La gravidanza è in assoluto uno dei momenti più felici nella vita di una donna. In alcuni casi, però, possono insorgere dei problemi di varia natura.
La gravidanza extrauterina è uno di questi. Si tratta di una condizione che si presenta raramente, con una percentuale di casi che varia tra lo 0,8% ed il 2% e che può aumentare con l’insorgere di diversi fattori di rischio.
Come è facilmente intuibile dal nome, la gravidanza extrauterina è determinata dall’impianto dell’embrione al di fuori della sua normale sede, ovvero l’utero.
La gravidanza extrauterina può diventare pericolosa per la donna se non viene diagnosticata in tempo e può causare importanti emorragie.
Gravidanza extrauterina: caratteristiche
Per comprendere al meglio l’anomalia di una gravidanza extrauterina, cominciamo col descrivere qual è il meccanismo fisiologico di una normale gravidanza.
Normalmente, nel momento in cui si ha il concepimento, lo spermatozoo feconda la cellula uovo, dando vita a un ovocita fecondato che diventerà impermeabile all’ingresso di ulteriori spermatozoi.
L’ovocita fecondato comincia quindi il suo percorso all’interno delle tube di Falloppio dove si ha un progressivo aumento del numero delle cellule e si genera quella che viene definita blastocisti.
Il percorso della blastocisti lungo le tube dura all’incirca 5-6 giorni, entro i quali essa raggiunge l’utero e si impianta al suo interno. Questa fase è definita “annidamento dell’ovulo”.
Nel momento in cui questa fase di annidamento nell’utero non avviene, l’embrione si impianta direttamente all’interno della parete della tuba, o in altre sedi non fisiologiche, dando origine ad una gravidanza extrauterina.
Tipi di gravidanza extrauterina
Esistono varie tipologie di gravidanza extrauterina che variano tra loro in base alla sede in cui avviene l’annidamento dell’ovulo fecondato.
Esse si possono anche definire gravidanze ectopiche e si distinguono in:
- Gravidanze ectopiche intrauterine; se l’impianto avviene all’interno dell’utero ma non nella sua normale sede. Di solito l’ovulo si annida a livello del collo dell’utero.
- Gravidanze ectopiche extrauterine; se l’impianto avviene al di fuori dell’utero. Queste ultime, si possono suddividere in:
1- Gravidanze tubariche: rappresentano il 90% delle gravidanze ectopiche e sono caratterizzate dall’impianto dell’ovulo all’interno delle tube di Falloppio.
A seconda della specifica sede di annidamento si possono, a loro volta, distinguere delle sottoclassi di gravidanze tubariche, che sono:
– Ampollare; è quella più frequente;
– Istmica;
– Fimbrica;
– Interstiziale-Cornuale.
2- Gravidanza ovarica e tubo-ovarica; quando l’impianto dell’embrione avviene nelle ovaie. Sono condizioni molto rare e derivano da un’evoluzione della gravidanza tubarica.
3- Gravidanza addominale: anche questa è una condizione patologica rara in cui l’embrione si annida all’interno dell’addome, nella cavità peritoneale.
Cause della gravidanza extrauterina
Le cause che determinano l’instaurarsi di una gravidanza extrauterina possono essere di vario tipo ed hanno diversi livelli di complessità.
Esse vengono classificate in tre grandi categorie:
- Cause anatomiche: le cause anatomiche sono dovute ad alterazioni morfologiche delle tube di Falloppio. In alcuni casi, infatti, possono essere presenti al loro interno aderenze o diverticoli.
Le aderenze pelviche, sono dei lembi di tessuto cicatriziale che possono generarsi al livello degli organi della pelvi, comprese le tube di Falloppio, l’utero e le ovaie.
Altre cause anatomiche che possono comportare problemi di impianto dell’ovocita fecondato sono, ad esempio, la presenza di miomi a livello dell’utero. - Cause ormonali: anche gli sbalzi ormonali hanno un ruolo cruciale nel determinare una gravidanza extrauterina.
Subito dopo la fecondazione, infatti, normalmente si ha un aumento dei livelli di estrogeni e progesterone che guidano le varie fasi della gravidanza in tutti i loro aspetti.
In alcuni casi, però, può determinarsi un eccessivo incremento dei livelli di questi due ormoni.
In particolare, l’eccesso di estrogeni e progesterone andrebbe proprio a modificare il tempo che normalmente l’ovocita fecondato impiega per attraversare le tube ed annidarsi all’interno dell’utero. - Cause embrionali: le cause embrionali sono da attribuire principalmente alla fecondazione assistita.
Le donne che si sottopongono a questo tipo di fecondazione, infatti, sono a più alto rischi di gravidanza extrauterina, in quanto si possono verificare queste due condizioni:
– L’ovulazione prematura di un ovocita non ancora del tutto maturo;
– La tardiva ovulazione dell’ovocita.
Sintomi della gravidanza extrauterina
Alcuni sintomi della gravidanza extrauterina sono facilmente confondibili con sintomi tipici di una comune gravidanza. Altri, invece, possono essere riconoscibili all’occhio di un medico esperto.
Vediamo quali sono i sintomi più comuni:
- Dolori addominali;
- Mancanza o alterazioni del ciclo mestruale;
- Anemia;
- Astenia;
- Dolori alle ovaie;
- Dolori alla pelvi;
- Gonfiore delle mammelle;
- Tensione dell’addome;
- Nausea;
- Ipotensione;
- Perdite di sangue simili ad una mestruazione nelle fasi iniziali;
- Tachicardia.
Diagnosi della gravidanza extrauterina
La diagnosi di gravidanza extrauterina può essere effettuata in base ad una prima valutazione clinica che analizza in maniera approfondita i sintomi specifici riportati dalla paziente.
Anche il dosaggio della β-hCG (gonadotropina corionica umana) viene utilizzato nella diagnosi, in quanto l’ormone non aumenta come dovrebbe.
La β-hCG è anche definita come l’ormone della gravidanza, proprio perchè la sua secrezione aumenta durante questa fase.
La gonadotropina corionica umana inizia ad essere prodotta dalla blastocisti ancora prima che avvenga l’impianto all’interno dell’utero.
La concentrazione dell’ormone aumenta poi in maniera considerevole fino al terzo mese di gravidanza, quando si ha un incremento del progesterone e contemporaneamente una riduzione della β-hCG.
Se l’embrione si impianta in sedi extrauterine, l’aumento dell’ormone non risulta quello previsto normalmente. Il suo dosaggio, dunque, può rappresentare il campanello d’allarme per la diagnosi.
Infine, l’ecografia è la tecnica che meglio evidenzia la presenza di una gravidanza extrauterina.
Attraverso l’ecografia pelvica o transvaginale, infatti, è possibile rilevare l’assenza della camera gestazionale all’interno dell’utero e spesso anche la presenza di versamento di sangue nell’addome: sintomi tipici di una gravidanza extrauterina.
Terapia per la gravidanza extrauterina
Esistono due tipi di terapie per il trattamento della gravidanza extrauterina:
- Terapia farmacologica: si basa principalmente sull’utilizzo di metotrexato, un farmaco antitumorale, antagonista dell’acido folico, che inibisce il processo di duplicazione del DNA e la sintesi proteica, determinando la morte cellulare.
Questo farmaco viene iniettato direttamente all’interno della placenta e genera embriotossicità, morte fetale e aborto.
Questa terapia, oltre ad essere molto efficace per la rimozione dell’embrione extrauterino, mantiene anche buone caratteristiche dell’utero per future gravidanze. - Terapia chirurgica: questo approccio viene applicato solo se la terapia a base di metotrexato non ha dato esiti positivi.
In questo caso, la terapia consiste nel rimuovere chirurgicamente l’embrione dalle tube, evitando di danneggiarle per preservare la possibilità di future gravidanze.
La resezione chirurgica può avvenire con modalità laparoscopica nei casi meno complessi.
Nei casi più gravi il chirurgo può trovarsi nella condizione in cui è necessaria la rimozione dell’utero.
Nel caso di una chirurga conservativa, però, può aumentare il rischio emorragico per la presenza di eventuali frammenti di tessuto gravidico.
Inoltre, c’è la possibilità di andare in contro ad una stenosi post-chirurgica della tuba.
Se la diagnosi di gravidanza extrauterina viene fatta precocemente, il trattamento può essere tempestivo e le cause non gravi. La morte della madre, infatti, avviene soltanto in rare situazioni molto gravi.
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