La clitoride è l’organo dell’apparato genitale femminile più importante in termini di piacere sessuale, in quanto deputato esclusivamente, almeno in apparenza, a dare piacere alla donna.
La sua importanza in tal senso è tale che la maggior parte delle donne raggiunge facilmente l’orgasmo attraverso la sua stimolazione, che però non deve essere mai troppo decisa o diretta se si vuole scongiurare una spiacevole sensazione di fastidio o di dolore.
Clitoride : anatomia
Considerata da qualcuno come la corrispondente femminile del pene maschile, con la piccola differenza che in questo organo affluiscono circa il doppio delle terminazioni nervose che invece confluiscono nel pene, la clitoride è situata nella parte superiore e anteriore della vulva, poco sopra l’apertura dell’uretra, esattamente dove si uniscono le piccole labbra.
Questo piccolissimo organo dalla forma simile a una Y ha una dimensione media di 16 mm ed è sostanzialmente diviso in tre parti: le radici, il corpo e il glande.
In ogni caso, considerate le diverse dimensioni delle componenti strutturali della vulva, come le grandi e le piccole labbra, che possono variare per dimensioni e conformazione, non esiste una misura standard per tutte le donne.
L’unico dato certo è che al di sopra di 1,5 cm la clitoride è considerata eccessiva, tanto che in tal caso i medici parlano di una condizione di ipertrofia clitoridea.
Clitoride : funzioni
Trattandosi dell’organo sessuale femminile più sensibile, la funzione primaria della clitoride è senza dubbio quella di dare piacere alla donna durante i rapporti sessuali o la masturbazione.
Al momento dell’eccitazione sessuale, infatti, la clitoride aumenta di dimensioni e consistenza, diventando turgida ed elastica, grazie all’afflusso di una maggiore quantità di sangue. Un po’ come accade con il pene insomma.
L’unica differenza, come già accennato, è che la clitoride ha una sensibilità superiore rispetto all’organo maschile, in quanto contiene almeno 8.000 terminazioni nervose sensoriali che, diffondendo il piacere in tutta la zona pelvica, influenzano a loro volta altre 15.000 terminazioni nervose.
Proprio per questo motivo è dimostrato che la stimolazione clitoridea è il metodo più veloce ed efficace per raggiungere l’orgasmo femminile.
Clitoride : disturbi
Uno dei principali disturbi della clitoride è indubbiamente l’ipertrofia clitoridea, una condizione in cui questo piccolo organo femminile si presenta di dimensioni eccessive, di solito superiori a 1,5 cm.
Tale disturbo è dovuto alla presenza di livelli troppo elevati di ormoni androgeni, cioè ormoni sessuali maschili prodotti in piccole quantità anche dalle donne. L’eccesso di androgeni, generalmente responsabile di irsutismo, può essere a sua volta una conseguenza dell’ipertricosi, una condizione che determina un esagerato aumento della comparsa di peli, della sindrome dell’ovaio policistico di cui soffrono tantissime donne oppure dell’abuso di steroidi anabolizzanti.
Trattandosi di una zona piuttosto sensibile e delicata, un altro disturbo assai tipico è l’infiammazione della clitoride, che in alcuni casi obbliga la donna a una visita ginecologica.
Se l’infiammazione dopo la masturbazione o i rapporti sessuali è perfettamente normale, tanto da non dover destare preoccupazione o allarmismo nella donna, l’infiammazione prolungata o senza un motivo apparente, associata a gonfiore, irritazione, prurito e a volte bruciore, non deve essere presa sotto gamba in quanto quasi sicuramente causata da un’infezione vaginale.
In questo caso si consiglia di consultare il ginecologo per ricevere il trattamento più opportuno. Nei casi in cui invece l’infiammazione della clitoride sia dovuta a un’attività sessuale troppo intensa o frequente, tanto da rendere l’intera zona ipersensibile e più gonfia del normale, è buona regola sospendere le pratiche sessuali fino a liberarsi definitivamente dell’infiammazione e, perché no, invitare il partner a una maggiore delicatezza. Il consulto specialistico è raccomandato in tutti i casi in cui l’infiammazione alla clitoride superi i 5-7 giorni.
Un altro disturbo degno di nota che coinvolge anche la clitoride è la vulvodinia, una condizione che provoca bruciore, irritazione, prurito e dolore talmente intenso da impedire a chi ne soffre di rimanere seduta, indossare vestiti troppo stretti o avere rapporti sessuali, influenzando in negativo la qualità della vita.
Sebbene non si conosca ancora la causa precisa di questo disturbo, i medici suppongono esista una certa predisposizione genetica, anche se non escludono altre cause come l’aumento della densità delle fibre nervose nella vulva, un’ipersensibilità localizzata dovuta alla candida o ad altre infezioni vaginali, gli sbalzi ormonali, eccetera.
In genere, la diagnosi di vulvodinia arriva per esclusione, quando cioè tutte le altre cause di dolore vulvare, come le infezioni e malattie della pelle, sono state definitivamente escluse. In ogni caso, dopo un colloquio atto a evidenziare la storia clinica della paziente, la natura e la gravità dei sintomi, si procede con una serie di esami, come il dosaggio ormonale, il tampone e la biopsia, anche se quest’ultima è prevista solo nei casi più incerti.
Per quanto riguarda invece la cura non esiste un’unica terapia specifica, ma con l’igiene intima, le giuste precauzione e alcuni rimedi topici e non solo, meglio se suggeriti dal ginecologo, si riesce ad alleviare i sintomi. In alcuni casi si ricorre anche a iniezioni di farmaci antinfiammatori e cortisonici, a terapie ormonali e addirittura all’intervento chirurgico.
Infine pur non trattandosi di un disturbo, bensì di una pratica arcaica e selvaggia che priva parzialmente o totalmente le donne dei genitali esterni, quando si parla di clitoride non si può non citare l’infibulazione, anche nota come circoncisione faraonica.
La procedura consiste, infatti, nella clitoridectomia (rimozione del clitoride), nell’escissione (rimozione delle piccole labbra) e nel taglio delle grandi labbra con cauterizzazione. Alla fine si procede con la cucitura della vulva, lasciando però un piccolo foro per consentire la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale. Insomma, una vera e propria barbarie cui ancora oggi è sottoposto circa il 15% delle bambine africane.
Per approfondire:
http://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/clitoride.html