Le alfa 1 globuline sono proteine presenti nelle cellule, nelle quali si occupano del trasporto degli ormoni e dei lipidi.
ALFA 1 GLOBULINE : cosa sono
Entrando più nel dettaglio, le alfa 1 globuline sono proteine globulari che si trovano nel plasma sanguigno e che vengono prodotte dal fegato: sono le principali componenti della porzione plasmatica, insieme con le alfa 2 globuline e l’albumina.
Le alfa 1 globuline comprendono: l’alfa 1 lipoproteina, l’alfa 1 acidoglicoproteina, l’alfa 1 antitripsina, il siero amiloide A e l’alfa 1 antichimotripsina.
I valori di riferimento sono compresi tra il 2 e il 5%, pari a un range che va da 0.1 g per dl a 0.4 g per dl del totale delle proteine plasmatiche. Tuttavia, in determinate condizioni o in presenza di disturbi specifici può accadere che i valori delle alfa 1 globuline siano più alti o più bassi della norma: le cause possono essere diverse.
ALFA 1 GLOBULINE BASSE : valori e significato clinico
I valori più bassi della norma delle alfa 1 globuline possono essere dovuti a :
- leucemia linfatica cronica
- sindrome nefrotica
- enfisema polmonare (che consiste nella distruzione delle pareti degli alveoli attraverso cui sono possibili gli scambi con l’esterno di ossigeno e anidride carbonica)
- sindrome di Wilson
- cirrosi epatica
- steatorrea
- epatite acuta virale
- enteropatia
- sclerodermia
- epatopatia cronica
ALFA 1 GLOBULINE ALTE : valori e significato clinico
I valori più alti della norma delle alfa 1 globuline possono essere dovuti a :
- diabete mellito
- sepsi
- linfoma di Hodgkin
- malattia con necrosi dei tessuti (per esempio, un infarto del miocardio o un carcinoma)
- artrite reumatoide
- lupus eridematoso sistemico
- ostomielite
- semplicemente una gravidanza
- brucellosi
- insufficienza renale cronica
- ittero ostruttivo
- leucemie acute
- neoplasie maligne
- reumatismo articolare acuto
- traumi
- ustioni
ALFA 1 GLOBULINE : quando è necessario fare il test
Per analizzare i valori delle alfa 1 globuline è sufficiente sottoporsi a un normale esame del sangue, in funzione del quale si può procedere anche al dosaggio delle proteine plasmatiche.
In genere, un medico può decidere di prescrivere delle analisi in presenza di:
- un’infezione batterica ricorrente
- un affaticamento costante
- un riscontro di proteine nelle urine (la cosiddetta proteinuria)
- dolori continui alla schiena
- fratture alle ossa
- anemia
- neuropatia periferica
- insufficienza renale
- incremento della calcemia
Inoltre, l’analisi delle alfa 1 globuline può essere richiesta nel momento in cui si sospetta la presenza di una patologia come il mieloma multiplo, che va ad aggredire le cellule del sangue.
Anche manifestazioni cliniche di epatopatia grave derivanti da amiloidosi primaria o da una neoplasia possono indurre a ricorrere a degli esami più approfonditi. La preparazione agli esami del sangue non richiede una procedura diversa da quella tradizionale (niente sforzi fisici nelle 48 ore precedenti, digiuno nelle 12 ore precedenti, e così via)
E’ bene ricordare, in ogni caso, che il valore di tali proteine può essere alterato dall’assunzione di alcuni medicinali, come:
- i farmaci a base di cortisone
- la neomicina
- gli antibiotici come l’isoniazide, i sulfamidici, la clorpromazina e altri neurolettici
- gli ipoglicemizzanti orali.
Nel caso in cui ci si sottoponga alla somministrazione di uno o più di questi prodotti, è necessario informare il professionista che si occupa degli esami.
L’alfa 1 antitripsina
Come detto, l’alfa 1 antitripsina è una delle alfa 1 globuline: si tratta di una glicoproteina che viene prodotta dai macrofagi, dal fegato e dalle cellule dell’epitelio polmonare, e che svolge le proprie funzioni all’interno del circolo sanguigno in cui viene immessa.
Il suo ruolo è particolarmente prezioso soprattutto a livello dei polmoni, dal momento che il suo compito è quello di inibire l’elastasi neutrofila: se così non fosse, gli alveoli polmonari risulterebbero danneggiati, e si correrebbe il rischio di andare incontro a un enfisema polmonare.
Ecco, quindi, che questa alfa 1 globulina protegge i polmoni: una sua carenza è in grado di far scaturire alterazioni e problemi anche gravi. I polmoni costituiscono la destinazione di numerose particelle e sostanze – spesso irritanti – presenti nell’aria che viene respirata: nel momento in cui si verifica un fenomeno infettivo, l’organismo reagisce attraverso la produzione di enzimi – che avviene per opera dei globuli bianchi – in grado, per paradosso, di compromettere le strutture corporee.
L’azione di tali enzimi viene frenata proprio dall’alfa 1 antitripsina, che impedisce che il tessuto polmonare possa essere gravemente danneggiato. Il fumo di tabacco è uno dei fattori che influiscono sulla concentrazione plasmatica di questa proteina.
I valori di riferimento per l’alfa 1 antitripsina sono compresi tra i 90 mg per dl e i 205 mg per dl negli adulti – sia uomini che donne – e tra i 105 mg per dl e i 190 mg per dl nei bambini.
Le cause che posson determinare un aumento di questi valori sono:
- L’attività fisica,
- situazioni di stress intenso
- ricorso a contraccettivi ormonali
- malattie polmonari
Un eventuale abbassamento di questi valori è invece da attribuire, nella maggior parte dei casi, a una patologia ereditaria trasmessa tramite un meccanismo autosomico recessivo.
Il deficit di alfa 1 antitripsina
Quando si parla di deficit di alfa 1 antitripsina si fa riferimento a un problema provocato da una mutazione del gene che codifica questa alfa 1 globulina, che si trova sul cromosoma 14. Si ha a che fare con un’alterazione che determina la produzione di una proteina non funzionale e anomala, che in seguito viene depositata nel fegato.
Le conseguenze negative sono duplici: da un lato aumentano le probabilità di danni ai polmoni (il tessuto polmonare perde elasticità in modo progressivo), mentre dall’altro lato si rischiano malattie epatiche, dal momento che gli epatociti non riescono a immettere nel circolo sanguigno la proteina difettosa.
Nel momento in cui gli accumuli sono molto consistenti, non è da escludere la possibilità di sviluppare una cirrosi epatica, dovuta al fatto che le cellule muoiono per necrosi. Non è detto, comunque, che chiunque abbia una mutazione genetica in relazione a tale proteina sia malato, in quanto si può essere portatori sani: c’è da prendere in considerazione, però, la possibilità che alcune malattie come la stessa cirrosi epatica o l’enfisema polmonare si possano sviluppare più facilmente.
Il fumo di sigaretta, come detto, incide in misura notevole, in quanto può rendere più grave il quadro clinico andando a inattivare l’alfa 1 antitripsina.
L’alfa 1 glicoproteina acida e l’alfa 1 lipoproteina
Oltre all’alfa 1 antitripsina, che ha il compito di inibire la collagenasi e la tripsina (cioè le proteasi seriniche) e di proteggere i tessuti dagli enzimi derivanti dalle cellule infiammatorie, è bene conoscere anche le funzioni dell’alfa 1 glicoproteina acida e dell’alfa 1 lipoproteina.
La prima è una proteina di fase acuta nei processi infiammatori, i cui valori diminuiscono nel caso in cui si abbia a che fare con un fenomeno di malnutrizione o con un’insufficienza epatica e aumentano in presenza di tumori, ustioni e ferite che determinano processi infiammatori cronici e acuti; la seconda si occupa del trasporto degli ormoni steroidei, delle vitamine liposolubili e dei lipidi in generale.
Le alfa 1 globuline e il colesterolo buono
Le alfa 1 lipoproteine non sono altro che il colesterolo HDL, vale a dire il cosiddetto colesterolo buono. In particolare, il colesterolo è una sostanza che viene distribuita nel sangue tramite le lipoproteine, delle proteine di trasporto: ebbene, le alfa 1 lipoproteine sono lipoproteine ad alta densità, che estraggono dal sangue il colesterolo in eccesso per trasferirlo al fegato, in modo tale che possa essere distrutto.
Tanto più elevati sono i valori di HDL in circolo, quanto più ridotto è il colesterolo LDL, cioè il cosiddetto colesterolo cattivo. In effetti, un aumento dell’alfa 1 lipoproteina, che è tipico di chi svolge attività fisica, non desta preoccupazioni, e anzi è da considerare in un’ottica positiva; viceversa, una diminuzione di questa alfa 1 globulina è caratteristica di coloro che hanno uno stile di vita sedentario o, semplicemente, sono dediti al fumo.
I valori superiori a 60, nello specifico, vengono reputati dagli esperti come in grado di proteggere rispetto alle malattie cardiovascolari. Ciò non toglie che si possano verificare delle eccezioni: in alcuni casi, infatti, dei valori compresi tra 80 e 100 potrebbero derivare dalla reazione dell’organismo a un’intossicazione cronica da pesticidi, da metalli pesanti o da alcol o a una malattia del fegato.
Proprio per questo motivo i dati di un esame del sangue non possono mai essere presi in considerazione in modo asettico, ma devono sempre essere contestualizzati.
L’alfa 1 antichimotripsina
Così come il gene dell’alfa 1 antitripsina, anche quello dell’alfa 1 antichimotripsina si trova sul cromosoma 14: questa proteina svolge un’attività inibitoria rispetto ad alcuni enzimi ad attività proteasica, e in effetti viene prodotta dal fegato nel momento in cui l’organismo deve fare i conti con una risposta infiammatoria acuta.
La sua concentrazione nel plasma, in condizioni fisiologiche, non è alta, ma in presenza di infiammazioni può aumentare in modo drastico e veloce: le cellule del fegato, stimolate da altre proteine, la rilasciano, anche se l’alfa 1 antichimotripsina viene sintetizzata dalle cellule endoteliali e da altri tipi di cellule. Questa alfa 1 globulina svolge un ruolo significativo per lo sviluppo dell’aterosclerosi e delle patologie correlate, come per esempio l’infarto del miocardio.
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