Tinta per capelli? Non più di 6 volte l’anno e preferibilmente con prodotti naturali che riducano il rischio di danni, incluso il tumore, come riporta IlMessaggero.it Questo almeno il parere del chirurgo senologo Kefah Mokbel del Princess Grace Hospital di Londra, che ha portato avanti delle ricerche in cui si evidenzia che le donne che si colorano i capelli corrono il 14% di pericolo in più di cancro mammario, riporta il ‘Daily Mail’ online.
Secondo il chirurgo, occorre dunque ridurre il ricorso a prodotti cosmetici per capelli, soprattutto se sintetici, ammonisce l’esperto. Meglio optare per henné, barbabietola, rabarbaro o altre piante con proprietà coloranti naturali e prive di rischi per lasalute. «Anche se sono necessari approfondimenti, i nostri risultati suggeriscono che l’esposizione alle tinte per capelli può contribuire al cancro del seno. Meglio optare per coloranti naturali e sottoporsi sempre a screening preventivi dall’età di 40 anni in su», consiglia l’esperto.
Ma la comunità scientifica è scettica sui risultati di queste ricerche. Come riporta Repubblica.it infatti “La metanalisi di Mokbel, che ha suscitato un discreto clamore, non è però stata pubblicata su una rivista scientifica e quindi non è dato sapere quali studi ha preso in esame e in che lasso di tempo.”
C’è grande dibattito insomma, e l’argomento infiamma la rete.
D’altro canto il numero di persone (prevalentemente donne, ma non solo) che fa ricorso alle tinture per capelli è in aumento in tutto il mondo: si stima che circa una donna su tre sopra i 18 anni e un uomo su dieci sopra i 40 si colori la chioma.
I coloranti attuali sono classificati in tre categorie: permanenti (che contengono sostanze ossidanti), semipermanenti (che possono contenere ossidanti in quantità inferiore oppure altre sostanze fissanti) e temporanei (che si lavano via dopo uno o due shampoo). Nell’80 per cento dei casi, però, chi ne fa uso acquista o si fa applicare una tintura permanente. Dal punto di vista chimico, nelle tinture per capelli vi sono composti non colorati (i cosiddetti intermediari, in genere della famiglia delle ammine aromatiche) e composti colorati che, in presenza di acqua ossigenata, reagiscono tra loro per formare le molecole di pigmento. Più intenso e scuro è il colore, maggiore è la quantità di intermediari necessaria.