Che cosa è
MCH significa mean cell hemoglobin ed è uno dei cosiddetti valori corpuscolari del sangue. L’ MCH indica il contenuto medio di emoglobina nei globuli rossi del sangue. Si esprime in picogrammi (1 picogrammo è un milionesimo di milionesimo di grammo, ovvero 1/1012) e si misura in due modi.
Col primo metodo si divide la quantità totale di emoglobina in un litro di sangue per il numero medio di globuli rossi per litro di sangue. Col secondo metodo il calcolo viene eseguito da un conta cellule elettronico.
Come si misura
Per la misurazione dell’ MHC viene eseguito il normale emocromo, cioè il set completo di analisi del sangue e dei sui componenti, per contare i globuli rossi e analizzare le loro condizioni, insieme al contenuto di emoglobina: per l’emocromo si fa un prelievo di sangue venoso solitamente dall’incavo del braccio e non c’è bisogno di alcun tipo di preparazione specifica.
I valori normali
Il valore normale dell’ MCH è compreso fra 26-27 picogrammi e 31-32 picogrammi. Per valori più alti o più bassi, il valore dell’ MCH viene messo in relazione con gli altri valori rilevati dall’emocromo per raggiungere una diagnosi.
Il valore di emoglobina per ogni globulo rosso è strettamente legato alle dimensioni dei singoli globuli stessi, o eritrociti. Tendenzialmente, il valore alto o basso dell’ MCH è associato a un valore paragonabile dell’ MCV: cellule di eritrociti più piccole avranno meno emoglobine, viceversa globuli rossi più grandi avranno più emoglobina.
L’ MCH è quindi utile in caso di anemia per distinguere fra anemie microcitiche e anemie macrocitiche. Nelle anemie di tipo microcitico l’ MCH è basso perché globuli rossi prodotti dall’organismo sono più piccoli del normale, e quindi contengono meno emoglobina. Viceversa, in caso di MCH alto, ciò può indicare che i globuli rossi sono più grandi del normale e contengono quindi più emoglobina, come nel caso delle anemie di tipo macrocitico.
L’emoglobina è una sostanza dal colore rosso, che conferisce al sangue la sua tipica colorazione, ed ha la capacità di legare a sé l’ossigeno, permettendo la respirazione e quindi la vita stessa dell’organismo. Solitamente, l’emocromo e in particolare l’ MCH sono esami che vengono richiesti quando si ha il sospetto di soffrire di anemia.
Attenzione: vi sono alcuni casi in cui l’anemia presenta globuli rossi della forma e della dimensione giusta (anemia normocitica) e in cui i globuli rossi hanno la giusta colorazione poiché i livelli di emoglobina sono a posto, nel qual caso si parla di anemia normocromica. Se a fronte di un sospetto di anemia l’esame dell’ MCH non risulta conclusivo e rimangono dei dubbi, il medico chiederà di procedere con altri esami.
MCH alto: quali patologie può indicare
In caso di MCH alto, superiore quindi a 32 picogrammi, possiamo essere di fronte ad anemie di tipo macrocitico ma anche di fronte ad altre patologie: ecco le principali.
- Anemia macrocitica: si tratta di un tipo di anemia che deriva da una carenza di vitamina B12 o di acido folico.
- Anemia causata da celiachia: la celiachia è una condizione di intolleranza al glutine, una proteina vegetale presente in molti cereali fra cui il grano. Nella forma classica della celiachia, uno dei sintomi principali è l’anemia. Negli adulti, la celiachia porta ad anemia che possono mostrare anche malformazioni nella forma e nella dimensione dei globuli rossi, quindi anemia di tipo microcitico e macrocitico. Nei celiaci, all’anemia è spesso associata anche la perdita dei capelli, secondo la modalità detta alopecia areata.
- Un valore alto di MCH può anche dipendere da alcune situazioni contingenti come ad esempio l’abuso di bevande alcoliche, da una carenza di acido folico o di vitamina B12, può derivare dall’ipotiroidismo o da danni al fegato di varia origine. Anche l’età gioca un ruolo fondamentale: un terzo della popolazione anziana ha un valore più alto della norma dell’ MCH, senza tuttavia che questo dipenda da una patologia.
MCH basso: quali patologie può indicare
In caso di MCH basso, inferiore quindi a 26 picogrammi, possiamo essere di fronte ad anemie di tipo microcitico ma anche di fronte ad altre patologie: ecco le principali.
- Anemia microcitica: le anemie di tipo microcitico sono di diversa origine. Per un dettaglio delle singole anemie si vedano le voci seguenti.
- Anemia ipocromica: è un tipo di anemia che in passato era nota anche come clorosi o malattia verde. In questo tipo di anemia i globuli bianchi risultano più pallidi del normale al centro e i pazienti hanno una pelle meno rosea che tende ad un pallore verde/azzurro. Questo tipo di anemia è associata a microcitemia (anemia microcitica, cioè con globuli rossi piccoli) e i sintomi sono spossatezza, scarso appetito, mancanza di respiro o “fame d’aria”, mal di testa, dispepsia e spesso, nelle donne, causa l’assenza di mestruazioni. Può essere causata da carenza di ferro o di vitamina B6, dall’assunzione di alcune sostante e dall’intossicazione da piombo, ma può verificarsi anche a seguito di emorragie, a volte occulte come nel caso di ulcere ed emorragie interne.
- Anemia sideropenica (anemia da carenza di ferro): la carenza di ferro è la carenza alimentare più frequente a livello mondiale. Può essere causata da una dieta poco bilanciata, in cui viene introdotto poco ferro, da un difetto nel assorbimento del ferro, da un’emorragia a seguito di traumi o causata da flusso mestruale molto abbondante, da un aumentato fabbisogno di ferro come nel caso della gravidanza. A seconda di quale sia la causa e di quanto sia grave la carenza di ferro, generalmente si assumono degli integratori alimentari a base di ferro. Se però la quantità di ferro da reintegrare è troppo alta, può venire mal tollerata se viene assunta per bocca: in questo caso si preferisce reintegrarlo per via endovenosa.
- Talassemia (anemia microcitica di origine genetica): è nota anche come anemia mediterranea poiché si è concentrata per una sfortunata selezione naturale specialmente nelle aree paludose lungo le coste del Mediterraneo. La talassemia ha come effetto una minore produzione di emoglobina nel sangue. I pazienti affetti da talassemia possono sviluppare una forma grave, intermedia o addirittura asintomatica. Nella forma più grave, nota come morbo di Cooley, i pazienti si trovano in una condizione potenzialmente mortale e vengono sottoposti a trasfusioni di sangue con cadenza mensile e all’assunzione di farmaci ferrochelanti, che legano il ferro e ne permettono l’eliminazione, per evitarne l’accumulo dannoso all’interno dell’organismo. Altri sintomi del morbo di Cooley sono l’ingrossamento delle ossa del cranio, in particolare degli zigomi, che conferisce ai malati un tipico aspetto. I pazienti soffrono spesso di ittero (colorazione giallastra della pelle) e molti organi si ingrossano, come ad esempio cuore e milza. Oltre alle trasfusioni e ai farmaci chelanti, i pazienti affetti da morbo di Cooley devono seguire una dieta senza ferro animale (che si accumula a causa delle frequenti trasfusioni) ed è utile l’integrazione alimentare di acido folico. I pazienti con la forma intermedia subiscono un ritardo nella crescita e nella pubertà, hanno un aspetto pallido e presentano alcuni dei sintomi del morbo di Cooley ma in forma più leggera, con alcuni difetti nello sviluppo dello scheletro. Per la talassemia intermedi i pazienti seguono terapie a seconda della gravità dei sintomi: le trasfusioni mensili ad esempio non sono necessarie, anche se talvolta il medico può prescriverne un ciclo occasionale. La forma asintomatica non dà segni e spesso può passare inosservata per tutta la vita. Per questa categoria di pazienti la terapia consiste soprattutto in una dieta priva di ferro animale e si consiglia l’abitudine di bere del tè a fine pasto per limitare l’assorbimento dell’eventuale ferro ingerito.
- Anemia causata da celiachia: si veda sopra, nel capitolo dedicato all’anemia dei celiaci con MCH alto. La celiachia infatti porta sia ad anemie MCH alto sia con MCH basso.
- Emoglobinopatie: si tratta di una serie di malattie relative all’emoglobina. Possono causare variazioni sia nella quantità dell’emoglobina contenuta nel sangue ma anche nella qualità dell’emoglobina stessa. Le principali emoglobinopatie sono le talassemie, di cui si è parlato sopra, e le malattie del grippo delle “emoglobine anomale”.
- Emorragia: un’emorragia può essere causata da un trauma che causa un sanguinamento visibile (come nel caso di una ferita alla pelle), può avvenire a causa di un ciclo mestruale abbondante, in seguito ad operazione chirurgica ma può anche essere invisibile esternamente, come nel caso di un’ulcera allo stomaco che sanguina. La perdita di sangue stressa il midollo e può portare alla carenza di ferro e ad una produzione di sangue di cattiva qualità.
- I valori bassi di MCH possono anche avere cause non strettamente legate a malattie del sangue. Possono dipendere da un tumore in corso o dall’artrite reumatoide, malattia autoimmune che causa uno stato di infiammazione molto importante fra un periodo di remissione e l’altro.
Bibliografia e approfondimenti:
http://www.treccani.it/enciclopedia/emoglobinopatie_(Enciclopedia-Italiana)/
http://puntodivistaceliaco.blogspot.it/2008/10/celiachia-i-sintomi.html
http://www.osservatoriomalattierare.it/sindromi-mielodisplastiche-smd/4908-sindromi-mielodisplastiche-la-terapia-chelante-evita-liron-overload-il-danno-da-ferro
http://www.newhealthguide.org/High-Mch.html
https://labtestsonline.org/understanding/analytes/cbc/tab/test/
http://emedicine.medscape.com/article/2054497-overview#a2
https://it.wikipedia.org/wiki/Anemia_ipocromica
http://www.newhealthguide.org/High-Mch.html
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