L’elettromiografia, nota anche come EMG, è una analisi diagnostica ambulatoriale che consente di individuare eventuali patologie a carico dei nervi e dei muscoli.
In particolare essa permette di analizzare in maniera dettagliata la funzionalità dei nervi periferici e quella dei muscoli scheletrici.
Questo esame di tipo funzionale consta di tre distinti fasi:
- elettromiografia
- elettroneurografia
- elettromiografia di singola fibra
La prima fase, ovvero l’elettromiografia, ha lo scopo di valutare il livello di funzionalità di un certo muscolo.
In particolare il test, grazie all’inserimento di un apposito ago, verifica sia l’attività elettrica del muscolo contratto sia del muscolo a riposo.
L’elettroneurografia, invece, verifica la latenza, l’ampiezza del segnale condotto e la velocità di conduzione dei nervi, rilevando eventuali danni alla mielina e al suo contenuto e fornendo informazioni preziose sia sui nervi motori che su quelli sensitivi.
Questo test viene eseguito sia con gli elettrodi di superficie sia con elettrodi ad ago.
Ricordiamo che la corrente utilizzata è a basso amperaggio, evitando in tal modo la produzione di stimolazioni dolorose e danneggiamenti ai nervi.
Infine l’elettromiografia di singola fibra serve a valutare la qualità della trasmissione nervo-muscolare e a rilevare eventuali patologie a carico della giunzione neuro-muscolare.
Dai tracciati ottenuti è possibile ottenere informazioni dettagliate sul tipo di malattie presenti.
In questo modo l’operatore sanitario può distinguere tra un disturbo muscolare e una patologia che riguarda il sistema nervoso periferico.

Quando si effettua questo esame?
L’elettromiografia, che è un esame strumentale neurofisiologico, solitamente si effettua quando il soggetto avverte
- formicolio
- contrazioni involontarie dei muscoli
- intorpidimento e debolezza muscolare
- spasmi
- sensazione di paralisi
Questa tipologia di esame richiede particolari strumenti per la sua esecuzione, ossia elettrodi di superficie, agoelettrodi e un elettromiografo che si occupa di registrare graficamente le contrazioni muscolari.
Obiettivo principale di questa analisi è lo studio:
- dell’attività muscolare sia a riposo sia durante l’attivazione volontaria
- della capacità di conduzione di tipo nervoso, motorio e sensitivo
Preparazione all’elettromiografia
Prima di sottoporsi a questo test diagnostico è importante evitare di applicare sulla pelle creme o olii.
Essi potrebbero opporre resistenza allo stimolo elettrico, incidendo negativamente sulla qualità dei dati registrati.
Al contrario, l’applicazione dello smalto non produce interferenze con questo tipo di analisi.
È consigliabile che il soggetto che deve sottoporsi a elettromiografia porti con sé eventuali analisi svolte in precedenza: vecchie elettromiografie, ecografie e raggi.
D’altra parte è anche opportuno segnalare al tecnico che effettua l’analisi se si è:
- un soggetto portatore di pacemaker
- sottoposti a terapia orale a base di medicinali anticoagulanti
- positivi alle epatiti virali (HBV, HCV)
- positivi a patologie contagiose che possono essere trasmesse per via ematica
Nel caso in cui l’esame venga effettuato presso una struttura sanitaria pubblica (l’ASL oppure un ospedale), è opportuno portare con sé la ricetta del proprio medico curante.
A tal proposito ricordiamo che solitamente il pagamento del ticket si effettua successivamente all’esecuzione dell’esame, in quanto non è possibile stabilire a priori il numero di valutazioni necessarie che si faranno nel corso dell’elettromiografia.
In genere, lo ricordiamo, le valutazioni sono almeno 4.
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Come si esegue l’elettromiografia e quanto dura
L’esame viene effettuato dal neurologo e neurofisiologo con il supporto di un tecnico di neurofisiologia, che invitano il paziente a sdraiarsi su un apposito lettino.
All’interno del muscolo che deve essere studiato viene inserito un ago elettrodo che permette di rilevare e registrare l’attività elettrica sia del muscolo a riposo sia durante la contrazione volontaria.
Sarà lo specialista a chiedere al paziente sottoposto a elettromiografia di effettuare i movimenti che sono necessari per l’analisi.
Una volta concluso il test, il soggetto potrebbe lamentare un lieve indolenzimento a carico dei muscoli in cui sono stati introdotti gli aghi elettrodi.
Questa fastidiosa sensazione, tuttavia, è destinata a scomparire in un breve lasso di tempo.
Prima di sottoporsi a elettromiografia si raccomanda di spegnere lo smartphone o qualsiasi altro dispositivo elettronico, in quanto potrebbero dare luogo a interferenze con l’apparecchiatura impiegata.
Va detto inoltre che questo esame non prevede un protocollo standardizzato, ma sarà personalizzato in base alle caratteristiche e alle condizioni del paziente.
Prima di effettuarlo, infatti, si svolgeranno un’accurata anamnesi e una visita obiettiva.
L’esame può avere una durata variabile e compresa tra i 30 e i 60 minuti.
L’elettromiografia comporta rischi?
L‘elettromiografia è una analisi poco invasiva che, se effettuata correttamente e con le adeguate precauzioni, non comporta rischi di sorta.
In rari casi tuttavia possono avere luogo i seguenti inconvenienti:
- pesantezza e dolore a carico dell’area in cui sono stati applicati gli elettrodi.
Se si verifica questa circostanza, lo specialista raccomanda di prendere un antinfiammatorio o un antidolorifico al fine di ridurre la fastidiosa sensazione; - parestesia, ematoma ed edema in corrispondenza dell’area in cui sono stati applicati gli ago elettrodi.
Qualora questa sintomatologia invece di migliorare si intensifichi col passare del tempo, è opportuno parlarne quanto prima con il proprio medico di fiducia, in quanto potrebbe essere in atto un’infezione; - danni a carico delle terminazioni nervose che trasmettono impulsi ai muscoli presi in esame, a causa dell’applicazione degli aghi elettrodi;
- nel caso in cui l’area trattata sia il torace, l’inserimento di un ago elettrodo può comportare l’introduzione di aria tra polmone e pleura, causando uno pneumotorace che, a sua volta, può determinare un collasso parziale o totale del polmone stesso.

Per chi è controindicata l’elettromiografia?
Come detto questo esame non espone a particolari rischi.
Tuttavia esso è sconsigliato a:
- portatori di pacemaker
- persone che hanno un defibrillatore cardioverter impiantabile
- soggetti che sono affetti da emofilia o linfedema.
Risultati dell’elettromiografia
Non sono previsti lunghi tempi di attesa per conoscere l’esito dell’elettromiografia; solitamente, infatti, i neurologi valutano subito i risultati dell’esame in oggetto.
Ricordiamo infine che molto frequentemente l’elettromiografia è un’analisi complementare ad altre tecniche diagnostiche come, ad esempio, la Tac e la RMN, ossia la risonanza magnetica nucleare.
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