie ad esse associate.

Vitiligine bilaterale

Come già detto, la vitiligine bilaterale è la forma più comune ed è così chiamata poiché le chiazze bianche compaiono in entrambe le metà del corpo.

Ciò significa che se la depigmentazione interessa la mano destra, allora sarà colpita anche la mano sinistra, così come le gambe, le ginocchia, etc.

Di questa forma di vitiligine fanno parte vitiligine focale, generalizzata e acrofacciale.

Vitiligine segmentale

La vitiligine segmentale è il tipo più raro rispetto al precedente e si caratterizza per una depigmentazione asimmetrica in cui le aree bianche si trovano esclusivamente in una metà del corpo.

Può esordire già in epoca neonatale e in brevissimo tempo (circa due anni) le macchie progrediscono fino a stabilizzarsi.

A differenza della vitiligine bilaterale, in quella segmentale le cause scatenanti non sono né di tipo genetico né legate allo stress.

Si ipotizza probabilmente che, dato lo strano percorso delle chiazze, la loro comparsa possa essere influenzata in qualche modo dall’andamento dei nervi sottocutanei.

Tuttavia, prima di confermare questa teoria, è necessario attendere studi più approfonditi.

Le cause della vitiligine

Abbiamo appreso che le macchie bianche tipiche della vitiligine sono provocate dalla perdita di melanina in certe aree corporee.

Ciò che ancora è poco chiaro, invece, è il motivo di questa depigmentazione della cute.

I ricercatori finora hanno formulato moltissime ipotesi e di seguito vi segnaliamo le più accreditate.

Alcuni ritengono che la vitiligine sia una malattia di tipo autoimmune, scatenata quindi dalle stesse cellule del sistema immunitario.

Queste attaccando i melanociti, provocherebbero la comparsa delle tipiche chiazze.

Dato che nel 30% dei pazienti è riscontrabile una certa familiarità (il disturbo compare tra uno o più membri della stessa famiglia), altri scienziati considerano la vitiligine come una malattia su base genetica.

Secondo altri esperti, invece, la genesi della patologia è da rintracciare in:

  • un’anomalia nel funzionamento del sistema nervoso;
  • un evento di origine traumatica (ad esempio, un intervento chirurgico);
  • gravi ustioni;
  • un meccanismo di stress ossidativo determinato da un surplus di perossido di idrogeno;
  • una produzione di sostanze tossiche diffuse dagli stessi melanociti;
  • disturbi digestivi e alimentari;
  • fattori esterni tossici (come nel caso dei fenoli).
vitiligine uomo
Alcuni ritengono che la vitiligine sia una malattia di tipo autoimmune, scatenata quindi dalle stesse cellule del sistema immunitario

I sintomi tipici della vitiligine

Di solito, la vitiligine si manifesta con la comparsa di chiazze bianche sulla pelle.

Le parti del corpo colpite più frequentemente sono quelle esposte al sole, come viso, labbra, braccia, mani e piedi.

Altre zone vulnerabili sono inguine e ascelle, nonché gli occhi, le narici, il contorno della bocca, l’ombelico, il retto e i genitali.

Oltre alle tipiche macchie sulla cute, chi è colpito da vitiligine tende all’incanutimento precoce di ciglia, sopracciglia, capelli e barba.

Le persone con la pelle scura, invece, possono presentare aree depigmentate all’interno della bocca.

Il decorso della vitiligine

Alcune forme di vitiligine, come quella segmentale e focale, restano in un lato del corpo e non si propagano. La forma generalizzata invece è assolutamente imprevedibile.

Può accadere che in alcuni pazienti le aree bianche non si diffondano, altre volte il disturbo si propaga ed è progressivo fino a coinvolgere altre zone del corpo.

Alcune persone poi riferiscono la comparsa di nuove aree bianche dopo periodi di stress emotivo o fisico.

In altri soggetti invece, la vitiligine aumenta in modo molto lento, anche nell’arco di molti anni.

vitiligine Chantelle Winnie
La modella canadese Chantelle Winnie ha fatto della vitiligine il suo punto di forza

Come si arriva alla diagnosi di vitiligine

La diagnosi di vitiligine viene compiuta in base all’esame obiettivo, all’anamnesi del paziente e a specifici esami di laboratorio.

La conferma della malattia sarà data dalla comparsa di chiazze bianche sull’epidermide, in special modo nelle aree maggiormente esposte al sole.

Elementi diagnostici molto importanti comprendono poi una storia familiare di vitiligine, ustioni solari, incanutimento precoce, eruzioni cutanee, malattie fisiche, stress o altri traumi della pelle avvenuti prima dell’insorgenza della patologia.

Lo specialista, inoltre, cercherà di rintracciare anche eventuali malattie autoimmuni in famiglia e cercherà di scoprire se la pelle del paziente è particolarmente delicata.

In alcuni casi è anche possibile che sia prelevato un minuscolo campione di tessuto (biopsia) interessato dalla depigmentazione così da osservarlo attentamente al microscopio.

In presenza della malattia, il campione prelevato sarà assolutamente privo di melanociti.

Ad ogni modo, poiché la vitiligine è spesso associata a ipertiroidismo (eccessiva produzione degli ormoni tiroidei) o ad anemia perniciosa (una forma di anemia provocata da una carenza di vitamina B12) è probabile che il medico richieda anche gli esami del sangue per controllare la funzione tiroidea e i globuli rossi.

Può anche essere prescritto un test specifico per rintracciare nel sangue di anticorpi antinuclei (un tipo di autoanticorpo) per stabilire se il paziente è affetto da malattie autoimmuni.

Ad altre persone invece potrebbe essere consigliata un’accurata visita oculistica in modo da escludere la presenza di uveiti (infiammazione o infezione di un’area dell’occhio), un’altra condizione che talvolta può essere associata alla vitiligine.

Cura della vitiligine

Nella vitiligine, lo scopo principale del trattamento è quello di ridurre il contrasto tra la pelle sana e l’area interessata dalle chiazze.

La strategia terapeutica dipende proprio dalla quantità, dalle dimensioni, dall’estensione e dalla sede in cui sono localizzate le macchie.

Ogni paziente inoltre reagisce in modo diverso alla terapia e, dunque, non può esistere un trattamento universale.

Le soluzioni attuali prevedono farmaci e interventi chirurgici.

Trattamenti farmaceutici

Il trattamento farmaceutico per eccellenza contro la vitiligine è quello che si avvale di corticosteroidi o di immunosoppressori somministrati per via topica.

Un’altra valida soluzione da intraprendere nella cura di questa malattia è la terapia PUVA, un particolare tipo di trattamento che richiede la somministrazione orale di alcune sostanze fotosensibilizzanti (dette psoraleni) e la successiva esposizione del paziente ai raggi UV regolati a lunghezze d’onda specifiche.

L’obiettivo di questa terapia è quello di riattivare la funzionalità dei melanociti compromessa dall’anomalia del sistema immunitario.

In ultima analisi, poi, se le cure di prima linea dovessero risultare inefficaci, lo specialista potrebbe anche consigliare uno dei possibili trattamenti chirurgici.

Trattamenti chirurgici

Nella cura della vitiligine, al momento sono previsti diversi interventi chirurgici, tra cui:

  • Trapianti autologhi di pelle. Questo intervento è indicato per i pazienti che presentano macchie di piccole dimensioni e prevede il prelievo di una parte di cute sana, in seguito impiantata per sostituire la zona colpita.
  • Micropigmentazione. Questa tecnica chirurgica si avvale dell’impianto di pigmento nella zona da trattare con particolari strumenti chirurgici.
    E’ una sorta di tatuaggio che tuttavia è più efficacie nei pazienti dalla carnagione scura.
  • Trapianti autologhi di melanociti. Si tratta di un intervento ancora in fase di sperimentazione e molto costoso che prevede il prelievo di una piccola porzione di tessuto sano.
    Il campione è lasciato in una speciale soluzione colturale in modo da far proliferare i melanociti.
    Questi sono poi trapiantati nelle aree colpite da depigmentazione, riparando così i danni provocati dalla malattia.

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Davide P.
Giornalista professionista, da 20 anni opera sul web. Ha lavorato nelle maggiori realtà internet del Paese ricoprendo ruoli di elevata responsabilità. Attualmente opera come consulente editoriale per progetti digitali nazionali e internazionali

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